Vita e morte, per Berlusconi, continuano a ad essere questioni troppo semplici. E il Cavaliere, un anno dopo la morte biologica di Eluana Englaro, insiste nel voler vedere – intenzionalmente o no – solo metà della questione.
Basta leggere il messaggio che ha inviato alle suore che hanno avuto cura della donna per anni.
Che si schieri politicamente con i fan della vita a tutti i costi non è una novità. Lo fece anche allora. La posizione è discutibile, eppure legittima.
Ma che Berlusconi non abbia la sensibilità di rivolgere un pensiero a Beppino Englaro, e al dramma di un padre, è segno di una incomprensione di fondo. Non solo della rilevanza di un tema come questo, ma anche del sentimento diffuso degli italiani.
Sul messaggio unidirezionale del premier si levano già le prime critiche. Ha perso una occasione per tacere, si dice.
Può darsi.
Ma se proprio doveva dire, allora doveva dire meglio e di più. E stavolta la politica c’entra poco. E’ questione di spessore umano. Il dolore a senso unico non si addice a chi dice di voler essere il presidente del Consiglio di tutti gli italiani.
Tutti meno Beppino Englaro.
Marco Bracconi - La Repubblica
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