La dose quotidiana di paura, come la soglia di tolleranza alle droghe, cresce di giorno in giorno. Ad instillarla nel popolo sovrano ci pensano i ministri del centrodestra, i gasparros di vario grado e i giornali di riferimento. Ognuno fa la sua parte per convincere il numero maggiore possibile di italiani che l’invasione dei migranti sarà devastante, catastrofica e senza precedenti.
“Ne arrivano 300mila”, strilla oggi il Giornale. “L’Italia invasa dai musulmani”, risponde prontamente Libero.
Intanto, con un sapiente mix di antieuropeismo strisciante e solidarismo di facciata, non c’è dichiarazione politica che non strizzi l’occhio ai timori più profondi - e irrazionali – dell’elettorato. Se potessero, griderebbero tutti in corosi salvi chi può arrivano i negri. Tra tutti il solo Bossi, con il suo finto candore popolare, lo dice apertamente: “Il timore di una ondata di immigrazione ci aiuta”
La crisi libica è un colossale casino geopolitico alle porte del nostro Paese. Carico di opportunità quanto di rischi per il futuro. Ma questo tintinnar di sciabole elettorali che si sente ogni volta che parlano i nostri ministri e sottosegretari è spaventosamente cinico e ottuso.
I profughi e i migranti, prima di essere un problema, sono un dramma a cui un Paese serio dovrebbe offrire risposte. Ma pure fossero solo un problema, la strategia della paura è il modo peggiore per affrontarlo, e purtroppo anche il migliore per essere rieletti.
Marco Bracconi - La Repubblica
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