Il
26 giugno del 1967 moriva don Lorenzo Milani. Se ne andava un profeta che
ancora oggi continua a dare un opportuno fastidio alla Chiesa e alla
scuola. Sono stato
più volte nella sperduta Barbiana, nella sua canonica, sulla sua tomba. Ci dovrebbero
andare tutti gli insegnanti. È rimasto un luogo sacro, dove per arrivarci devi
abbandonare la macchina. Restano il silenzio e l’immaginazione a far compagnia.
Il silenzio che serve a rileggere le parole di don Lorenzo
Milani appese ai muri della canonica; l’immaginazione per
ripensare quel prete seduto al tavolo di legno, con la cartina di geografia
appesa all’albero e i suoi ragazzi figli dei boscaioli e dei contadini del
Mugello, attorno. Nelle nostre classi dovremmo ripartire dall’appendere la Costituzione italiana proprio come faceva il prete perché
i nostri ragazzi ritornino a conoscere l’ “abc” del nostro Paese: andare a
scuola è saper leggere, scrivere, far di conto ma anche conoscere la nostra
Carta Costituente.
Da
don Milani ad oggi una vera riforma della scuola
non c’è stata. Forse dovremmo riprendere in mano “Lettera a una professoressa” per
capire;“perché il sogno
dell’eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme: non bocciare; a
quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno; agli svogliati
basta dargli uno scopo”. La scuola e la società non sono cambiate.
Provate a entrare in una classe: c’è ancora il figlio del
laureato che s’iscriverà all’università, farà l’Erasmus,
imparerà tre lingue e avrà l’opportunità di andare a lavorare all’estero; c’è
il figlio dell’operaio, del precario (i
nuovi poveri) che arriverà a fatica ad iscriversi all’università per poi
entrare nel mondo del lavoro e infine il figlio del migrante
che spesso a scuola fatica. Eppure dovremmo riprendere in mano l’articolo 3
della Costituzione come fa don Milani nella “Lettera a una professoressa”
pensando a Gianni perché “tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non lo
sono più, è colpa nostra e dobbiamo rimediare”
Non
è cambiato nulla nemmeno nella selezione della società “le segreterie dei
partiti a tutti i livelli sono saldamente in mano ai laureati”. La lezione di
don Milani resta attuale o meglio va ri-attualizata. Ogni mattina quando entro
in classe e leggo il quotidiano con i miei allievi penso a don Lorenzo: “A
Barbiana il giornale lo leggevamo ogni giorno, a alta voce, di cima a fondo.
Non c’è nulla sul giornale che serva ai vostri esami. È la riprova che c’è poco
nella vostra scuola che serva nella vita”.
Alex Corlazzoli - il Fatto Quotidiano
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