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lunedì 28 settembre 2009

Assemblea di Circolo

Sabato scorso si è tenuta l'Assemblea dei Circoli del Gemonese dove, dopo la presentazione dei candidati alla Segreteria Nazionale e Regionale, si è svolto il dibattito e successivamente si è votato le liste di delegati alla Convenzione regionale collegate ai candidati a Segretario regionale e le liste di delegati alla Convenzione provinciale, collegate ai candidati a Segretario nazionale.
Prossimamente i risultati del nostro circolo

lunedì 21 settembre 2009

PACE

Oggi è la giornata mondiale della pace
Buona pace a tutti

Beppino

Confronto con Beppino Englaro sul testamento biologico

Vi invitiamo a partecipare all'incontro con Beppino Englaro
che si terrà stasera alle 17.30 all'albergo Roma di Tolmezzo
si discuterà di testamento biologico e delle tematiche a questo connesse.

martedì 15 settembre 2009

Una battaglia per l' acqua

Non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d' Assisi (patrono d' Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di "sorella acqua" diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l' acqua! Giorni fa abbiamo avuto l' ultimo tassello che porterà necessariamente alla privatizzazione dell' acqua. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato il 9 settembre delle "modifiche" all' articolo 23 bis della legge 133/2008. Queste "modifiche" sono inserite come articolo 15 in un decreto legge per l' adempimento degli obblighi comunitari. Una prima parte di queste modifiche riguardano gli affidamenti dei servizi pubblici locali, come gas, trasporti pubblici e rifiuti. La via ordinaria - così afferma il decreto - di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l' affidamento degli stessi, attraverso gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40 per cento ed essere socio "industriale". In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso Spa in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle Spa quotate in Borsa. Questo decreto è frutto dell' accordo tra il ministro degli Affari regionali, Fitto e il ministro Calderoli. E questo grazie anche alla pressione di Confindustria per la quale, in tempo di crisi, i servizi pubblici locali devono diventare fonte di guadagno. È la vittoria del mercato, della merce, del profitto. Cosa resta ormai di "comune" nei nostri Comuni? È la vittoria della politica delle privatizzazioni, oggi, portata avanti brillantemente dalla destra. A farne le spese è sorella acqua. Oggi l' acqua è il bene supremo che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l' incremento demografico. Quella della privatizzazione dell' acqua è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo (in milioni di morti per sete). Ancora più incredibile per me è che la gestione dell' acqua sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiuti. Questa è la mercificazione della politica. Siamo anni luce lontani dalla dichiarazione del papa Benedetto XVI nella sua recente enciclica "Caritas in veritate" dove si afferma che l' «accesso all' acqua» è «diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni». Tutto questo è legato al «diritto primario della vita». La gestione dell' acqua per il nostro governo è assimilabile a quella dei rifiuti. Che vergogna. Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari. È la morte della politica. Per cui chiedo a tutti di protestare contro questa decisione del governo tramite interlocuzioni coni parlamentari, invio die mail ai vari ministeri; chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell' acqua, che ha avuto oltre 400 mila firme e ora dorme nella commissione Ambiente della Camera; chiedere con insistenza alle forze politiche di opposizione che dicano la loro posizione sulla gestione dell' acqua e su queste modifiche alla 23 bis; premere a livello locale perché si convochino consigli comunali monotematici per dichiarare l' acqua bene comune e il servizio idrico "privo di rilevanza economica"; e infine premere sui propri consigli comunali perché facciano la scelta dell' Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l' unica strada che ci rimane per salvare l' acqua. Solo partendo dal basso salveremo l' acqua come bene comune, come diritto fondamentale e salveremo così anche la nostra democrazia. È in ballo la Vita perché l' Acqua è Vita.


Alex Zanotelli alex.zanotelli@libero.it
Repubblica — 13 settembre 2009 pagina 10 sezione: NAPOLI

venerdì 11 settembre 2009

Contro l'omofobia

In tutta Italia si stanno organizzando in questi giorni
fiaccolate e manifestazioni contro l'omofobia.
Anche a Udine si terrà un sit-in fiaccolata
In collaborazione con gruppi spontanei
Arcigay e Arcilesbica Udine, Arci di Udine,
Donne in Nero e altre associazioni
che stanno aderendo in questi giorni.
Dopo le ennesime aggressioni subite da gay,
lesbiche, transessuali e bisessuali anche in Fvg,
scendiamo tutti e tutte in piazza a testimoniare
la nostra presenza, i nostri diritti,
la nostra indignazione, i nostri sogni.

A sottolineare l'universalità della manifestazione,
alla quale ci auguriamo partecipiate numerosi,
scegliamo come unico simbolo la bandiera rainbow.

L'appuntamento è per lunedì 14 settembre
alle 19 in piazzetta Lionello, Udine
(davanti al Municipio)

Il Circolo ARCI Mis(s)Kappa partecipera' alla manifestazione
e invita i propri soci, amici e simpatizzanti a partecipare numerosi.



martedì 8 settembre 2009

Resistenza

«La Resistenza ha ridato all'Italia dignità e le ha restituito i valori fondamentali della libertà e dell'indipendenza». È il messaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affida al paese nel 66° anniversario dell'8 settembre 1943 che segna l'inizio della Resistenza contro l'occupazione nazista.

venerdì 4 settembre 2009

Rifiuti solidi urbani

Roma. Nell'89 un gruppo di naziskin aggredì alcuni ragazzi di sinistra fuori dal cinema Capranica. Due di loro rimasero a terra gravemente feriti. Stefano Andrini fu candannato a tre anni. E ora con il Sindaco Alemanno è diventato amministratore delegato nella municipalizzata che si occupa di rifiuti.

Come se ad occuparsi di telefonia ci fosse un telefono.

giovedì 3 settembre 2009

Se non può comprare

Così siamo al dunque. Quel che non si può comprare né corrompere deve tacere. Eccola qui la strategia d'autunno: zittire con ogni mezzo il dissenso, che ormai questo è diventato il semplice dovere di cronaca e diritto di critica. Il presidente del Consiglio, lo avete letto, è in guerra in queste settimane con i commissari europei, con le gerarchie ecclesiastiche, con i giornali che nel nostro paese e nel mondo documentano le sue gesta. Non ci sono in Italia molti organi d'informazione che non dipendano direttamente o indirettamente dal suo favore, dal suo smisurato potere economico e dal suo potere di influenza e di minaccia. Premere, corrompere o comprare. Dove non si può pagare, allora uccidere. Lo squadrismo mediatico di governo, forte di nuove reclute, è difatti al lavoro per distruggere le reputazioni dei giornalisti non a busta paga. Mezzi leciti e illeciti, menzogne, false prove, non importa. L'aggressione al direttore di Avvenire, che ieri persino Fini ha definito killeraggio. L'aggressione personale all'editore e al direttore di Repubblica, insieme la richiesta di risarcimento al giornale per aver posto dieci domande. L'Unità, unico quotidiano in Italia, le ha per due volte ripubblicate: è possibile giudicare diffamanti delle domande, non sarebbe doveroso rispondere? Il gruppo Prisa, editore del Paìs, è sotto offerta economica da parte di emissari spagnoli del premier. Ecco adesso l'attacco all'Unità. Due richieste di danni per una somma complessiva di 3 milioni di euro riferite non a un articolo o a un commento ma a due numeri del giornale nella loro interezza. Due numeri in cui ad alcune delle dieci domande si offriva risposta. I temi: lo stato della trattativa tra governo e Vaticano (indulgenza sulla condotta del premier contro leggi gradite oltretevere), il divieto di usare le intercettazioni telefoniche come strumento di indagine, lo stato della guerra privata del premier contro Sky e i danni che agli italiani ne derivano. Servizi di cronaca e libere opinioni, del resto da molti giornali anche stranieri condivisi. La novità, oggi, è che non si contesta un articolo ma un giornale intero. Una scrittrice, una editorialista, due giornaliste sono accusate insieme al direttore di aver concorso alla diffamazione che si dedurrebbe dal complesso generale dei loro scritti. È l'insieme che non gli piace. È il giornale: la sua linea, il suo tono. Chiedere un milione per ogni numero suona come un avvertimento: potrebbe farlo ogni giorno. Non vuole giustizia in sede penale, non gli interessa stabilire se quegli articoli riferiscano il vero. Vuole soldi. Minaccia di chiederne così tanti da ridurci al silenzio. Non accadrà, se accadesse sarà per sua mano. Come durante il fascismo, come quando la censura imponeva i sigilli.
È venuto il momento non solo di una grande mobilitazione, necessaria ma non sufficiente. È il momento di opporre allo strapotere dei soldi la politica, che sia quella l'argine al declino della democrazia. È anche venuto il momento, cari cittadini, di sostenere con forza rinnovata chi si sottrae alla logica del plutocrate. Di dare più forza alle voci del dissenso, ogni giorno. Non tanto e non solo per noi, che dal 1924 abbiamo conosciuto stagioni peggiori. Per tutti, per l'Italia che verrà.

Concita De Gregorio - L'Unità