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venerdì 30 dicembre 2011

Tengono famiglia

Il Sole 24 Ore di ieri disegna, sotto il titolo ”Il bilancio impigliato nelle famiglie”, un ritratto della Regione Friuli Venezia Giulia in cui si radica la consuetudine alle leggi mancia e ai contributi ad personam, abita l’uso disinvolto del potere e del privilegio, e si sfrutta la specialità legislativa per far fiorire doppioni inutili e costosi. A tanto è stato ridotto dalla Giunta Tondo quello che era un esempio avanzato di autonomia federale.
Il Friuli Venezia Giulia ne esce come una regione umiliata sulla stampa nazionale: grazie Tondo.
Quella del Sole 24 Ore è un’istantanea, dolorosa ma purtroppo somigliante, delle condizioni in cui versa la Regione: è significativo che l’attenzione del quotidiano di via Monte Rosa si appunti particolarmente sulle finanziarie regionali, la cui situazione poco chiara avevamo denunciato già da tempo. E non possiamo nemmeno nasconderci che questo è anche un segno della reputazione di cui gode l’attuale amministrazione regionale negli ambienti economici e finanziari più accreditati. D’altra parte, non c’è da stupirsi, se per il Friuli Venezia Giulia si cominciano ad attagliare espressioni che eravamo abituati a leggere riferite a realtà di altre latitudini.
Nella nostra idea di regione tutto questo non esisterà più, perché lo statuto speciale deve servire a dare indirizzi e a fare leggi, non a distribuire posti e mance.

Debora Serracchiani

lunedì 19 dicembre 2011

Vergognoso

[...] sui vitalizi in vigore e sul sistema per quelli ancora da maturare Pdl e Pd la pensano allo stesso modo. Alla pattuglia di ex non s’ha da toccare la “pensione”, perché – è la tesi dei due partiti maggiori – si tratta di diritti acquisiti da non discutere. Anche il Fli, con Paolo Ciani – consigliere regionale e coordinatore Fvg del partito – pensa che incidere sul pregresso non sia possibile.[...]  e ancora: [...] vanno evitate scelte affrettate [...] !!! - Consiglio Regionale FVG

Ma i diritti acquisiti non si toccano SOLO ai politici?
E noi Circoli dovremmo fare tesseramento e campagna elettorale?

venerdì 16 dicembre 2011

Evviva!

Francesco Azzarà è libero e sta bene :)))

Liberalizzazioni e credibilità


Negli ultimi giorni durante la discussione della manovra in Parlamento le liberalizzazioni, che originariamente vi erano contenute, hanno subito diversi ridimensionamenti. I tre principali settori che venivano toccati (farmacie, taxi e ordini professionali) hanno visto il solito triste sollevarsi delle caste di questo Paese tanto da spingere il presidente del Consiglio, Mario Monti, a dire che le liberalizzazioni “spesso vengono superate non al primo colpo ma con una determinazione tenace”. Sulle liberalizzazioni il Governo Monti si gioca parecchia credibilità anche in Europa.
E’ innegabile la delusione per questa battuta d’arresto che si riscontra proprio uno dei punti qualificanti proposti dall’agenda europea, ed è per questo che occorre mantenere le liberalizzazioni tra le priorità più urgenti del Governo.Per l’esecutivo dovrebbe essere inaccettabile subire da parte di gruppi più o meno circoscritti un potere di veto su riforme che sono largamente ritenute importanti e indilazionabili. Spero proprio che stavolta l’atteggiamento delle forze politiche che si proclamano portatrici di dottrina e istanze liberali sia decisamente più costruttivo.
Debora Serracchiani

    Proposte

    Il Circolo PD di Gemona del Friuli organizza:

    mercoledì 14 dicembre 2011

    Odio


    I testimoni raccontano di un uomo bianco di mezza età che ha sparato ai senegalesi, due distinti agguati nella piazza del Mercato Centrale a Firenze. È stata usata una pistola 357 Magnum. Lo sparatore, che si è ucciso quando si è visto braccato dalla polizia, era iscritto a Casa Pound. Subito dopo a Firenze esplode la rivolta dei senegalesi, dando vita a un corteo, dal luogo dell’omicidio alla prefettura. In tanti hanno gridato “Italia razzista”. Così scrivono le agenzie del 13 dicembre e lanciano nel mondo il nome di Firenze, quello di “un uomo bianco” che ha fatto fuoco con un’arma da guerra, i nomi dei due morti e di tre feriti gravissimi. Il sindaco di Firenze ha dichiarato il lutto cittadino.
    Ma tutto ciò accade due giorni dopo l’incendio di un campo nomadi a Torino, quando una spedizione notturna di uomini decisi a uccidere e bene organizzati sono andati a vendicare un falso stupro. Subito prima del rogo qualcuno ha gridato: “E se ci sono dei bambini?” e subito c’è stata la risposta, barbara e tranquilla: “Bruceranno anche loro”. E poi il rogo ha distrutto tutto, mentre uomini e donne, bambini e vecchi fuggivano nella notte. Il sindaco Fassino ha detto: “Questo è linciaggio”. Il governatore leghista Cota non ha avuto niente da dichiarare.
    Intanto a Roma, nel pomeriggio del 12 dicembre, in una stradina tra via del Corso e via Ripetta una banda di uomini (mandati da chi?) ha cominciato ad aggredire, insultare e inseguire i giovani venditori neri di via del Corso. C’è stata una fuga precipitosa, ci sono foto dei passanti, ma nessuno sa se i giovani neri siano stati raggiunti. Gli aggressori volevano assumersi il compito di una “giustizia fai da te” tipo quella delle famigerate ronde? Per capire, occorre ricordare che il governo guidato dalla Lega aveva ordinato ricorrenti rastrellamenti di ambulanti immigrati in molte città italiane. A Roma, proprio in via del Corso, ho visto, ai tempi di Maroni, clamorose azioni coordinate di vari corpi di polizia che facevano retate di ambulanti, mentre poco lontano delitti di malavita avvenivano indisturbati quasi ogni giorno.
    Ora la Lega se n’è andata e non conta nulla. Ma lascia il frutto marcio dell’odio coltivato a lungo nel silenzio dei partiti, dei media, di quasi tutti i vescovi, della cultura. Un messaggio spaventoso e tranquillamente tollerato che chiama a raccolta tutte le destre squilibrate. È giusto temere che sia solo l’inizio.

    Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano

    mercoledì 7 dicembre 2011

    Manovra 2

    La manovra “salva-Italia” è criticabile sotto molti punti di vista: economico, sociale, culturale…E direi anche sotto l’aspetto etico, perché i più deboli sono quelli che continuano a pagare, mentre i grandi patrimoni rimangono praticamente intonsi. Senza sottovalutare il fatto che il Vaticano resta intoccabile con i suoi privilegi (come non pagare l’Ici).
    Tuttavia questo giudizio non mi porta a dimenticare quello che l’Italia ha subìto in buona parte dell’ultimo decennio. Molti commentatori – tralascio quelli e i quotidiani di destra – e parte degli italiani che sostenevano le opposizioni nel precedente governo, e che sono fortemente critici nei confronti del nuovo governo, sembrano avere memoria corta. Perciò non sarebbe male se, al termine delle doverose e necessarie critiche a Monti & company, si dicesse: «Però non dimentichiamo che le maggiori responsabilità di quanto sta accadendo oggi, le ha il governo Berlusconi…».
    Perché lui e la sua maggioranza hanno portato il Paese ad una situazione drammatica. Mentre Berlusconi riceveva nelle dimore di Stato e private, ragazze compiacenti e prostitute accertate (almeno sei), mentre un gruppo ristretto di bavosetti se la spassava con giovani poco più che ventenni (e qualcuna anche minorenne) al ritmo del Bunga-Bunga, l’Italia andava allo sfascio. E lui rideva, rideva, rideva e continuava ad arricchirisi, facendo ancora “vendite” da pescivendolo (con tutto il rispetto per la categoria), prendendo in giro gli Italiani, comprando i sostenitori in Parlamento a colpi di sottosegretariato e altre prebende, sporcanco le Istituzioni con i suoi comportamenti nemmeno da basso Impero, devastando l’immagine nazionale all’estero…Questa, fino a un mese fa, è stata l’Italia di Berlusconi.
    E adesso c’è qualcuno costretto a fare il lavoro sporco. Perché la riforma delle pensioni – doverosa in ogni caso, anche se perfettibile – andava realizzata da anni. E avrebbe dovuto farla il maialino che pensava invece alle sue maialate; il ritorno dell’Ici è conseguenza del fatto che lo stesso maialino l’aveva eleminata, aprendo un “buco” colossale, e perché incapace di mantenere le promesse anti-tasse (ripetute in tutte le tornate elettorali e mai mantenute e metà degli italiani gli hanno creduto grazie alla propaganda dell’informazione televisiva: bocconi, bocconi, bocconi).
    Oggi paghiamo un duro prezzo. Ma per colpa di Berlusconi, di quel poveretto di Bossi (che nemmeno scandalizza più con il dito medio alzato: fa solo pena) e del gruppo di potere che ha sostenuto il peggior governo della storia d’Italia.
    Si attacchi Monti, si facciano scioperi, si chiedano miglioramenti al decreto e misure più eque. Ma, per favore, attenti alla memoria corta. Che, l’abbiamo visto altre volte in passato, è sempre in agguato.

    Guglielmo Pepe - La Repubblica

    Manovra 1

    Credevo fosse uno scherzo. E l’ho mandato al diavolo.
    Invece era proprio lui.
    “Buon giorno, sono Mario Monti.” Ho risposto con il classico: “E io sono Napoleone.” Poi ovviamente mi ha preso un colpo quando mi ha passato Gad Lerner che mi ha detto: “Guarda che è proprio lui…”
    In due parole è successo che Monti ha capito che se non modificava la manovra scoppiava la guerra civile. Cioè, non puoi togliere la rivalutazione della pensione a uno che vive con meno di 1500 euro al mese e poi aumentargli l’Iva e la benzina… Succede che s’incazza. E anche i pensionati sono capaci di fare i black bloc se gli gira…
    Così ho preso il treno a Foligno e sono andato a Roma.
    C’era tutto un gruppo di tipi strani che era stato convocato per tirar fuori qualche idea che potesse salvare l’Italia dalla bancarotta (questo vuol dire “default”) senza creare masse di persone lacere e affamate.
    C’erano i cattolici dei Bilanci di Giustizia veneti, con i loro parroci, una delegazione di una consociazione di onlus che in Africa hanno costruito mille pozzi autofinanziati, c’erano i volontari che vanno a fare i clown negli ospedali, Biggeri di Banca Etica, don Ciotti di Libera, Gesualdi del Manuale del Consumo Critico, Alex Zanotelli, Don Gallo, Marco Boschini dei Comuni Virtuosi, Michele Dotti dei Verdi Civici, Fabio Roggiolani specialista di efficienza energetica e imprese ecosostenibili del Sel, Cristiano Bottone delle Città in Transizione, Carlo Petrini, Marco Travaglio, Santoro, Peter Gomez, Luigi Rambelli di Lega Ambiente e la mia mamma… C’era anche Beppe Grillo. Monti ci ha brevemente spiegato che dopo aver sentito le parti sociali aveva deciso di sentire anche le parti Asociali, che eravamo noi. “Asociali un cazzo!” ha sbottato Beppe. “Gli asociali siete voi che sparate miseria sui vecchi e sui bambini.”
    E tutti abbiamo fatto di sì con la testa.
    Comunque poi si è passato a parlare di fatti, e nel giro di due ore gli abbiamo manifestato la possibilità di raggranellare non 30 ma 60 miliardi di euro senza colpire i più deboli.
    Se si approvassero le proposte anti corruzione del Fatto Quotidiano, le proposte di legge per tagliare i costi e i tempi della giustizia di D’Ambrosio, un po’ di efficienza amministrativa ed energetica, un paio di modifiche al codice per combattere meglio la mafia, un diverso sistema di controllo sul lavoro nero, incrociare i dati finanziari per beccare gli evasori, un taglio vero ai costi militari e a quelli della Casta, e sistemi di controllo dell’efficienza dei servizi pubblici, altro che 60 miliardi di euro ti saltano fuori.
    E con un po’ meno burocrazia delirante e lentezze giudiziarie lavoro nero, incidenti sul lavoro e corruzione ci sarebbe anche un bel rilancio dell’economia. E anche liberalizzare la canapa e depenalizzare il consumo delle altre droghe potrebbe essere un grande risparmio per lo Stato e rivedendo il sistema detentivo per una serie di reati minori, come l’immigrazione clandestina, si svuoterebbero pure un po’ le carceri e i centri di accoglienza…
    Poi si è passati ad alcune proposte per un progetto di solidarietà nazionale.
    Costituire con l’appoggio del governo una borsa delle merci offerte ai gruppi di acquisto territoriali e aziendali, un piano di sostegno all’autocostruzione cooperativa della prima casa, con possibilità di recupero di strutture industriali in disuso, un sistema di certificazione dei servizi.
    E poi sistemi per tagliare strutturalmente alcuni costi. Ad esempio, una rateizzazione che permetta di comprare computer agli studenti in modo da eliminare la spesa dei libri scolastici e di dimezzare così i costi per le famiglie. E anche un’integrazione di reddito alle famiglie disagiate e ai pensionati con la minima basato sulla costruzione di impianti fotovoltaici di Stato che permettano di azzerare la bolletta elettrica.
    E orti pubblici sulle terre del demanio, migliaia di poderi abbandonati di proprietà pubblica dati in comodato ai giovani nullatenenti, idem per le centinaia di strutture pubbliche inutilizzate.
    Corsi tenuti dagli artigiani pensionati ai giovani disoccupati così che imparino ad aggiustare elettrodomestici e computer, mobili, vestiti, in modo da sviluppare il riuso e il riciclo.
    Incoraggiare sistemi di banca del tempo, mercati dell’usato e del baratto, monete complementari, car sharing, lavanderie collettive.
    E campagne di educazione alimentare e posturale per aumentare il benessere nazionale e tagliare i costi della sanità, e piedibus in tutte le scuole per contrastare l’obesità infantile.
    Monti aveva la faccia strana. Poi disse che in effetti era un po’ stupito e che ci doveva pensare su.
    Uscendo gli ho detto: “Presidente, e cerchi anche di ridere un po’… Non dico che debba raccontare barzellette idiote… Ma qui si tratta di uscire da una crisi morale depressiva. Un po’ di comico ci sta bene.”
    Mi ha guardato perplesso: “Ma i giornali hanno scritto che sono molto spiritoso!”
    Ho inclinato la testa: “Presidente quelli sono leccaculo. Lei è allegro come una rana a un funerale.”
    Poi ce ne siamo andati tutti in un ristorante dello Slow Food ad abboffarci di carciofi alla romana e spaghetti alla carbonara a chilometro zero.
    Poi mi sono svegliato.

    Jacopo Fo

    martedì 6 dicembre 2011

    Dopo il Caimano


    Tracciabilità del contante a 1.000 ero e non a 500 o meno;
    Nessuna misura sulla deducibilità (affitti in nero, idraulici, lavoro nero, fatture mancate etc.);
    Nessuna tassazione sui capitali nascosti nei paradisi fiscali;
    L’1,5 per cento in più per i capitali scudati al 5 per cento cioè pagheranno il 6,5 per cento (in Germania  è al 20% negli Usa al 25%)
    Gli evasori ringraziano

    giovedì 24 novembre 2011

    Consigliato

    Scritti di 60 anni fa, attualissimi
    "Uomini non ci si improvvisa, e nella lotta politica italiana ciò che più dolorosamente sorprende è la mancanza dell'uomo. Non dell'uomo grande, di cui non vogliamo neanche sentir parlare, ma dell'uomo reale, con il suo modesto, insostituibile corredo di qualità morali."
    don Primo Mazzolari (1890-1959)

    mercoledì 23 novembre 2011

    Il Bene acqua in Friuli-Venezia Giulia

    Il Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico promuove un incontro pubblico sull’importante tema della gestione delle risorse idriche alla luce dell’evoluzione normativa, in particolare di quella regionale, e dell’esito dei referendum recenti, con l’obiettivo di proporre e delineare le scelte fondamentali e strategiche per il Friuli Venezia Giulia. L’incontro si terrà lunedì 28 novembre 2011, presso l’Auditorium del Centro Congressi Meeting Point San Marco di Palmanova (via Scamozzi 5), con inizio dei lavori alle ore 18.00.
    Programma
    introduce l’argomento:
    Giorgio Brandolin, consigliere regionale
    interventi di approfondimento:
    Antonio Massarutto, professore di Economia pubblica
    Marco Iob, Comitato 2 Sì per l’Acqua Bene Comune FVG
    Stefano Del Cont Bernard, Presidente A.A.T.O “Occidentale”
    Antonio Nonino, direttivo Confindustria Udine
    interventi programmati:
    Mauro Travanut e Sergio Lupieri, consiglieri regionali
    Contributi di esperienze locali
    Dibattito
    Conclusioni:
    Gianfranco Moretton, Capogruppo in Consiglio regionale
    La conferenza è aperta al pubblico, agli amministratori locali, ai rappresentanti delle categorie economiche e delle forze sociali, agli esperti della materia.

    domenica 13 novembre 2011

    Occhi aperti


    E' tornato il bel tempo, dopo un interminabile temporale con cielo nero, è però una schiarita, non bisogna ancora riporre gli ombrelli.
    Berlusconi lascia, ma Berlusconi resta. Non temiamo un suo quarto ritorno a Palazzo Chigi: sarebbe assurdo.
    È il berlusconismo che rimane tra noi. La sottocultura dei disvalori entrata in profondità nelle vene del Paese non sarà facile da espellere. A cominciare dal comandamento malavitoso della legge che non è uguale per tutti, inculcato per anni nella testa della gente, norma vergogna dopo norma vergogna. Quindi: occhi aperti

    sabato 12 novembre 2011

    Tempo e denaro

    Siamo così abituati a ragionare economici che tutto ha un valore meno le cose importanti. Il nostro tempo, ad esempio, non vale nulla. Dopo la coda all’ufficio postale o in autostrada non pensi “Ho perso 50 o 100 euro”. Se non riesci a vedere i tuoi figli perché lavori in trasferta tutta la settimana non ti chiedi quanto vale per loro l’affetto di un padre. Gli aspetti importanti della nostra vita hanno un valore così alto da non essere misurabile e li barattiamo per oggetti di cui potremmo fare tranquillamente a meno. Il tempo e il bisogno (indotto) di denaro sono inconciliabili. Più tempo, meno soldi. Più soldi, meno tempo. Una società di schiavi è fondata sul denaro. Una di uomini liberi sul controllo del proprio tempo. Anche se il mattino ha l’oro in bocca preferisco sempre sognare un’ora in più.
    Beppe Grillo

    lunedì 7 novembre 2011

    Consigliato


    QUESTO LIBRO TESTIMONIA CHE IN ITALIA
    IL SENSO DELLA LEGALITA'
    PER GLI IMPRENDITORI NON ESISTE E CHE L'IMPRESE
    CON IL RICORSO CONTINUO ALLA ILLEGALITA'
    SONO LA FONTE DELL'IMPOVERIMENTO DEL PAESE

    “non esiste in Italia un solo settore economico che non sia sussidiato: dalle banche alle industria, dall’agricoltura alle telecomunicazioni, dai trasporti al turismo, dallo sport alla finanza, dalla ristorazione allo spettacolo, dall’editoria alla moda, lo Stato elargisce soldi a tutti, persino alla Borsa”

    “Auguro loro di usare sempre meglio i soldi pubblici, sperando di non sentire più sermoni contro la soffocante presenza dello Stato nell’economia, perché se c’è qualcosa di poco liberale in Italia sono proprio gli aiuti di Stato con i quali le imprese convivono”

    mercoledì 2 novembre 2011

    Manifestazione nazionale PD

    DECOLLA LA MANIFESTAZIONE
    DEL 5 NOVEMBRE A ROMA
    BERSANI:
    TUTTI IN PIAZZA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
    PER LA RICOSTRUZIONE DEL PAESE.
    PARLERANNO ANCHE HOLLANDE E GABRIEL
    CONCERTI DI VECCHIONI E MARLENE KUNTZ
    La manifestazione nazionale indetta dal partito democratico
    per sabato 5 novembre in piazza San Giovanni
    dalle ore 12.00 a Roma si annuncia
    come un gradissimo appuntamento popolare.
    Già prenotati 14 treni, due navi, oltre 700 pullman.

    PPP

    mercoledì 19 ottobre 2011

    Ha ragione

    Per un pugno di voti in Molise vince il candidato di destra, inquisito, grazie ai voti di Grillo, tolti al centrosinistra“. Queste parole, sature di lucidità e autocritica, le ha dette un leader carismatico, ficcante e geniale: Dario Franceschini. A cui, ovviamente, non è venuto in mente che: a) se candidi un ex Forza Italia improponibile, a sinistra non ti votano; b) il voto non è qualcosa che si esige, ma che si conquista; c) il Pd perde perché è il Pd. E ha leader come Franceschini.
    Ci risiamo. Si è rifatta viva, in tutta la sua arroganza sdentata e spuntata, la pretesa superiorità morale dei gerarchi piddini. I quali, non paghi di sbagliare tutto da quando sono nati, e di fare più danni di Muntari nell’immortale Catania-Inter 2009/10, hanno pure questa bizzarra ambizione: quando si va al voto bisogna votarli. E se non li voti sei colpevole di lesa maestà.
    E’ il Teorema Bresso, divenuto poi Teorema Pisapia e ora Teorema Molise. O più in generale, Teorema Pd. Se vincono, è merito loro. Se perdono, è colpa degli altri. E’ un assioma che va bene se lo usa Massimo Moratti, o un inter triste qualsiasi (demandare sempre ad altri – gli arbitri, i complotti, la Stasi, il Kgb, la Spectre, gli Ufo – i propri fallimenti). E’ cosa che fa ridere, nel calcio. Mentre crea disastri, e tanti, in politica. Cioè nella vita dei cittadini.
    Il Pd, nonostante un Berlusconi ormai a livelli più fantozziani che da Repubblica di Arcore-Salò, ha vinto soltanto quando ha giocato da solo (Torino), quando non si è comportato da Pd (Milano) o quando – pur non avendo vinto – ha festeggiato per primo e con odiosa sicumera (ultimi referendum).
    Il vizio di dare la colpa a Grillo, o più in generale al Movimento 5 Stelle, è antico. E tradisce tutta la smisurata volgarità di chi ragiona in maniera simile. La pretesa del voto a scatola chiusa, in nome di un imprecisato “menopeggismo”, sarebbe sgradevole già se avessimo un centrosinistra italiano convincente. Figurarsi poi se il consesso politico di cui si parla coincide con la peggiore Armata Brancaleone d’Europa.
    A prescindere dal M5S, che qui rimane sullo sfondo, il punto è ribadire il diritto che ha ogni elettore nello scegliersi il movimento che ritiene più vicino (o meno lontano). Iorio, il sindaco rieletto per la terza volta in Molise, è certo improponibile. Non amare (eufemismo) un candidato rivale non può però essere sempre – e solo – l‘unica molla per votare l’altra parte della (stessa) barricata.
    Bersani ha dato la colpa a Grillo. Rutelli ha dato la colpa a Grillo (e il fatto che Rutelli la pensi così dà la misura della profondità di una tale analisi elettorale). E’ ora di finirla: la colpa era e rimane solo del Pd. Se mi piaci, ti voto. Se non mi piaci, non ti voto. Non è difficile – nel caso, Bersani se lo faccia spiegare da chi gli scrive i testi migliori, Maurizio Crozza.
    Basta con questi sillogismi pietosi – e insultanti – secondo cui il credere, ingenuamente o meno, in una politica “diversa” significa fiancheggiare il berlusconismo. Qua gli unici fiancheggiatori di Priapino sono i gerontocrati del Pd. E i suoi tre o quattro polli di allevamento che ne tessono le lodi.
    Il miraggio della superiorità genetica del centrosinistra potevamo permettercelo con Enrico Berlinguer o Sandro Pertini: con Veltroni (grazie per i radicali, a proposito) o Renzi no. Non sono migliori degli altri, o perlomeno non sempre lo sembrano.
    Basta con i capri espiatori. Che, peraltro, aumentano voti. Mentre il Pd non riesce neanche a beneficiare dell’agonia berlusconiana, a conferma della “guittezza” della immodificabile nomenklatura.
    Se il Pd non viene votato, è solo colpa del Pd. E’ inimmaginabile che un uomo intelligente per postulato come Massimo D’Alema, si presume prossimo all’orgasmo ripensando al Modello Macerata, non conosca una regola base: se nessuno viene a letto con me, non me la prendo con il letto.


    Andrea Scanzi

    Tonino Reale

    Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro e il ministro dell'Interno Roberto Maroni si sono ritrovati d'accordo sulla necessità di una legge “Reale bis” dopo i disordini di piazza avvenuti a Roma sabato scorso. La legge “Reale” permetteva, tra l’altro, l’estensione della custodia preventiva anche in assenza della flagranza di reato.
    Io penso che uno Stato serio applica fino in fondo le leggi che sono in vigore. Se invece il primo pensiero corre alle leggi speciali, siamo sulla strada sbagliata. Dal momento che non è accettabile che la capitale venga messa in scacco, il Governo deve capire cosa non ha funzionato e preoccuparsi di mettere in atto i dispositivi che già esistono per prevenire e circoscrivere la violenza dei black bloc.
    Nel quadro del sistema legislativo vigente, le forze dell'ordine e l'intelligence hanno gli strumenti necessari per far fronte alla minaccia rappresentata da squadracce come quelle che abbiamo visto all'opera a Roma. Ma dall'esecutivo devono venire indicazioni estremamente chiare e devono essere fornite le risorse indispensabili, mentre da certe parti dell'opposizione dovrebbe venire meno demagogia.
    Debora Serracchiani

    mercoledì 12 ottobre 2011

    Il nostro tempo



    Né destri né sinistri, né rottamatori né carrozzieri, a Bologna si ritrova il Pd. Non pensavo bisognasse spiegarlo, ma a quanto pare è opportuno sgombrare il campo da incertezze.
    Prima però voglio dire che mi sembra assai un buon segno se si moltiplicano gli appuntamenti di approfondimento politico dentro il Pd, perché vuol dire che nel partito c’è voglia di agire; e che è un ottimo segno se l’iniziativa parte dai cosiddetti giovani, perché vuol dire che stanno cominciando a camminare con le loro gambe. Insomma, i pessimisti e i detrattori per professione o a tempo perso possono prendere atto che sul pianeta Pd la vita non manca.Non sarebbe poi neanche male se riuscissimo a liberarci da quell’ossessione complottista per cui quando qualcuno organizza qualcosa nel Pd, come minimo sta prendendo di mira il segretario nazionale. Perché confesso di stupirmi quando leggo i titoli dei giornali e scopro che sto “isolando” Bersani, o che magari mi preparo a “fargli la festa”. Vorrei invece che non ci fossero dubbi sul fatto che, prima di tutto, siamo assai preoccupati per la piega che stanno prendendo le cose nel Paese, dove in piena crisi l’avvicinarsi della resa dei conti nel centrodestra sta paralizzando uno dei Governi peggiori della storia italiana. E che in questo frangente la responsabilità del Partito democratico di fronte al Paese è forse più grande che in altri momenti, e quindi il nostro impegno non è davvero quello di smontarne i pezzi, ma quello di portargli energie fresche. Quando cadrà Berlusconi, perché cadrà, toccherà al Partito democratico tenere salda la barra e impedire che le macerie travolgano tutto indistintamente. E il Partito democratico avrà bisogno che tutti remino dalla stessa parte, senza che nessuno faccia il furbo pensando alla convenienza di questo o quel posizionamento. Mi pare che abbiamo abbastanza da fare, e che quindi sia un esercizio poco utile anche quello di incasellarci come “ortodossi”, “sinistri” o… renzisti!A Bologna, per esempio, tutti sono invitati e le finestre saranno spalancate. Con l’aiuto tra gli altri di Scalfarotto e Sassoli, di Rossi ed Errani, di Emiliano e Zingaretti, di Bindi e Franceschini, penso che il dialogo del Partito democratico con la società civile sarà un costruttivo momento di buona politica.Penso pure che a questo punto non occorra sottolineare che Bersani è da sempre il benvenuto.
    Debora Serracchiani

    lunedì 10 ottobre 2011

    Finanziarie

    LE FINANZIARIE 2011: 
    RICADUTE SUL BILANCIO DI REGIONE E COMUNI
    I Circoli PD di
    Artegna-Montenars, Gemona, Osoppo e  Venzone
    organizzano un incontro con iscritti e simpatizzanti
    per discutere gli effetti prodotti dalle Finanziarie
    varate dal Governo nel corso del 2011
    sulla specialità del F.V.G.,
    sui bilanci della Regione e dei Comuni 

    La S.V. è invitata all’incontro che si terrà
    giovedì 20 ottobre 2011
    alle ore 19.00
    presso il Ristorante “Da Copet” 
    via Guarnerio 21, Artegna (UD)

    INTERVENGONO:
    On. Alessandro Maran
    Introduzione alle Finanziarie 2011;
    Sandro Della Mea Consigliere Regionale
    Effetti delle Finanziarie per la Regione Autonoma FVG;
    Aldo Daici Sindaco del Comune di Artegna
    Ricadute delle Finanziarie sui bilanci comunali e sui servizi ai cittadini.


    al termine dell'incontro è prevista una pastasciutta:
    iscrizione in loco con contributo 10 € a testa

    NO TAV

    La vera storia dell'Alta Velocità è la chiave di lettura indispensabile per caratterizzare quello che è diventato un modello, il modello TAV, replicato negli Enti locali dai mariuoli  postmoderni, non più affaccendati a celebrare il rito a rischio della tangente ma trasformati in sanguisughe delle Istituzioni.
    Lo scambio tangentizio prima celebrato da soggetti distinti e separati è diventato intreccio e compromissione, dove la corruzione diventa liquida con tavole imbandite per l'abbuffata dei partiti, tutti; delle imprese di diritto privato di proprietà pubblica, tutte; delle imprese private cooptate nel banchetto da boiardi e faccendieri o penetrate nell'affare in cambio di favori o piaceri ai tanti mariuoli che popolano i cosiddetti partiti della seconda repubblica.
    Edizioni Koinè

    sabato 8 ottobre 2011

    Il Rating delle balle


    A differenza di Moody’s, quando Giuliano Ferrara abbassa il rating del suo eloquio è un buon segno per il Paese. Torna alla memoria il glorioso biennio ‘92-‘94, la fuga dei suoi vecchi amici, traditi da quelli nuovi. E significa che oggi il suo ipnotizzatore finale sta naufragando dentro l’acquario che ha costruito e che da diciassette anni ci imprigiona.
    Stavolta il suo baccanale di punti esclamativi lo conduce a imbracciare una prosa da alchimista che apparecchia banchetti di “sangue di tigre e bistecche di leone”, per restituire baldanza all’anemico declino. Fa finta di credere, come certi pagliacci dell’informazione che gli giocano tra le dita, che “l’Italia non è in ginocchio e il mondo non sta bruciando”. Immagina riscosse, privatizzazioni, liberismo, addirittura “operazioni verità”.
    Come se la verità fosse auspicabile per un tipo che due soli modelli economici esibiva in pubblico, quello del colonnello libico, e l’autocrazia predatoria dello zar Putin. Vaneggiando un’Italia dei consumi, mentre fabbricava questa miserabile a sua immagine, dove nei fondali muoiono schiave da 3 euro e 90 centesimi l’ora. E in superficie danzano giovani puttane che ne incassano 5 mila a botta.
    Pino Corrias - il Fatto Quotidiano

    lunedì 3 ottobre 2011

    Un grido di dolore

    Giovedì 29 settembre, Consiglio Comunale, ultimo punto all’ordine del giorno: comunicazioni del Sindaco, il Sindaco non ha nulla da dire, il Vicesindaco sì: con grande slancio un accorato appello in difesa dei monumenti venzonesi.
    Trova oltraggioso e intollerabile che vengano imbrattati con pannelli e striscioni. Si pone come baluardo contro l’inciviltà.
    Non possiamo che condividere la posizione del Vicesindaco.
    Il Sindaco intervenendo dice di non sapere a cosa si riferisca il Vicesindaco ma si associa all’appello, noi siamo quasi sicuri di saperlo e lo facciamo sapere anche al Sindaco: quasi certamente si riferiva allo striscione di Poste Italiane appeso sotto la loggia del municipio domenica 10 settembre, uno scandalo.
    Avremmo apprezzato se quella domenica il Vicesindaco avesse, come da migliore tradizione politica “del fare” con una azione dimostrativa, abbattuto lo striscione, ma siamo sicuri che prossimamente interverrà senza indugio anche per far rimuovere le automobili perennemente in sosta sotto il Palazzo Comunale.

    mercoledì 28 settembre 2011

    Ispirazione totalitaria



    La norma “ammazzablog” contenuta nel ddl intercettazioni che equipara i blog ai siti di informazione e prevede una multa di 12 mila euro per la mancata rettifica entro 48 ore mette la mordacchia ai blog e rappresenta una stretta mortale alla libertà di espressione. Per questo non deve assolutamente passare.
    Mentre i venti di libertà e la fame d’informazione si dispiegano ovunque nel mondo, l’Italia berlusconiana vuole regolamentare stampa e web ispirandosi alle dittature. Lo dobbiamo a un presidente del Consiglio che, anche in mezzo alla tempesta economica piu’ temibile, continua a dare priorita’ all’iter di leggi che sono in cima ai suoi personali interessi. E siccome è inverosimile che nessuno tra gli estensori del ddl si sia accorto che la norma “ammazza blog” calpesta l’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dobbiamo denunciare che siamo di fronte a una scelta deliberatamente autocratica e di ispirazione totalitaria.
    Il fatto che si voglia porre un’altra fiducia conferma la debolezza e al contempo l’arroganza antiparlamentarista di questo Governo, minoritario nel Paese e ormai screditato persino di fronte ai suoi elettori.
    Debora Serracchiani

    giovedì 22 settembre 2011

    Anti porcellum



    Grande successo del banchetto organizzato in piazza Municipio per la raccolta delle firme pro referendum abrogativo del porcellum
    Dalle otto del mattino fino alle 18.00 abbiamo raccolto molte firme dei cittadini residenti, grazie anche alla concomitanza del mercato settimanale.
    Ringraziamo i cittadini venzonesi più sensibili alle sorti di questa povera Repubblica che, nonostante tutto, credono che ancora si possa cambiare.

    Per chi fa sempre le pulci al PD



    L’alternativa sarebbe dunque Di Pietro che mette suo figlio in lista, come neanche Mastella. L’alternativa sarebbe De Magistris che si inchina davanti al cardinale per baciare la teca con il sangue liquefatto di San Gennaro. E se il demagogo molisano dice che suo figlio «non è il Trota», comportandosi come quel padre che giustifica i favori concessi al pargolo denigrando quello altrui, il demagogo napoletano discetta sulla «natura identitaria» della festa del santo patrono. Finge di non sapere che l’immagine del sindaco di Napoli che omaggia l’ampolla tesagli dal cardinale ha da secoli un significato ben preciso: la sottomissione dell’autorità civile a quella ecclesiastica. Bel risultato davvero, per uno che si presentava come il sovvertitore delle abitudini sclerotizzate della città.
    Non pretendevamo che disertasse la cerimonia del finto miracolo che tutto il mondo ci spernacchia. Sarebbe bastato il silenzio. E un po’ di dignità. Ecco il miracolo che molti elettori si aspettavano da lui e dal partito suo e di Di Pietro. Quell’Italia dei Valori che attraverso le gesta dei suoi volti più noti ci ha appena ricordato quali siano i valori a cui l’Italia non è disposta a rinunciare: familismo e superstizione.
    Massimo Gramellini - La Stampa