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lunedì 29 agosto 2011

Il caso Bersani


Insomma, Pierlugi Bersani, quando deve far filtrare quattro frasi sul caso Penati dice: “Non mi capacito“. Quando gli fanno qualche domanda sulla vicenda del suo braccio destro aggiunge che “la decisione sul fatto che Penati debba rinunciare o meno alla prescrizione spetta solo a lui“. Il segretario del Pd dice che le carte del processo saranno vagliate da una commissione del Pd (una commissione!) diretta da Luigi Berlinguer (Luigi Berlinguer!).  E a chi gli chiede conto della famosa acquisizione delle azioni dell’autostrada Gavio Serravalle risponde con un ruggito: “Se qualcuno accosta il mio nome a quella vicenda querelo!“. Alla collega Sandra Amurri oppone un silenzio tombale (mentre un dirigente che é al suo fianco la invita carinamente ad andare ad Arcore) al collega Stefano Feltri, che la mattina gli chiedeva se almeno lui avrebbe rinunciato alla prescrizione per farsi giudicare, Bersani aveva detto: “Non lo so, non so giudicare“.
C’é qualcosa di sconcertante e di drammatico in questo combinato disposto di arroganza ed amnesie, di debolezza disarmante e protervia. Provo a mettermi nella testa di Bersani: io, se fossi lui, direi come tanti di voi, che Penati deve rinunciare alla prescrizione (che scatta solo grazie alle leggi salva-corrotti di Berlusconi). Oppure, con molto coraggio difenderei Penati, sempre se fossi convinto della sua innocenza. Convocherei una conferenza stampa, con Penati (se resta nel Pd deve spiegare qualcosa ai suoi militanti), e lo obbligherei a rispondere a tutte le domande dei giornalisti (non ha risposto a nessuna domanda fino ad oggi, solo fatto filtrare dichiarazioni e veline difensive). Darei l’esempio facendo altrettanto. Un leader che non ha nulla da nascondere, in tutto il mondo, fa così. Un leader che vuole governare, in tutto il mondo, fa così. Ma siccome siamo in Italia, e il caposcuola in materia giudiziaria é Silvio Berlusconi, la procedura che si adotta é il codice di Arcore:
1) Negare tutto
2) non rispondere a nulla
3) dire solo quello che conviene dire
4) insultare o minacciare chiunque non si accontenti del Codice.
Insomma, come scrive giustamente oggi Gian Paolo Pansa, c’é un pezzo di sinistra che quando finisce nei guai, con l’unica gradevole differenza di non insultare i giudici, tende ad assumere modelli e stilemi da paese delle banane. Ci sono accuse e sospetti drammatici, che si addensano sulla  testa dei suoi dirigenti, e il leader del Pd si avvale della facoltà di non rispondere. Siccome penso che Bersani malgrado tutto questo sia una persona seria, provo a immaginarmi perché. La prima risposta che posso dare é: non ci riescono. Non sono moderni. Non sono in grado di gestire un crisi mediatica perché non hanno la cultura della trasparenza. La seconda cosa che penso, e mi dispiace, é che sono doppiopesisti. Il retroscena psicologico é questo: siccome noi ci riteniamo al di sopra di ogni sospetto, non possiamo accettare l’idea (e le domande) che non partano dall’assunto della nostra assoluta presunzione di innocenza. É un bel meccanismo di ribaltamento: non siamo noi che dobbiamo chiarire delle zone d’ombra, dicono questi dirigenti, é il giornalista che fa una domanda che non parte dalla presunzione di innocenza che diventa impuro, anzi ostile, anzi si merita di “Andare ad Arcore” se insiste. É un bel dramma.
Ecco perché la strategia diventa prendere tempo, rilasciare dichiarazioni-brodino, ogni tanto incazzarsi, e poi magari farsi intervistare da un Giornalista “amico” che parte dalla presunzione di innocenza e dal postulato della tua impossibilitá di sbagliare e ti chiede solo quello che vuoi tu. Bene, siccome in questi anni noi non abbiamo fatti sconti a nessuno, non si capisce perché dovremmo farli a chi pretende di non esere giudicato. Siccome abbiamo sulla testa (io personalmente, insieme a tre eroici colleghi de il Fatto) la richiesta di tre milioni di euro di risarcimento di una ministra salmonata che “si é ritrovata” il fidanzato all’Aci (che lei controlla) e non tollera che il nostro giornale racconti questa storia, siccome abbiamo raccontato tutto di Anemone e delle tapparelle di Bertolaso, siccome abbiamo strappato la pelle a Scajola per la casa a sua insaputa, siccome non ci fermiamo davanti alle panzane di Tremonti, dobbiamo dire a Bersani, molto sinceramente. Caro Pierluigi, faremo anche a te tutte le domande che ti vanno fatte. E ti chiederemo cento volte conto di quel “Non lo so, non si giudicare“, quando ti domandano delle furbizie difensive di Penati.
Tu non sei Caterina Caselli. Tu puoi pure essere stupito e addolorato di quello che salta fuori da una inchiesta e offenderti per una domanda. Quando saltano fuori inchieste e tangenti sul suo ex braccio destro, un leader deve prendere posizione. Una qualsiasi, ma la deve prendere. E, se posso permettermi, l’unica cosa che non può fare, é mettersi nelle mani di una commissione di garanzia diretta (!) da Luigi Berlinguer (!). Sei uno che vuole governare l’Italia, mica l’Unione sovietica.
Luca Telese - Il Fatto Quotidiano

mercoledì 17 agosto 2011

Le mani in pasta!




Festa Democratica del Gemonese,
18-21 agosto 2011, Parco Colonia - Osoppo (UD)

Domenica 21 - quarta giornata


ore 10.00
“MANI IN PASTA” A scuola di tortellini per adulti e bambini con le cuoche di Argelato - Bologna iscrizioni alla festa fino a venerdì 19

ore 15.00
Workshop di approccio all’arte dei graffiti urbani curato da Mattia Campo dell’Orto iscrizioni alla festa fino a venerdì 19

ore 17.00
Le politiche del centrosinistra e del centrodestra nelle parole dei giovani: il Segretario Provinciale del Partito Democratico Andrea Simone Lerussi si confronta con le idee di Barbara Zilli, avvocato, consigliere comunale della Lega Nord a Gemona del Friuli moderatore Claudio Moretti

ore 18.00
Conclusioni del responsabile nazionale per le seconde generazioni del PD Khalid Chaouki e dell’on. Debora Serracchiani, europarlamentare e Segretaria Regionale del Partito Democratico

ore 21.30
Le percussioni di U.T. Gandhi accompagnano un bandoleon e un violino in un giro del mondo musicale

martedì 16 agosto 2011

Dopo il referendum quale politica energetica, quale gestione del territorio?



Festa Democratica del Gemonese,
18-21 agosto 2011, Parco Colonia - Osoppo (UD)

Sabato 20 - terza giornata


ore 17.00
Biomasse: esperienze e prospettive
coordina Elio Baracetti coordinatore regionale degli Ecologisti Democratici,
intervengono:
Luciano Sulli sindaco di Verzegnis (UD),
Sergio De Clara, Comitato (S)punti di vista di Codroipo (UD),
Sandro Della Mea consigliere regionale del Partito Democratico,
prof. Rino Gubiani, Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali, Università di Udine.
Conclusioni di Massimo Scalia, Esecutivo nazionale Ecologisti Democratici

ore 19.00
Proiezione del video: “Langhe doc - storie di eretici nell’italia dei capannoni”
introduzione: Antonio Simeoli giornalista del Messaggero Veneto
conclusione: Giorgio Brandolin consigliere regionale del PD

ore 21.30
Serata musicale con the Milfs – cover rock e il gruppo rock Invivo

lunedì 15 agosto 2011

Nuove migrazioni in terra di emigrazione


Festa Democratica del Gemonese,
18-21 agosto 2011, Parco Colonia - Osoppo (UD)

Venerdì 19 - seconda giornata



ore 18.35
Monologo di Daniele Copetti della Compagnia Maravee di Osoppo sul tema dell’emigrazione;
ore 19.00
Proiezione del video di Lauro Pittini “Pieri Menis, ricuarts di frut” Emigrazione minorile agli inizi del ’900 verso le fornaci della Baviera;
ore 19.30
Dibattito con:
Pierluigi Di Piazza fondatore del Centro di Accoglienza E. Balducci di Zugliano (UD)
prof. Furio Honsell sindaco di Udine
Conclusioni di Paolo Menis consigliere regionale del PD
ore 21.30
Musica di ascolto e liscio con le fisarmoniche e molto di più di Daniele & Emanuele

sabato 13 agosto 2011

Stili di vita, cambiare (dal basso) si può


Festa Democratica del Gemonese,
18-21 agosto 2011, Parco Colonia - Osoppo (UD)

Giovedì 18 - prima giornata

ore 18.30
Incontro dibattito sul consumo critico e sulle scelte economiche sociali

Saluto introduttivo: Giorgio Baiutti consigliere regionale del PD 
Moderatore: prof. Francesco Marangon, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche - DIES, Università degli Studi di Udine 
Interventi di:
Claudia Tessaro: I gruppi di acquisto solidale (GAS) esperienze di acquisto collettivo;
Francesco Zinzone: Acquisti consapevoli per sviluppare progetti sociali ed equosolidali: la realtà delle Botteghe del Mondo e dell’associazione Libera;
Paola Fontanini: Banca Etica: il risparmio con finalità sociali nel pieno rispetto della dignità umana e della natura.

ore 21.30
Serata musicale con dj Pecos - musica anni 70/80

mercoledì 10 agosto 2011

Resistenze caparbie


Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, in una lettera al Corriere della Sera, punta il dito contro le “resistenze caparbie” delle opposizioni per giustificare le mancate riforme del Governo utili a risanare la finanza pubblica ed a ottenere l’obiettivo del pareggio di bilancio.
Se il ministro Sacconi accusa l’opposizione di opporre una resistenza caparbia vuol dire che abbiamo lavorato bene.
E’ incredibile che chi ha governato per anni con una maggioranza blindata rifiutandosi di affrontare per tempo e seriamente la crisi, ora pensi di poter gettare addosso all’opposizione la responsabilità di non voler condividere misure inique. Il Pd ha fatto la sua parte: ha elaborato da tempo una politica economica alternativa per lo sviluppo sostenibile, il lavoro e il taglio del debito, l’ha messa a disposizione del Governo e richiamata in risoluzioni parlamentari.
L’unica resistenza caparbia davvero grave è stata quella del Governo, che per aprire il tavolo con le parti sociali ha aspettato che glielo chiedessero ad alta voce.

Debora Serracchiani

Il saccheggio prossimo venturo


Oggi che il governo pensa di risanare il paese svendendo le grandi aziende statali, dovremmo rivedere questo bel film-documentario del 2003 di Fernando Ezequiel "Pino" Solanas che spiega molto bene cosa successe all’Argentina con quel tipo di cure...
Memoria del saqueo (Diario del saccheggio) di Fernando Ezequiel "Pino" Solanas -   2003

martedì 2 agosto 2011

Non si dimentica

2 agosto 1980,
Bologna,
Stazione centrale,
ore 10.25,
sala d'aspetto di seconda classe



Non ci arriveremo mai....

Angela Merkel, la cancelliera del paese più forte e ricco d'europa, passa le vacanze in un hotel con prezzi dai 60 ai 90 euro in mezza pensione.
Il pranzo fuori: panino e wurstel a 1 euro e dieci centesimi.