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mercoledì 31 ottobre 2012

Chi non partecipa ha sempre torto


Incomprensibile


Non si capisce davvero il trionfalismo di Bersani dopo i risultati del voto siciliano, è vero che il presidente dell’assemblea regionale sarà Crocetta (PD), ma quasi la metà dei suoi eletti militano nelle file dell’UDC (che perde comunque 129 mila voti -38,3%) e il Partito Democratico passa da 505 mila voti del 2008 a 257 mila con un quasi dimezzamento dei consensi.
Sembrano i commenti stralunati dopo le comunali di Parma...
Crocetta non ha la maggioranza e dovrà comunque mediare con gli uomini di Casini...
Inoltre è confermato un po’ da tutti che il travaso da sinistra ha premiato il Movimento Cinque Stelle. 
Continuiamo pure a demonizzarli...

domenica 28 ottobre 2012

Facciamoci del male


Occorrono disciplina, rigore, metodo. E’ un percorso irto di accidenti, prove da superare, sciarade da interpretare. Partecipare alle “Primarie della Coalizione di centro sinistra Italia Bene Comune” (e già il nome denota conclamata snellezza), non sarà consentito a tutti.
Soltanto i migliori ce la faranno. Secondo i disfattisti, l’apparente farraginosità delle regole vergate dal Politburo servirebbe per disincentivare i renziani. Al contrario, il percorso è una stimolante gara a tappe. Una sorta di Tour de Bersanì.
La preparazione. L’Aspirante Primariante apprende di dover “sottoscrivere il pubblico appello di sostegno alla coalizione” e iscriversi all’”Albo degli elettori”. Ovvero rendere manifesto il suo credo, che a un bersaniano va bene ma a molti renziani (poiché di destra) no. Il Primariante si connette al sito delle primarie, dove è possibile reggere il sobrio regolamento (16 articoli, 93 commi) ma attraverso il quale non ci si può iscrivere alle primarie. Giustamente: la registrazione on line, per il Pd, è troppo modernista. Anche se, alla fine, pare si siano accordati su una sorta di pre-registrazione. Quindi? Boh.
La Carta d’intenti. Il Primariante è condotto alla sacra Carta d’intenti. Essa va sottoscritta e possibilmente imparata a memoria, ripetendola prima e dopo i pasti (ma volendo anche durante, con vivo e vibrante sprezzo del pericolo). La Carta, destinata a lasciare sulla Storia tracce paragonabili a quelle dei film di Little Tony sulla cinematografia mondiale, è divisa in più sottoparti: “Europa” (che ci guarda), “Sapere” (très chic). “Il nostro posto è in Europa” (pensavamo in Uganda). “Nessuno si salva da solo” (come disse Alberoni). “In un mondo in subbuglio” (e, oseremmo aggiungere, “popolato da goffi birbanti che fanno marameo”).
Basta un poco di Moniti e le Primarie van giù. Legittimamente provato per la lettura della Carta, il Primariante cerca conforto nella visione di una replica de L’infedele (soprattutto quando Lerner canta Contessa accompagnato allo zufolo da Vecchioni) o recitando come un salmo gli ultimi 712 moniti di Napolitano. Il cammino può così riprendere. 
Appello. La sottoscrizione dell’Appello è un momento fondante per l’esistenza del Primariante. Qualcosa da raccontare ai nipotini, insieme alla Cresima e al voto Pd sullo scudo fiscale. “Ci riconosciamo nella Costituzione repubblicana, in un progetto di società di pace, di libertà, di eguaglianza, di laicità, di giustizia, di progresso e di solidarietà”. E questo è bello. “Vogliamo sconfiggere ogni forma di populismo”. E questa è una rosicata anti-grillina.
Registrarsi (o quantomeno provarci). Esaurita la fase mistico-estatica, il Primariante deve registrarsi. Dal 4 al 25 novembre. Dove? “In prossimità del seggio”. Non al seggio (banale): “in prossimità”. Il percorso diviene avvincente caccia al tesoro. Il Primariante tenterà di iscriversi dal panettiere, dal macellaio. E ogni volta che sbaglierà, si sentirà temprato nello spirito (e nel fisico, se nel frattempo il macellaio lo avrà corcato).
Votare (ma anche no). Il Primariante ce l’ha fatta: ha votato il 25 novembre. Per farlo, ha dovuto trovarsi nel luogo di residenza (chi è in vacanza non denota sufficiente passione per la contesa) e avere 18 anni (anche se lo Statuto del Pd autorizzerebbe pure i 16enni, che però nel frattempo sono diventati renziani e quindi sgraditi). 
La contrizione dei ritardatari. Chi non ha partecipato al primo turno, può iscriversi il 26 o 27 novembre. Non basta, però: il Primariante Ritardatario deve portare la giustificazione. Come a scuola (“Coloro che dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla loro volontà, nell’impossibilità di registrarsi”). Svariato il novero di giustificazioni. “Franceschini mi tirava gli aeroplanini di carta dall’ultimo banco”; “La Serracchiani mi ha rubato i sandali fucsia”; “Livia Turco ci ha provato durante l’ora di religione”; “Volevo venire il 25 novembre, poi però all’ultimo momento ho preferito andare a cena con Penati”.
Rehab. Il Primariante ha votato. Poi però, con gli anni, subisce una mutazione. Magari ha un rigurgito populista (Satana non fa sconti). E non si sente più di centrosinistra. Un bel guaio, perché nel frattempo si ritrova iscritto nell’Albo degli elettori; ha sottoscritto un Appello; ha messo in camera il poster di Orfini nudo. Come uscirne? Urge una disintossicazione. Un graduale reinserimento nella società. Una Pd-Rehab. In bocca al lupo. 
Andrea Scanzi

martedì 16 ottobre 2012

Italia BeneComune



"Le primarie sono fatte cosi': ci può essere qualche intoppo e il dibattito può essere un po' troppo aspro. Ma le primarie sono la più grande e bella cosa che la politica possa offrire oggi in Italia. Noi siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, non solo per noi ma per l'Italia: siamo orgogliosi di mettere finalmente una cosa bella". Così Pier Luigi Bersani intervenendo sul palco della Sala Fellini presso il Centro Congressi Roma Eventi per la presentazione della Carta d'Intenti per l'Italia bene comune.

Appello degli elettori dell'Italia Bene Comune

Noi, cittadine e cittadini democratici e progressisti, ci riconosciamo nella Costituzione repubblicana, in un progetto di società di pace, di libertà, di eguaglianza, di laicità, di giustizia, di progresso e di solidarietà.
Vogliamo contribuire al cambiamento dell’Italia, alla ricostruzione delle sue istituzioni, a un forte impegno del nostro Paese per un’Europa federale e democratica. Crediamo nel valore del lavoro, nello spirito solidaristico e nel riconoscimento del merito. Vogliamo archiviare la lunga stagione berlusconiana e sconfiggere ogni forma di populismo.
Oggi siamo noi i protagonisti del cambiamento e ne sentiamo la responsabilità. La politica non è tutta uguale. Vogliamo che i nostri rappresentanti siano scelti per le loro capacità e per la loro onestà. Chiediamo che i candidati dell’Italia Bene Comune rispettino gli impegni contenuti nella Carta d'Intenti.
Per questi motivi partecipiamo alle elezioni primarie per la scelta del candidato comune alla Presidenza del Consiglio e rivolgiamo un appello a tutte le forze del cambiamento e della ricostruzione a sostenere il centrosinistra e il candidato scelto dalle primarie alle prossime elezioni politiche.

Per l'Italia. Bene Comune.

Preghiere


Partito nostro che sei nei Cieli, sia fatta la tua volontà, dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, non ci indurre in tentazione,  
ma liberaci da D’Alema. 
Amen 

Jena - La Stampa 

sabato 6 ottobre 2012

Onestà


Se siete onesti, dovete ammettere che quello che oggi tutti cercano improvvisamente di fare, Grillo voleva farlo già cinque anni fa. E tutti gli ridevano dietro. Questi sono tempi in cui Fini lancia la campagna "Liste pulite - fuori i corrotti dalla politica", e per farlo ha la brillante idea di proporre una petizione popolare e mettersi a raccogliere firme. Sono tempi in cui Giorgia Meloni lancia una proposta di legge per ripristinare la preferenza diretta. Sono tempi in cui perfino Berlusconi, dopo le ostriche di Fiorito. dichiara di voler fare pulizia interna. Sono tempi in cui anche il cosiddetto nuovo che avanza si mette a chiedere un limite sul numero dei mandati e l'abolizione dei rimborsi elettorali, come "Fermate il declino" di Oscar Giannino. E sono addirittura tempi in cui i grandi protagonisti della politica riscoprono il significato di termini come "movimento" in contrapposizione a "partito" e parlano di "liste civiche", come Pierferdinando Casini, anche se poi dentro a queste liste civiche ci finiscono grandi imprenditori che certamente, di civico nel senso di comune cittadino, hanno poco. Sono tutti tentativi di riverginatura. Se questo tentativo fosse onesto, avrebbero non dico appoggiato la proposta di legge popolare di Beppe Grillo, presentata cinque anni fa, ma perlomeno rispettato la Costituzione italiana, che all'Art.71 recita: "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli". E cosa la esercita a fare, se poi la proposta non viene calendarizzata per la discussione in aula? Trecentocinquantamila fantasmi, apolidi, che il Parlamento dei nominati ha sfregiato con il peggiore degli insulti: li ha ignorati. Scrive non un pericoloso professionista dell'antipolitica, ma uno stimato costituzionalista come Michele Ainis: "La facoltà prevista dalla Costituzione all'Art.71 di presentare una legge di iniziativa popolare si è ridotta di più e né meno che al ruolo che avevano un tempo le suppliche al sovrano. Con il Parlamento che si arroga il diritto di occuparsene o meno così, a capriccio. Come quei monarchi annoiati che, mollemente adagiati sul trono, decidevano il destino di questo o quel poveretto condotto al loro cospetto sollevando o abbassando il mignolo inanellato". Ad aprile, se nessuno ne discuterà in Parlamento, superate le due legislature la proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" si avrà come mai pervenuta. Trecentocinquantamila firme saranno allora prese e buttate nel cesso. Una delle prove più evidenti e indiscutibili del vuoto significato della parola democrazia in questo paese." 

Infantile o vanesio

Ci sono moltissime ragioni di delusione nei confronti del Pd, della sua deliberata confusione e della sua inefficacia; ma è infantile o vanesio non vederne la differenza dalla maggioranza berlusconista, anche dentro la grottesca necessità del sostegno comune al governo Monti.
Adriano Sofri

giovedì 4 ottobre 2012

PaNicoDemOcratico


Caro Segretario Bersani,
mi fido di te, come mi sono fidato 3 anni fa quando ho votato e sostenuto la tua candidatura a Segretario Nazionale del PD. Alle primarie invece non ti sosterrò, per molti motivi, ma non è questo il punto di cui vorrei discutere.
Sono sicuro che vuoi davvero primarie vere ed aperte. So che non deluderai l’ansia di partecipazione, i milioni di Italiani che andranno a votare per scegliersi il candidato Premier. So che non permetterai a nessuno di costruire regolette e trucchetti che, lungi dallo sfavorire il voto clientelare, quello organizzato dei capicordata, quello inquinato, penalizzeranno solo l’elettore comune, quello che magari per la prima volta sceglie il centrosinistra, e lo sceglie perché è stata data la possibilità proprio di indicare il premier. Frustrare, al contrario, la partecipazione, come nei desiderata di qualcuno, non solo falserà la competizione, ma causerà anche la disgregazione del PD.
Non voglio e non posso credere che alcuni stiano lavorando a definire procedure che nei fatti danneggiano gli altri candidati, solo per paura, per il timore che il piccolo potere costruito in questi anni sia spazzato via dalla partecipazione alle Primarie e dal tuo coraggio. Quello di metterci la faccia e dichiarare davvero contendibile la competizione.
Avresti potuto appellarti allo Statuto, dire che le primarie non erano necessarie, e invece hai capito, a differenza di altri, che questo strumento non solo è fondativo del nostro Partito, ma è soprattutto la strada più sicura per permettere al PD di vincere le elezioni e governare il Paese. Per questo modificare lo Statuto e lasciare anche ad altri iscritti del PD di correre alle primarie non è una concessione, né un favore, né un atto di generosità. Piuttosto è l’atto che certifica che il nostro partito non è come gli altri. Che il nostro partito è davvero democratico. Che il nostro partito è l’unico luogo politico in cui milioni di cittadini possono ancora riporre fiducia. Se alla fine prevarrà Bersani, o Renzi, o Vendola, il vincitore sarà forte di tutto il sostegno di quei milioni di elettori.
Facciamola semplice, Segretario, diciamo che gli Italiani voteranno come hanno fatto quando hanno scelto Prodi, Veltroni e te nel 2009. Mandiamo in soffitta manipolatori e mestatori. Chiudiamo le polemiche. Voliamo alto. Dimostriamo anche così perché tocca a noi governare.
Questa volta abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. Senza paracaduti o scorciatoie. E sono sicuro che i nostri elettori quelli storici e quelli delusi, quelli che non ci hanno mai votato e quelli che provano a fidarsi sapranno ripagarci davvero e trasformare le primarie in una festa della democrazia.
Francesco Nicodemo - www.francesconicodemo.it

Marzabotto



Domenica 7 ottobre 68° anniversario dell'eccidio. Per non dimenticare uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile compiuti nel nostro Paese e nella nostra terra dalle truppe nazi-fasciste. Ricordiamo, perchè non succeda mai più.

lunedì 1 ottobre 2012

Etica e sinistra



Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, riguardo alla manifestazione No Tav che si svolgerà a Ravenna il 13 ottobre, ha dichiarato:
I no-Tav hanno annunciato una manifestazione nazionale a Ravenna per sabato 13 ottobre.  Perché a Ravenna? Perché Ravenna è la sede della Cmc, una delle imprese che devono eseguire i lavori. Io sono favorevole alla Tav. Ovviamente ci sono anche i contrari: è un’opinione che non condivido ma che ovviamente rispetto. E’ viceversa un’assurdità manifestare contro un’impresa che ha vinto un appalto, in questo caso quello della Tav. E siccome si tratta di un’impresa ravennate lo dico chiaro e tondo. Faccio un altro esempio per spiegarmi: io sono contrario al ponte sullo stretto di Messina, ma trovo giusto che la Cmc abbia partecipato agli appalti e mi fece piacere quando ne vinse una parte. La Cmc è una grande impresa cooperativa, totalmenteautonoma dai partiti (come dimostra ad esempio la vicenda del ponte sullo stretto), che crea lavoro e ricchezza diffusa per la nostra comunità. Sono orgoglioso che la Cmc sia un’impresa ravennate. La manifestazione del 13 ottobre ha dunque, a mio giudizio, un obiettivo totalmente sbagliato, che mi sento da contrastare per difendere il lavoro della nostra gente.
Ho ritenuto opportuno riportare buona parte della dichiarazione del sindaco perché la trovo esemplare. Il ragionamento è: ci sono imprese che realizzano opere inutili o arrecano danni al territorio, ma se creano lavoro, allora, pazienza per i danni.
Neanche a dirlo, il sindaco di Ravenna guida una coalizione di sinistra. Questa – ormai è cosa nota – è la sinistra oggi in Italia: il lavoro davanti a tutto. Che poi se l’impresa distrugge il territorio, costruisce centrali nucleari, sforna Ogm, chissenefrega.
Dove pensa di andare questa sinistra? Gliene importa qualcosa del territorio dove la gente vive? dell’aria che respira? Dell’acqua che beve? In sostanza: questa sinistra ha un’etica? Ha provato mai il sindaco di Ravenna, lui che è di sinistra, ad immaginarsi al posto di coloro che proprio a causa dei lavori della CMC si sono ritrovati senza l’acqua nel Mugello?
Ho esordito con un elogio della Cmc, concludo con una nota polemica, una lettera inviata al giornale La Voce di Faenza dal signor Davide Patuelli, il quale, dopo aver parlato in occasione dei 110 anni dalla fondazione della Cmc con il suo presidente, avergli fatto rilevare i danni che l’impresa spesso arreca al territorio ed essersi sentito rispondere che il lavoro è davanti a tutto, commenta: “Rispetto la storia di questa grande cooperativa, l’impegno dei soci e le opportunità di occupazione che genera, ma non condivido questa filosofia la cui logica, portata alle estreme conseguenze, giustifica anche l’attività degli spacciatori o dei mafiosi.

Fabio Balocco - il Fatto Quotidiano