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martedì 28 luglio 2009

Incontri

alla Festa dell'Unità di Aquileia (UD)


interverranno:


venerdì 31 luglio alle ore 19.30 Piero Fassino

sabato 1 agosto alle ore 18.30 Vincenzo Martines

domenica 2 agosto alle ore 18.30 Debora Serracchiani


mercoledì 22 luglio 2009

Democrazia alla Cilena

La morte nel carcere di Capanne, per un pestaggio, di un falegname incensurato non fa indignare nessuno in questo Paese di MERDA? Il medico legale ha riscontrato quattro ematomi cerebrali, fegato e milza rotte, due costole fratturate. Nessun parlamentare alza la voce per gridare di un cittadino italiano ammanettato nella notte in casa sua insieme a sua moglie per qualche piantina di canapa nell'orto? Portati via come i peggiori delinquenti lasciando soli una vecchia di novant'anni e un ragazzino di 14 in un casolare isolato? Nei regimi totalitari ti vengono a prendere di notte per finire dentro a una fossa... Cos'è diventato questo Paese in cui bisogna avere paura di chi deve proteggerti?
Vorrei sapere dal ministero di Grazia e Giustizia, da cui dipendono le guardie carcerarie, se ci sono delle
indagini interne e a che punto sono. Vorrei che un parlamentare, almeno uno, si alzi, faccia un'interrogazione, si incazzi, chieda conto delle responsabilità al Governo.
Pochi mesi dopo la morte di
Aldo Bianzino, la nonna del ragazzo è morta, forse per il dispiacere, la moglie è morta per malattia accelerata dallo stress. E' rimasto il ragazzo, Rudra. Se fosse nato in qualunque altro Paese democratico, i suoi genitori sarebbero ancora in vita.
Ho visto la ricostruzione dei fatti in
un video che mi è stato inviato. Sono stato male e mi sono chiesto perché. In fondo, ogni giorno succede qualcosa anche peggiore. Ma questo arresto, queste morti, possono avvenire in qualunque momento, a qualunque famiglia italiana. Siamo tutti a rischio dentro le nostre case, mentre dormiamo.
La coca in Parlamento e Bianzino massacrato per delle piantine di canapa, una famiglia distrutta. I colpevoli impuniti, chissà, forse premiati. Uno Stato criminale non saprebbe fare di meglio. Ma io sono cittadino di uno Stato che si proclama democratico,
una democrazia, e chi ha sbagliato deve pagare. Qualcuno in Parlamento usi la sua funzione pubblica per la ricerca della verità. Questa storia è un sintomo di una malattia che sta divorando l'Italia. Il rifiuto del diverso. Va curata questa malattia, finché siamo in tempo.

Beppe Grillo - www.beppegrillo.it


venerdì 17 luglio 2009

Il nemico della stampa


Sarà il pessimismo della tarda età, sarà la lucidità che l'età porta con sé, ma provo una certa esitazione, frammista a scetticismo, a intervenire, su invito della redazione, in difesa della libertà di stampa. Voglio dire: quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che definiremo 'robuste' non c'è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a nessuno viene in mente di limitarla.
Questa la prima ragione del mio scetticismo, da cui discende un corollario. Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l'interesse della comunità.
È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?
Ricorderò sempre una storia che raccontava mia mamma che, ventenne, aveva trovato un bell'impiego come segretaria e dattilografa di un onorevole liberale - e dico liberale. Il giorno dopo la salita di Mussolini al potere quest'uomo aveva detto: "Ma in fondo, con la situazione in cui si trovava l'Italia, forse quest'Uomo troverà il modo di rimettere un po' d'ordine". Ecco, a instaurare il fascismo non è stata l'energia di Mussolini (occasione e pretesto) ma l'indulgenza e la rilassatezza di quell'onorevole liberale (rappresentante esemplare di un Paese in crisi).
E quindi è inutile prendersela con Berlusconi che fa, per così dire, il proprio mestiere. È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente - se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio - la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa. La stessa nazione accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicità, che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa - che sarà però ben presto superata perché è da quel dì che gli italiani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe.
Allora perché dedicare a questi allarmi un numero de 'L'espresso' se sappiamo che esso arriverà a chi di questi rischi della democrazia è già convinto, ma non sarà letto da chi è disposto ad accettarli purché non gli manchi la sua quota di Grande Fratello - e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perché una informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure?
Già, perché farlo? Il perché è molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedeltà al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all'epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe.
Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell'antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il
loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Però quei 12 che hanno detto di no hanno salvato l'onore dell'Università e in definitiva l'onore del Paese.
Ecco perché bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servirà a niente.

Almeno che un giorno si possa dire che lo si è detto


Umberto Eco L'Espresso

giovedì 16 luglio 2009

"Norme incostituzionali e razziste"


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il “pacchetto sicurezza”. Il testo era stato approvato in via definitiva al Senato il 2 luglio scorso, anche se esponenti della stessa maggioranza avevano richiesto provvedimenti correttivi d’urgenza per colf e badanti, nella consapevolezza dei grossi problemi pratici che l’entrata in vigore delle nuove norme creerà. Lo stesso Presidente della Repubblica, nel promulgare la legge sulla sicurezza, ha dichiarato che l’insieme del provvedimento suscita “perplessità e preoccupazioni” per le “numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità” rilevando in particolare “la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell'ordinamento e del sistema penale vigente”. Anche il Consiglio Superiore della Magistratura, del quale Napolitano è presidente, ha espresso le stesse perplessità. Le “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” avevano infatti provocato numerose polemiche, manifestazioni di protesta ed appelli nei quali le nuove norme venivano definite razziste e incostituzionali.

da Peacereporter


Segretario Regionale

Molto probabilmente sarà duello tra il vicesindaco di Udine, Enzo Martines (Bersaniano), e l’europarlamentare, Debora Serracchiani (Franceschiniana) per il posto di Segretario Regionale del Partito Democratico
Martines è stato candidato ufficialmente dal segretario regionale uscente Bruno Zvech, Debora terrà una conferenza stampa, a Udine sabato, nella quale dovrebbe ufficializzare la propria candidatura.
Entrambi i candidati sono giovani e validi e possono garantire una ventata di rinnovamento nel nostro partito in Friuli.

sabato 11 luglio 2009

Friuli anno zero

Da notizie di stampa pare molto probabile l'abbandono della sede di Osoppo da parte del Festival Reggae Rototom SunSplash;
L'accanimento a cui vengono sottoposti i giovani frequentatori del festival, da parte delle forze dell'ordine, i tagli ai finanziamenti regionali (si tratta del festival reggae più importante d'europa !), le pretestuose lamentele di alcuni cittadini osovani, impongono agli organizzatori la ricerca di una sede alternativa.
L'ottusità e la miseria culturale in cui è caduta questa Regione dall'avvento della giunta di destra del governatore Tondo si avverte anche da queste notizie.
I Sindaci dei Comuni dell'area, che usufruiscono in maniera diretta o indiretta di tale evento (pernottamenti, acquisti, turismo, etc. da parte di migliaia di giovani da tutto il mondo), non hanno nulla da dire ?

venerdì 10 luglio 2009

G 7 e 1/2

Il G8 è il più grande allestimento di fiction che il palcoscenico del mondo conosca. Arruola migliaia di comparse armate. Attiva controlli satellitari, forze navali e aeree. Isola una porzione geografica del Paese ospitante e la occupa, la perquisisce, la sterilizza. In quello stesso luogo fa convivere il massimo del segreto (il potere) con il massimo della visibilità mediatica (la tv) in modo che uno illumini l’altro e lo moltiplichi.

Il G8 dilaga come una febbre nei palinsesti di tutte le nostre vite. Diventa lo spettacolo dei buoni sentimenti e della politica di superficie. Un grande ballo senza musica, un racconto fiabesco. Illumina i volti e i corpi di una pattuglia di comandanti in capo (detti Gli Otto Grandi) che convergono con i rispettivi staff (ognuno un aereo, un servizio di sicurezza, un plotone di esperti) per sorridersi e abbracciarsi in pubblico, e poi ritirarsi in segreto dietro a schiere di uomini armati, porte blindate, a consumare i famosi Summit “dove vengono discussi i grandi problemi del mondo”. Anzi ponderati. Mentre le loro mogli, circondate da altrettante telecamere, riflettori, bodyguard, visitano bimbi, consolano ammalati (o terremotati) bevono il tè, ma specialmente fanno shopping, ognuna esibendo una qualità peculiare, la bellezza, il sorriso, il tailleur.

Questo mentre a Urumqui, nello Xinijang, l’esercito cinese fa strage di uomini e donne uiguri; a Teheran sparano sulla folla che manifesta contro il regime di Ahmadinejad; a Mosca regna Putin e sparisce l’inchiesta sull’omicidio di Anna Politovskaja; l’Africa muore di fame, eccetera.

A L’Aquila non si è deciso nulla - clima, inquinamento, povertà del mondo, crisi finanziaria, armamenti - tutto rimandato o deciso altrove. Dell’immenso spettacolo resteranno un paio di immagini: quella di Barack Obama che stringe la mano a Gheddafi, e di Stefania Pezzopane che bacia George Clooney, e che ci sono costate quanto un intero programma alimentare per l’Africa.

Oggi i Grandi Del Mondo partiranno. Papi invece resta, andrà a rilassarsi nella spa di Arcore con metaldetector anti registratori. E i terremotati? Quelli rimangono in tenda, bye bye.


Pino Corrias - voglio scendere

martedì 7 luglio 2009

G8

Achtung Banditen !



Sabato 18 luglio 2009 a Treppo Carnico (UD)

ore 18.30

Galleria d'arte moderna "E. De Cillia"
Inaugurazione della Mostra fotografica "Resistenze infinite" di Danilo De Marco

ore 20.30
concerto teatrale per la Resistenza "Achtung banditi!" di Massimo Somaglino