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venerdì 10 luglio 2009

G 7 e 1/2

Il G8 è il più grande allestimento di fiction che il palcoscenico del mondo conosca. Arruola migliaia di comparse armate. Attiva controlli satellitari, forze navali e aeree. Isola una porzione geografica del Paese ospitante e la occupa, la perquisisce, la sterilizza. In quello stesso luogo fa convivere il massimo del segreto (il potere) con il massimo della visibilità mediatica (la tv) in modo che uno illumini l’altro e lo moltiplichi.

Il G8 dilaga come una febbre nei palinsesti di tutte le nostre vite. Diventa lo spettacolo dei buoni sentimenti e della politica di superficie. Un grande ballo senza musica, un racconto fiabesco. Illumina i volti e i corpi di una pattuglia di comandanti in capo (detti Gli Otto Grandi) che convergono con i rispettivi staff (ognuno un aereo, un servizio di sicurezza, un plotone di esperti) per sorridersi e abbracciarsi in pubblico, e poi ritirarsi in segreto dietro a schiere di uomini armati, porte blindate, a consumare i famosi Summit “dove vengono discussi i grandi problemi del mondo”. Anzi ponderati. Mentre le loro mogli, circondate da altrettante telecamere, riflettori, bodyguard, visitano bimbi, consolano ammalati (o terremotati) bevono il tè, ma specialmente fanno shopping, ognuna esibendo una qualità peculiare, la bellezza, il sorriso, il tailleur.

Questo mentre a Urumqui, nello Xinijang, l’esercito cinese fa strage di uomini e donne uiguri; a Teheran sparano sulla folla che manifesta contro il regime di Ahmadinejad; a Mosca regna Putin e sparisce l’inchiesta sull’omicidio di Anna Politovskaja; l’Africa muore di fame, eccetera.

A L’Aquila non si è deciso nulla - clima, inquinamento, povertà del mondo, crisi finanziaria, armamenti - tutto rimandato o deciso altrove. Dell’immenso spettacolo resteranno un paio di immagini: quella di Barack Obama che stringe la mano a Gheddafi, e di Stefania Pezzopane che bacia George Clooney, e che ci sono costate quanto un intero programma alimentare per l’Africa.

Oggi i Grandi Del Mondo partiranno. Papi invece resta, andrà a rilassarsi nella spa di Arcore con metaldetector anti registratori. E i terremotati? Quelli rimangono in tenda, bye bye.


Pino Corrias - voglio scendere

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