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martedì 30 marzo 2010

Omertà

Il parroco che sa dov’è il cadavere della ragazza scomparsa e non lo dice. Il medico che sa chi lasciò morire in ospedale il detenuto drogato e non lo dice. L’appuntato che sa chi picchiò a morte in caserma l’altro carcerato e non lo dice. I ragazzi del bar che guardano il corpo rantolante di un ragazzo preso a botte da un teppista e non solo non fanno nulla per fermare l’aggressore, ma non si chinano nemmeno a prestare aiuto al ferito, continuando a bere e mangiare. La cronaca ci offre testimonianze di omertà a getto continuo. Pur nelle diverse gradazioni di responsabilità, ciò che unisce il parroco al medico, il medico all’appuntato e l’appuntato ai ragazzi del bar è il disprezzo per le leggi dello Stato in quanto provenienti, appunto, dallo Stato.

Un’entità che essi non riconoscono o comunque subordinano a un’altra molto più importante: la Chiesa, la corporazione, la famiglia, se stessi. Il proprio «particulare», come scriveva Guicciardini degli italiani già parecchi secoli fa. Questo è un Paese che da sempre non ha senso dello Stato perché lo Stato gli fa senso. Dai più viene percepito come un padrino insolente cui siamo costretti a versare il pizzo sotto forma di tasse e chiunque riesca a sottrarsi alla corvée è percepito quasi come un eroe. L’idea di appartenere a una comunità più vasta di una casta ci è sconosciuta. L’omertà di massa nasce da qui. Non tanto dalla mancanza di coraggio, ma da una compiaciuta ignoranza del proprio status di cittadini che dovrebbero avere una sola famiglia, lo Stato, e un solo confine, la legge.


Massimo Gramellini - la Stampa

lunedì 29 marzo 2010

Migrazione verso il nazismo


Dai primi dati sulle elezioni Regionali (che non hanno interessato la nostra Regione) spicca il risultato del Veneto, in cui la Lega Nord è stata votata da oltre un elettore su tre.

Questo dato dovrebbe far riflettere: il Veneto (così come il Friuli) fino agli anni settanta, è stato terra di emigrazione, credo non ci sia famiglia veneta che non abbia parenti all’estero, oggi benestanti, ma qualche generazione fa nella miseria.

Queste famiglie oggi votano un partito razzista che ha come obiettivo principale della sua politica una guerra senza quartiere agli immigrati, sono bastati trent’anni per far dimenticare ai veneti la loro storia, succederà anche nel Friuli dei Fogolârs Furlàns ?

mercoledì 24 marzo 2010

Nazifascisti

Oggi ricorre il 66° anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, compiuto a Roma dalle truppe di occupazione naziste il 24 marzo 1944. Furono uccisi 335 tra civili e militari italiani, come atto di rappresaglia in seguito a un attacco partigiano contro le truppe naziste avvenuto il giorno prima in via Rasella

giovedì 18 marzo 2010

Gioventù


Il Consigliere regionale Sandro Della Mea ha organizzato per giovedì 25 marzo p.v. alle ore 18.00 presso l'hotel Carnia di Venzone un incontro con i Giovani iscritti e simpattizzanti del PD e con gli adulti che si occupano di politiche giovanili, per analizzare e discutere il disegno di legge approvato dalla Giunta Regionale sul tema "Legge per l'autonomia dei giovani".
L'incontro è propedeutico alla costituzione di un tavolo di lavoro dal quale possano emergere le proposte e/o controproposte dei giovani del PD dell'Alto Friuli rispetto al tema.

Crisi



Appuntamenti

Il circolo PD di Moruzzo in collaborazione con il gruppo consiliare e la segreteria regionali del PD, organizza, all'auditorium comunale "R.Puppo" a Moruzzo presso il plesso scolastico di via Divisione Julia, alle ore 20,30 di lunedì 22 marzo.
l'incontro:

"parlare, capirsi, decidere: il testamento biologico e i temi etici alle porte della politica"

Beppino Englaro, assieme a Giorgio Venier Romano, Ferruccio Saro,
Alessandro Tesini e Debora Serracchiani

sabato 13 marzo 2010

Sgombriamo le macerie

Sotto indagine Berlusconi e i suoi fidi scudieri Minzolini (Tg1) e Innocenzi (Agcom, organo pubblico di garanzia). Concussione. Per Innocenzi la procura di Trani chiede l'interdizione dai pubblici uffici e, sembra, non solo per lui. E' gente non in condizione di governare il bene comune: sono governati loro dal proprio interesse. La storia è questa, ed ha molto a che vedere con quella che raccontavamo ieri a proposito del progetto P2, punto primo zittire l'informazione. Si incrocia con l'incapacità dell'uomo che oggi incarna quel progetto di distinguere ciò che è suo dal quel che è di tutti. Dunque succede che Silvio Berlusconi non sopporti la libera informazione, di solito quando è libera racconta a suo carico una serie di vergogne. I suoi dipendenti non lo fanno, li stipendia. Alcuni giornali, alcuni giornalisti - dentro e fuori dalla Rai - non ha potuto invece comprarli. Prova dunque a spegnerli. Telefona ad uno dei commissari della Agcom, l'Autorità garante nelle telecomunicazioni, una sorta di arbitro che dovrebbe essere giusto e neutrale. Lo tratta, questo Giancarlo Innocenzi, come il suo maggiordomo. Gli dice che non gli piacciono i programmi di Santoro e Dandini, dunque deve chiuderli: se non è buono a chiuderli è meglio che si dimetta. Deferente Innocenzi, che non ha il potere di chiudere caso mai di accogliere le proteste e giudicarle, propone di fare così: scriverà lui gli esposti contro le trasmissioni sgradite al premier. Lui, l'arbitro. Poi cercherà un politico che le firmi, non sarà difficile trovarne tra i dipendenti in Parlamento. Quindi esaminerà gli esposti da lui stesso scritti e li accoglierà, certo. Santoro per Annozero di esposti in questa stagione ne ha ricevuti 5, solo in tema di giustizia. Ci ha detto, ieri: «L'Agcom deve chiudere». Non è l'unico pezzo di stato ridotto in macerie dal premier-padrone, certamente no. Però è un pezzo importante, come lo sarebbe il tg1 rimasto solo a informare milioni di italiani che non leggono i giornali e che dunque ignorano quasi tutto di ciò che accade. Al telefono Berlusconi chiama Minzolini «direttorissimo». Al Tg1 ce lo ha messo lui. Il direttorissimo gli risponde anticipandogli i suoi editoriali, gli dice «non preoccuparti, ci penso io». Nel frattempo Masi ha chiuso i programmi di approfondimento. Di politica parlano solo Fede e Minzolini: indovinate come. Ieri il Tar ha accolto il ricorso delle tv private contro lo stop al talk show. Vale per la Rai? Certo che no. Vedrete che lunedì la Rai confermerà la decisione di sospenderli, dirà che non estende la decisione del Tar alla tv pubblica.
Oggi in piazza del Popolo Santoro ha detto che non ci sarà. Ci saranno però migliaia e migliaia di persone pronte a sgomberare le macerie che il Ras del partito dell'Amore ci lascia sotto casa ogni giorno. Ciascuno ne porti via un po' con la sua carriola. Ripuliamo il Paese, che è nostro. Occhio ai tranelli: hanno evocato l'attentato, cercheranno l'incidente. Proveranno a rovesciare la frittata, come sempre mentiranno. Spegnete la tv, scendete in strada. Dovremo essere tanti, per una volta uniti. Non è più tempo di giocare a chi è più puro. Mettiamo a tacere chi ci vuole sudditi silenziosi. Siamo tutti quelli che non può comprare. Liberiamoci.

Concita De Gregorio - L'Unità

lunedì 8 marzo 2010

Le immagini della fantasia


Venzone - Palazzo Comunale
21 Marzo - 25 Aprile 2010
Orario:
sabato, domenica e festivi 10.00 - 12.30, 15.30 - 19.00
lunedì - venerdì 10.00 - 12.30

Contro il Golpe


SI' ALLE REGOLE NO AI TRUCCHI




giovedì 4 marzo 2010

L'amore al tempo dei cretini



Corsi e ricorsi


Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."


Elsa Morante su Mussolini, anno 1945


A chi avete pensato ?

lunedì 1 marzo 2010

Mario e il mago



Sono un cittadino dell' Italistan. Vivo a Milano 2, in un palazzo costruito dal presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un' azienda di cui è azionista il presidente del Consiglio. L' assicurazione dell' auto è del presidente del Consiglio, come l' assicurazione della mia previdenza integrativa. Compro il giornale, di cui è proprietario il presidente del Consiglio, o suo fratello, che è lo stesso. Vado in una banca del presidente del Consiglio. Esco dal lavoro faccio spese in un ipermercato del presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal presidente del Consiglio. Se decido di andare al cinema, ho una sala del circuito di proprietà del presidente del Consiglio dove guardo un film prodotto e distribuito da una società del presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal presidente del Consiglio). Se rimango a casa, guardo la tv del presidente del Consiglio con decoder prodotto da società del presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del presidente del Consiglio sono interrotti da spot realizzati dall' agenzia pubblicitaria del presidente del Consiglio. Faccio il tifo per la squadra di cui il presidente del Consiglio è proprietario. Guardo anche la Rai, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Se non ho voglia di tv, leggo un libro, la cui editrice è di proprietà del presidente del Consiglio. È il presidente del Consiglio a predisporre le leggi approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti e/o avvocati del presidente del Consiglio, il quale governa nel mio esclusivo interesse. Per fortuna!


Antonio Di Furia