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mercoledì 21 agosto 2013

Il mondo alla rovescia


Come nelle epoche maledette, quando la politica diventa impostura, stiamo assistendo a un rovesciamento clamoroso del senso, a un sovvertimento della realtà. 
Il reato commesso da Berlusconi e sanzionato da tre gradi di giudizio è scomparso, nessuno chiede conto all'ex Premier del tesoro illegale di 270 milioni di euro costruito a danno della sua azienda e dei piccoli azionisti per giocare sporco nel campo della giustizia, della politica, dell'economia, alterando regole, concorrenza e mercato.
Nel mondo alla rovescia in cui viviamo si chiede invece ad un soggetto politico  -  il Pd  -  e a due soggetti istituzionali (il Presidente del Consiglio e il Capo dello Stato) di compromettersi con la tragedia della destra, costretta a condividere in pubblico i crimini privati del suo leader. Compromettersi trovando un'uscita di sicurezza dalla condanna definitiva del Cavaliere, piegando il diritto, la separazione dei poteri e la Costituzione, cioè l'uguaglianza dei cittadini. E tutto questo con una minaccia quotidiana che dice così: la politica e le istituzioni sono talmente deboli che la disperazione conclusiva di Berlusconi può tenerle prigioniere, piegandole per poi farle sopravvivere deformi per sempre. Napolitano ha già risposto che le sentenze si eseguono. 
Ma le pressioni non si fermano, puntano alla creazione di un nuovo senso comune, urlano al sacrilegio politico, invocano l'eccezione definitiva che faccia di Berlusconi il "fuorilegge istituzionale", il primo cittadino di uno Stato nuovo, fondato sulla trasgressione elevata a norma, sulla forza che prevale infine sul diritto. Bisogna essere consapevoli che questa è la vera posta in gioco oggi. Si può rispondere se si è capaci di mantenere autonomia politica e culturale. E soprattutto se si sa conservare la coscienza di vivere in uno Stato di diritto e in una democrazia occidentale, che non vuole diventare una satrapia dove la nomenklatura è al di sopra della legge e un uomo solo tiene in pugno il Paese.
Ezio Mauro - La Repubblica

venerdì 2 agosto 2013

Non ci sono più scuse


Ormai non esistono più scuse. Non si può più fare finta che nulla sia cambiato. La condanna definitiva per frode fiscale di Berlusconi, mette davanti al Pd una scelta di non ritorno.
Un partito che dovrebbe rappresentare la legalità, la moralità e difendere i sani valori del nostro Ordinamento non può stare al Governo con un partito presieduto e gestito da un pregiudicato.
Non è più tollerabile, non più giustificabile, non più sostenibile. Nessuna grande ragione di Stato è possibile.
Siamo di fronte al punto di svolta epocale. Il Partito democratico deve decidere o muore definitivamente o rinasce dalle ceneri degli errori commessi in questi ultimi anni. Basta giocare a fare i salvatori della patria.
Il Governo Letta altro non è che una porcheria politica che non è in grado di risolvere nessun problema dell’Italia, e in questi mesi è stato solo capace di rinviare i problemi e non affrontarli. Si ripresenteranno in autunno ancora più forti e preoccupanti.
Basta ipocrisia di Stato, basta finte e vuote parole. La gente ha bisogno di un vero Governo che decida nel suo esclusivo interesse. Napolitano dovrà prenderne atto. Continuare ad imporre grandi alleanze solo per conservare lo status quo non serve all’Italia ma soprattutto agli Italiani.
Con la sentenza definitiva che condanna Berlusconi per frode fiscale si certifica definitivamente il conflitto d’interessi di questi ultimi vent’anni.
Siamo al paradosso che un delinquente e pregiudicato viene scortato e tutelato dalle forze dell’Ordine. Siamo al paradosso che tanti carabinieri siano impiegati per stare davanti a case, ville e palazzi di un delinquente.
Siamo al paradosso che tanti soldi pubblici vengano utilizzati per tutelare un evasore fiscale. Siamo alla più completa confusione istituzionale. È ora che si cambi completamente e si ripristini una normalità sociale e legale.
Basta prese in giro. La legge deve essere uguale per tutti.
Il Partito Democratico ha l’ultima occasione per ritornare credibile agli occhi dei suoi elettori. Basta politichese sciocco. Ora è arrivato il tempo delle scelte e non si può più stare al governo con il Pdl. Un altro governo è possibile anche con il movimento cinque stelle. Se così non fosse meglio subito andare a nuove elezioni, anche del Presidente della Repubblica.
L’Italia ha bisogno di aria fresca e di nuove prospettive. I tanti cittadini Italiani sono stanchi e stremati dalle continue vessazioni e quotidiane ingiustizie sociali. Vogliono vedere un Parlamento che lavori per risolvere i problemi e non per difendere le varie lobby militari, della sanità, del gioco d’azzardo o altre categorie poco nobili.
Il Partito Democratico decida subito. Il Pdl continuerà a denigrare uno dei tre poteri dello Stato e ad avvelenare i pozzi della legalità e delle Istituzioni. Chi del Pd pensa di mettere al primo posto la sua poltrona e la sua carica non fa altro che danneggiare il proprio partito e i suoi elettori.
Tutta la base del Partito ha voglia di un Pd sano e fiero e che combatta senza se e senza ma le ingiustizie e le disparità sociali. Il tempo di rinascere è oggi. Domani sarà troppo tardi.
Andrea Viola
Avvocato e consigliere comunale Pd