Benvenuti

Un saluto a tutti quelli che entrano in questo spazio di discussione.
Puoi aggiungere un commento ai Post pubblicati oppure aggiungere un contributo mandandolo ad uno dei nostri indirizzi e-mail

venerdì 30 dicembre 2011

Tengono famiglia

Il Sole 24 Ore di ieri disegna, sotto il titolo ”Il bilancio impigliato nelle famiglie”, un ritratto della Regione Friuli Venezia Giulia in cui si radica la consuetudine alle leggi mancia e ai contributi ad personam, abita l’uso disinvolto del potere e del privilegio, e si sfrutta la specialità legislativa per far fiorire doppioni inutili e costosi. A tanto è stato ridotto dalla Giunta Tondo quello che era un esempio avanzato di autonomia federale.
Il Friuli Venezia Giulia ne esce come una regione umiliata sulla stampa nazionale: grazie Tondo.
Quella del Sole 24 Ore è un’istantanea, dolorosa ma purtroppo somigliante, delle condizioni in cui versa la Regione: è significativo che l’attenzione del quotidiano di via Monte Rosa si appunti particolarmente sulle finanziarie regionali, la cui situazione poco chiara avevamo denunciato già da tempo. E non possiamo nemmeno nasconderci che questo è anche un segno della reputazione di cui gode l’attuale amministrazione regionale negli ambienti economici e finanziari più accreditati. D’altra parte, non c’è da stupirsi, se per il Friuli Venezia Giulia si cominciano ad attagliare espressioni che eravamo abituati a leggere riferite a realtà di altre latitudini.
Nella nostra idea di regione tutto questo non esisterà più, perché lo statuto speciale deve servire a dare indirizzi e a fare leggi, non a distribuire posti e mance.

Debora Serracchiani

lunedì 19 dicembre 2011

Vergognoso

[...] sui vitalizi in vigore e sul sistema per quelli ancora da maturare Pdl e Pd la pensano allo stesso modo. Alla pattuglia di ex non s’ha da toccare la “pensione”, perché – è la tesi dei due partiti maggiori – si tratta di diritti acquisiti da non discutere. Anche il Fli, con Paolo Ciani – consigliere regionale e coordinatore Fvg del partito – pensa che incidere sul pregresso non sia possibile.[...]  e ancora: [...] vanno evitate scelte affrettate [...] !!! - Consiglio Regionale FVG

Ma i diritti acquisiti non si toccano SOLO ai politici?
E noi Circoli dovremmo fare tesseramento e campagna elettorale?

venerdì 16 dicembre 2011

Evviva!

Francesco Azzarà è libero e sta bene :)))

Liberalizzazioni e credibilità


Negli ultimi giorni durante la discussione della manovra in Parlamento le liberalizzazioni, che originariamente vi erano contenute, hanno subito diversi ridimensionamenti. I tre principali settori che venivano toccati (farmacie, taxi e ordini professionali) hanno visto il solito triste sollevarsi delle caste di questo Paese tanto da spingere il presidente del Consiglio, Mario Monti, a dire che le liberalizzazioni “spesso vengono superate non al primo colpo ma con una determinazione tenace”. Sulle liberalizzazioni il Governo Monti si gioca parecchia credibilità anche in Europa.
E’ innegabile la delusione per questa battuta d’arresto che si riscontra proprio uno dei punti qualificanti proposti dall’agenda europea, ed è per questo che occorre mantenere le liberalizzazioni tra le priorità più urgenti del Governo.Per l’esecutivo dovrebbe essere inaccettabile subire da parte di gruppi più o meno circoscritti un potere di veto su riforme che sono largamente ritenute importanti e indilazionabili. Spero proprio che stavolta l’atteggiamento delle forze politiche che si proclamano portatrici di dottrina e istanze liberali sia decisamente più costruttivo.
Debora Serracchiani

    Proposte

    Il Circolo PD di Gemona del Friuli organizza:

    mercoledì 14 dicembre 2011

    Odio


    I testimoni raccontano di un uomo bianco di mezza età che ha sparato ai senegalesi, due distinti agguati nella piazza del Mercato Centrale a Firenze. È stata usata una pistola 357 Magnum. Lo sparatore, che si è ucciso quando si è visto braccato dalla polizia, era iscritto a Casa Pound. Subito dopo a Firenze esplode la rivolta dei senegalesi, dando vita a un corteo, dal luogo dell’omicidio alla prefettura. In tanti hanno gridato “Italia razzista”. Così scrivono le agenzie del 13 dicembre e lanciano nel mondo il nome di Firenze, quello di “un uomo bianco” che ha fatto fuoco con un’arma da guerra, i nomi dei due morti e di tre feriti gravissimi. Il sindaco di Firenze ha dichiarato il lutto cittadino.
    Ma tutto ciò accade due giorni dopo l’incendio di un campo nomadi a Torino, quando una spedizione notturna di uomini decisi a uccidere e bene organizzati sono andati a vendicare un falso stupro. Subito prima del rogo qualcuno ha gridato: “E se ci sono dei bambini?” e subito c’è stata la risposta, barbara e tranquilla: “Bruceranno anche loro”. E poi il rogo ha distrutto tutto, mentre uomini e donne, bambini e vecchi fuggivano nella notte. Il sindaco Fassino ha detto: “Questo è linciaggio”. Il governatore leghista Cota non ha avuto niente da dichiarare.
    Intanto a Roma, nel pomeriggio del 12 dicembre, in una stradina tra via del Corso e via Ripetta una banda di uomini (mandati da chi?) ha cominciato ad aggredire, insultare e inseguire i giovani venditori neri di via del Corso. C’è stata una fuga precipitosa, ci sono foto dei passanti, ma nessuno sa se i giovani neri siano stati raggiunti. Gli aggressori volevano assumersi il compito di una “giustizia fai da te” tipo quella delle famigerate ronde? Per capire, occorre ricordare che il governo guidato dalla Lega aveva ordinato ricorrenti rastrellamenti di ambulanti immigrati in molte città italiane. A Roma, proprio in via del Corso, ho visto, ai tempi di Maroni, clamorose azioni coordinate di vari corpi di polizia che facevano retate di ambulanti, mentre poco lontano delitti di malavita avvenivano indisturbati quasi ogni giorno.
    Ora la Lega se n’è andata e non conta nulla. Ma lascia il frutto marcio dell’odio coltivato a lungo nel silenzio dei partiti, dei media, di quasi tutti i vescovi, della cultura. Un messaggio spaventoso e tranquillamente tollerato che chiama a raccolta tutte le destre squilibrate. È giusto temere che sia solo l’inizio.

    Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano

    mercoledì 7 dicembre 2011

    Manovra 2

    La manovra “salva-Italia” è criticabile sotto molti punti di vista: economico, sociale, culturale…E direi anche sotto l’aspetto etico, perché i più deboli sono quelli che continuano a pagare, mentre i grandi patrimoni rimangono praticamente intonsi. Senza sottovalutare il fatto che il Vaticano resta intoccabile con i suoi privilegi (come non pagare l’Ici).
    Tuttavia questo giudizio non mi porta a dimenticare quello che l’Italia ha subìto in buona parte dell’ultimo decennio. Molti commentatori – tralascio quelli e i quotidiani di destra – e parte degli italiani che sostenevano le opposizioni nel precedente governo, e che sono fortemente critici nei confronti del nuovo governo, sembrano avere memoria corta. Perciò non sarebbe male se, al termine delle doverose e necessarie critiche a Monti & company, si dicesse: «Però non dimentichiamo che le maggiori responsabilità di quanto sta accadendo oggi, le ha il governo Berlusconi…».
    Perché lui e la sua maggioranza hanno portato il Paese ad una situazione drammatica. Mentre Berlusconi riceveva nelle dimore di Stato e private, ragazze compiacenti e prostitute accertate (almeno sei), mentre un gruppo ristretto di bavosetti se la spassava con giovani poco più che ventenni (e qualcuna anche minorenne) al ritmo del Bunga-Bunga, l’Italia andava allo sfascio. E lui rideva, rideva, rideva e continuava ad arricchirisi, facendo ancora “vendite” da pescivendolo (con tutto il rispetto per la categoria), prendendo in giro gli Italiani, comprando i sostenitori in Parlamento a colpi di sottosegretariato e altre prebende, sporcanco le Istituzioni con i suoi comportamenti nemmeno da basso Impero, devastando l’immagine nazionale all’estero…Questa, fino a un mese fa, è stata l’Italia di Berlusconi.
    E adesso c’è qualcuno costretto a fare il lavoro sporco. Perché la riforma delle pensioni – doverosa in ogni caso, anche se perfettibile – andava realizzata da anni. E avrebbe dovuto farla il maialino che pensava invece alle sue maialate; il ritorno dell’Ici è conseguenza del fatto che lo stesso maialino l’aveva eleminata, aprendo un “buco” colossale, e perché incapace di mantenere le promesse anti-tasse (ripetute in tutte le tornate elettorali e mai mantenute e metà degli italiani gli hanno creduto grazie alla propaganda dell’informazione televisiva: bocconi, bocconi, bocconi).
    Oggi paghiamo un duro prezzo. Ma per colpa di Berlusconi, di quel poveretto di Bossi (che nemmeno scandalizza più con il dito medio alzato: fa solo pena) e del gruppo di potere che ha sostenuto il peggior governo della storia d’Italia.
    Si attacchi Monti, si facciano scioperi, si chiedano miglioramenti al decreto e misure più eque. Ma, per favore, attenti alla memoria corta. Che, l’abbiamo visto altre volte in passato, è sempre in agguato.

    Guglielmo Pepe - La Repubblica

    Manovra 1

    Credevo fosse uno scherzo. E l’ho mandato al diavolo.
    Invece era proprio lui.
    “Buon giorno, sono Mario Monti.” Ho risposto con il classico: “E io sono Napoleone.” Poi ovviamente mi ha preso un colpo quando mi ha passato Gad Lerner che mi ha detto: “Guarda che è proprio lui…”
    In due parole è successo che Monti ha capito che se non modificava la manovra scoppiava la guerra civile. Cioè, non puoi togliere la rivalutazione della pensione a uno che vive con meno di 1500 euro al mese e poi aumentargli l’Iva e la benzina… Succede che s’incazza. E anche i pensionati sono capaci di fare i black bloc se gli gira…
    Così ho preso il treno a Foligno e sono andato a Roma.
    C’era tutto un gruppo di tipi strani che era stato convocato per tirar fuori qualche idea che potesse salvare l’Italia dalla bancarotta (questo vuol dire “default”) senza creare masse di persone lacere e affamate.
    C’erano i cattolici dei Bilanci di Giustizia veneti, con i loro parroci, una delegazione di una consociazione di onlus che in Africa hanno costruito mille pozzi autofinanziati, c’erano i volontari che vanno a fare i clown negli ospedali, Biggeri di Banca Etica, don Ciotti di Libera, Gesualdi del Manuale del Consumo Critico, Alex Zanotelli, Don Gallo, Marco Boschini dei Comuni Virtuosi, Michele Dotti dei Verdi Civici, Fabio Roggiolani specialista di efficienza energetica e imprese ecosostenibili del Sel, Cristiano Bottone delle Città in Transizione, Carlo Petrini, Marco Travaglio, Santoro, Peter Gomez, Luigi Rambelli di Lega Ambiente e la mia mamma… C’era anche Beppe Grillo. Monti ci ha brevemente spiegato che dopo aver sentito le parti sociali aveva deciso di sentire anche le parti Asociali, che eravamo noi. “Asociali un cazzo!” ha sbottato Beppe. “Gli asociali siete voi che sparate miseria sui vecchi e sui bambini.”
    E tutti abbiamo fatto di sì con la testa.
    Comunque poi si è passato a parlare di fatti, e nel giro di due ore gli abbiamo manifestato la possibilità di raggranellare non 30 ma 60 miliardi di euro senza colpire i più deboli.
    Se si approvassero le proposte anti corruzione del Fatto Quotidiano, le proposte di legge per tagliare i costi e i tempi della giustizia di D’Ambrosio, un po’ di efficienza amministrativa ed energetica, un paio di modifiche al codice per combattere meglio la mafia, un diverso sistema di controllo sul lavoro nero, incrociare i dati finanziari per beccare gli evasori, un taglio vero ai costi militari e a quelli della Casta, e sistemi di controllo dell’efficienza dei servizi pubblici, altro che 60 miliardi di euro ti saltano fuori.
    E con un po’ meno burocrazia delirante e lentezze giudiziarie lavoro nero, incidenti sul lavoro e corruzione ci sarebbe anche un bel rilancio dell’economia. E anche liberalizzare la canapa e depenalizzare il consumo delle altre droghe potrebbe essere un grande risparmio per lo Stato e rivedendo il sistema detentivo per una serie di reati minori, come l’immigrazione clandestina, si svuoterebbero pure un po’ le carceri e i centri di accoglienza…
    Poi si è passati ad alcune proposte per un progetto di solidarietà nazionale.
    Costituire con l’appoggio del governo una borsa delle merci offerte ai gruppi di acquisto territoriali e aziendali, un piano di sostegno all’autocostruzione cooperativa della prima casa, con possibilità di recupero di strutture industriali in disuso, un sistema di certificazione dei servizi.
    E poi sistemi per tagliare strutturalmente alcuni costi. Ad esempio, una rateizzazione che permetta di comprare computer agli studenti in modo da eliminare la spesa dei libri scolastici e di dimezzare così i costi per le famiglie. E anche un’integrazione di reddito alle famiglie disagiate e ai pensionati con la minima basato sulla costruzione di impianti fotovoltaici di Stato che permettano di azzerare la bolletta elettrica.
    E orti pubblici sulle terre del demanio, migliaia di poderi abbandonati di proprietà pubblica dati in comodato ai giovani nullatenenti, idem per le centinaia di strutture pubbliche inutilizzate.
    Corsi tenuti dagli artigiani pensionati ai giovani disoccupati così che imparino ad aggiustare elettrodomestici e computer, mobili, vestiti, in modo da sviluppare il riuso e il riciclo.
    Incoraggiare sistemi di banca del tempo, mercati dell’usato e del baratto, monete complementari, car sharing, lavanderie collettive.
    E campagne di educazione alimentare e posturale per aumentare il benessere nazionale e tagliare i costi della sanità, e piedibus in tutte le scuole per contrastare l’obesità infantile.
    Monti aveva la faccia strana. Poi disse che in effetti era un po’ stupito e che ci doveva pensare su.
    Uscendo gli ho detto: “Presidente, e cerchi anche di ridere un po’… Non dico che debba raccontare barzellette idiote… Ma qui si tratta di uscire da una crisi morale depressiva. Un po’ di comico ci sta bene.”
    Mi ha guardato perplesso: “Ma i giornali hanno scritto che sono molto spiritoso!”
    Ho inclinato la testa: “Presidente quelli sono leccaculo. Lei è allegro come una rana a un funerale.”
    Poi ce ne siamo andati tutti in un ristorante dello Slow Food ad abboffarci di carciofi alla romana e spaghetti alla carbonara a chilometro zero.
    Poi mi sono svegliato.

    Jacopo Fo

    martedì 6 dicembre 2011

    Dopo il Caimano


    Tracciabilità del contante a 1.000 ero e non a 500 o meno;
    Nessuna misura sulla deducibilità (affitti in nero, idraulici, lavoro nero, fatture mancate etc.);
    Nessuna tassazione sui capitali nascosti nei paradisi fiscali;
    L’1,5 per cento in più per i capitali scudati al 5 per cento cioè pagheranno il 6,5 per cento (in Germania  è al 20% negli Usa al 25%)
    Gli evasori ringraziano