Benvenuti

Un saluto a tutti quelli che entrano in questo spazio di discussione.
Puoi aggiungere un commento ai Post pubblicati oppure aggiungere un contributo mandandolo ad uno dei nostri indirizzi e-mail

martedì 31 maggio 2011

E' finita




L'Italia del condono e dell'abuso, dei furbi e dei figli di papà, dei nipoti e degli amici di qualcuno, l'Italia dei mi manda Picone, dei Tarantini e dei lelemora, delle mafie e delle cricche, dei privè dove corre a fiumi la droga mentre le ragazze fanno carriera politica con la lap dance si congeda.

lunedì 30 maggio 2011

Referendum

Comitato per la Costituzione
ANPI Gemona-Venzone
Gemona del Friuli  

Gemona, mercoledì 1° giugno 2011, ore 20.30
Sala della Comunità Montana
Serata di informazione in vista dei referendum
del 12 e 13 giugno

Interventi:
Dott. Marco Job (referendum sull’acqua)
Ing. Alfredo Contin (referendum sul nucleare)
Avv. Andrea Sandra (referendum sul legittimo impedimento)
Allo scopo di favorire un voto consapevole, saranno presentati e commentati i quesiti dei quattro referendum abrogativi su cui saremo chiamati ad esprimerci i prossimi 12 e 13 di giugno.

venerdì 27 maggio 2011

Il lecchino



C'è un primo ministro, nel vertice del G8 a Deauville, che utilizza il palcoscenico internazionale per danneggiare il suo Paese, vilipenderlo con i leader delle grandi democrazie mondiali, e presentarlo come uno Stato che è fuori dalle regole dell'Occidente, anzi in pericolo di dittatura.
Quel premier ha evidentemente perso la testa. Sommerso dall'affanno per il suo destino, guidato dal sentimento dell'avventurista che si gioca ogni volta l'intera posta perché vive d'azzardo e colpi di mano, ha perduto anche il senso delle proporzioni, oltre che il comune buonsenso, di cui si vantava d'essere campione. Così abbiamo dovuto assistere alla scena penosa di un presidente del Consiglio vistosamente fuori posto e fuori luogo nel vertice dei Grandi (che chiede a Gheddafi di cessare le violenze sul suo popolo), prigioniero com'è della sua ossessione privata trasformata da anni in questione di Stato: e da ieri purtroppo anche in questione internazionale. Nell'imbarazzo di Merkel e Sarkozy, abbiamo visto quel leader di un Paese europeo correre da Barack Obama, per investirlo inopinatamente con il tema della sua presunta "riforma della giustizia", assicurando che "per noi è fondamentale", quasi a chiedere aiuto al Presidente degli Stati Uniti, per poi lanciargli l'allarme finale disperato: "In Italia in questo momento esiste quasi una dittatura dei giudici di sinistra". Obama nella solennità di Westminster aveva appena rilanciato il concetto di Occidente, 
invitando Europa e America a ridare a quel concetto dignità politica. Quel Premier che come Capo del potere esecutivo attacca il potere giudiziario e definisce dittatura la nostra democrazia istituzionale dimostra di non sapere nemmeno cos'è l'Occidente. Va fermato con il voto, nell'interesse di tutto il Paese.


Ezio Mauro - La Repubblica

giovedì 26 maggio 2011

Referendum

referendum 12 e 13 giugno 2011

incontro con Ermete Realacci
responsabile green economy PD

domenica 29 maggio  ore11,30
Caffè Contarena Udine
Via Cavour, 1
acqua, nucleare e legittimo impedimento 
noi abbiamo le idee chiare
“Ciò che si sta consumando in queste ore nell’Aula di Montecitorio è un vero scippo della democrazia. Non solo si sta esautorando il Parlamento dalle sue prerogative ma si sta anche tentando con la truffa e con l’inganno di impedire ai cittadini di dire la loro ai referendum del 12 e 13 giugno e di conoscere quali sono le reali intenzioni del Governo sul futuro del nucleare in Italia. La realtà è che Berlusconi è terrorizzato dal giudizio degli italiani perché sa bene che la maggior parte di essi, anche tra gli elettori del centro destra, è profondamente contraria ad un ritorno all’atomo perchè la considera una scelta vecchia, sbagliata, impopolare e antieconomica per l’Italia” 

Ermete Realacci responsabile green economy PD

Per chi ha cervello


Bisogna immaginarsi la scena. Un tipo ruba sei lattine di birra in un supermercato, esce passando davanti alla guardia che - naturalmente - lo ferma, il ladro si divincola e inizia a gridare “io voto Pisapia”. Un rom tenta di scippare un’anziana sull’autobus, un mendicante esce da un negozio di abbigliamento carico di maglie con dispositivo antitaccheggio, un ragazzino si fa bloccare al mercato di quartiere con le tasche piene di frutta: tutti e tre, fermati, dicono in italiano incerto di essere elettori di Pisa- pia, e che tanto quando Pisapia vincerà loro saranno padroni a Milano. Sembra un film da commedia all’italiana, sembra uno scherzo.
Eppure è vero. Milano è invasa da figuranti incaricati di rubare platealmente, fare pipì per strada in pieno giorno e, riallacciandosi i pantaloni, far sapere ai passanti il loro apprez- zamento politico per Pisapia. A volte la cosa trascende in una finta aggressione, alle quali d’altra parte i milanesi sono abituati fin dai tempi dell’attentato a Belpietro. Pedoni che fingono di essere stati investiti da un ciclista militante di sinistra. Finti militanti di sinistra che spintonano e aggrediscono davvero. Se non fosse una tragica presa in giro dell’intelli- genza degli elettori ci sarebbe da scompisciar- si dalle risate. I ragazzi lo fanno, in rete: seppelliscono l’idiozia con un boato di risate. Arri- vano catene di sms, “Pisapia è il mandante della catena di omicidi della Fiera dell’Est”, quella che per due soldi mio padre un topolino comprò. “Pisapia fa le orecchie ai tuoi libri”.
E però lo stato confusionale della destra di governo quello per cui Sallusti con una mano dirige il Giornale e titola “l’Islam marcia sul Duomo” con l’altra dice a Vanity Fair che Moratti perderà i ballottaggi. Quello per cui Bruno Vespa attribuisce alla moglie di Pisapia un giudizio sul marito, ma lei parlava di Silvio B. - ecco lo stato confusionale di una destra spaventata e proterva non fa più tanto ridere se nella stessa città, alla Bocconi, qualcuno tra chi frequenta l’Università scrive che “i froci si curano a Zyklon B”, il gas usato dai nazisti nei campi di sterminio. Fa un po’ meno ridere se Otto Bitjoka, imprenditore camerunense presidente di Ethnoland e vicepresidente di Extrabanca, viene aggredito davvero per strada da un tizio che gli urla “vattene a casa tua". Io non credo che i milanesi siano spaventati dal fatto che all’università ci siano studenti (e docenti) omosessuali e nelle banche dirigenti con la pelle nera. Credo che siano più arrabbiati del fatto che più della metà dei pensionati prende meno di 500 euro al mese, per esempio. Che le fabbriche chiudono e vanno a produrre all’estero, che per i giovani e per le donne non c’è lavoro dignitoso, che in tutta Italia si smantellano i cantieri. Però penso anche che il mantra contro i musulmani i froci e i negri sia all’inizio ridicolo e dopo un po’ pericoloso. Perché immette nel linguaggio e nell’agire comune parole e gesti indecenti. Perchè consente ai violenti e agli idioti di non vergognarsi. Perchè dovrebbero, se è la posizione dei leader politici? Ecco, questo è il danno che tutti i cittadini di buon senso dovrebbero arginare e respingere al mittente.
Ascoltando il linguaggio, le scempiaggini e gli ennesimi insulti del premier in tv, ieri sera, non i comunisti senza cervello ma i moderati con cervello dovrebbero licenziarlo per primi.

Concita De Gregorio - l'Unità

martedì 24 maggio 2011

GiroTondo

“Considero gravemente sbagliato come il Pdl ha condotto la campagna elettorale, a livello nazionale, bisogna assolutamente abbassare i toni”. Sembra una considerazione ovvia a molti, ma un po’ impressione fa, se a dirlo è un Pdl doc come il presidente della Regione Friuli Giulia, Renzo Tondo, per di più al termine del vertice di maggioranza svoltosi nella sede della Regione di venerdì.
Tondo ci dice anche di aver mandato una comunicazione al presidente Berlusconi per dirgli che ascolti un po’ di più chi sta nel territorio e un po’ di meno chi sta nel bunker.
Ce n’è voluto un pò ma alla fine ci è arrivato anche lui; Tondo ha avuto bisogno della scoppola elettorale per capire che è al seguito di un leader eccessivo e imbarazzante.
Avremo la prova del suo buon giudizio politico quando farà anche il passo successivo, e riconoscerà che Berlusconi non è adeguato a guidare il nostro Paese e ha deluso le attese della nostra Regione.

Debora Serracchiani

lunedì 23 maggio 2011

Giovanni Falcone, servitore dello Stato

E' morto, è morto nella sua Palermo, è morto fra le lamiere di un' auto blindata, è morto dentro il tritolo che apre la terra, è morto insieme ai compagni che per dieci anni l' avevano tenuto in vita coi mitra in mano. E' morto con sua moglie Francesca. E' morto, Giovanni Falcone è morto. Ucciso dalla mafia siciliana alle 17,58 del 23 maggio del 1992.

domenica 22 maggio 2011

Amministrative



Le elezioni amministrative in Friuli Venezia Giulia sono un'affermazione del centrosinistra complessivamente molto positiva. I nostri candidati fanno risultati subito vincenti come a Gorizia, o vanno al ballottaggio con largo margine, come al comune e alla provincia di Trieste o a Pordenone. Portiamo a casa vittorie importanti in centri come Muggia, Palmanova e San Vito al Tagliamento.
In tutti i capoluoghi siamo avanti, con il Pd che si dimostra partito estremamente vitale e convincente. Siamo il primo partito a Pordenone, a Trieste e provincia e in provincia di Gorizia, dove prendiamo più voti di Pdl e Lega messi assieme in una provincia la cui città principale è retta da un governo di centrodestra.
Un rammarico per Codroipo, dove abbiamo lasciato al centrodestra un comune che non va al ballottaggio. Ciononostante, in provincia di Udine abbiamo fatto un ottimo lavoro anche a Tarcento, Nimis e Bagnaria Arsa, Maiano, e ci confermiamo molto bene anche a Ruda.
Valutandolo come segnale politico generale, ci dobbiamo soffermare ad analizzare il dato dell'astensionismo: numeri che hanno influito molto nel centrodestra, ma anche in casa nostra. Lo stesso vale per il movimento 5 stelle, che intercettano un’area crescente di scontenti della politica.
Dalla prima tornata di voto arriva un segnale forte e incoraggiante per il centrosinistra e un monito ancora più forte per la giunta di centrodestra.

giovedì 19 maggio 2011

Guai a non rispettare gli altri contendenti

Una doverosa premessa a questo post: non ho alcun legame di parentela o amicizia con Paolo Menis del Movimento 5 Stelle, che ho incontrato per la prima volta in Piazza dell’unità d’ Italia un’ora prima che iniziasse lo spoglio delle schede elettorali. Menis, 38enne esperto web, ha portato a casa il 6,1% di preferenze nella città più nazionalista e forse anche più di destra d’ Italia.
I grillini di Trieste hanno saputo fare meglio dei colleghi di Milano (3,22%) e di Torino (5%) e sono stati superati solo dal successo a due cifre conquistato a Bologna. Eppure, nell’editoriale del blog di Beppe Grillo, non c’è alcuna traccia di Menis e dei suoi amici di movimento di Trieste. Peccato davvero. Perché secondo le logiche a cui si ispira il “Movimento 5 Stelle questi sconosciuti triestini sono un esempio.
Il motivo? Semplice: all’indomani del risultato. i big della politica triestina (bipartisan) alla domanda su chi fosse Menis rispondevano: “Non lo conosciamo”. Questo vuol dire che Paolo e gli iscritti al movimento non fanno parte di nessuna cricca. Che rappresentano autenticamente il nuovo che avanza, una ventata di aria fresca nella città della bora e che, soprattutto, c’è gente che ha creduto in loro e li ha votati. Rischiano di portare in consiglio comunale uno o forse due consiglieri, questi venuti quasi dal nulla e che solo a marzo hanno deciso di fare una lista. Hanno speso pochi euro di campagna elettorale e l’incontro con Beppe Grillo, a detta di tutti in città, è stato l’unico vero comizio di una campagna elettorale moscia (bipartisan).
Quindi, al caro Beppe Grillo (con il quale condivido l’amicizia con il simpatico Loris Tramontin), suggerisco di puntare su Paolo Menis e sul Movimento di Trieste. Perché se nella “dotta” Bologna il successo era del tutto probabile, lo era meno a Trieste dove spira bora, anche in primavera.
Elisabetta Reguitti - il Fatto Quotidiano

lunedì 9 maggio 2011

Non dimentichiamo



Peppino Impastato
Cinisi 5 gennaio 1948 - Cinisi 9 maggio 1978

"Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore."

I cento passi, Modena City Ramblers

mercoledì 4 maggio 2011

Contro l'omofobia


Tornano in Friuli e, anche nel resto d'Italia i bellissimi manifesti con i baci omosessuali. Le immagini, che furono realizzate dal Comitato provinciale Arcigay Nuovi passi di Udine e Pordenone e da Arcilesbica Udine per il loro ventennale, sono state scelte da Arcigay nazionale per la nuova campagna 2011: saranno quindi affisse in tutto il Paese in occasione del 17 maggio, Giornata internazionale contro l'omofobia.
I presidenti delle due associazioni friulane, Daniele Brosolo ed Eva Dose non nascondono la loro soddisfazione: «Siamo orgogliosi che la nostra iniziativa abbia avuto successo: superato lo "scandalo" locale, la civiltà friulana ha contagiato tutto il Paese proprio nell'anno del 150° anniversario della Repubblica.

Sete di giustizia


Venerdì 6 maggio, alle 20.30, al Centro di accoglienza e di promozione culturale “Ernesto Balducci” di Zugliano, per il ciclo “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia...” parlerà Armando Spataro, Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano, un magistrato che ha accumulato una vastissima esperienza e che ha lavorato con un’enorme passione, nella sua lunga carriera si è occupato di sequestri di persona, terrorismo, criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti, ’ndrangheta, mafia, “Mani Pulite”, e terrorismo internazionale.

Il ballista




Berlusconi l'ha confessato. Dopo il vertice italo-francese a Villa Madama ha dichiarato:"Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo" e ha ammesso che "fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare […] Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria".
Era chiaro sin dall'inizio. Lo stop del governo al nucleare è semplicemente un trucco per bloccare il referendum del 12 e 13 giugno. Una vergognosa e anti-democratica strategia per impedire ai cittadini di votare oggi e imporre il nucleare domani.