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mercoledì 19 ottobre 2011

Ha ragione

Per un pugno di voti in Molise vince il candidato di destra, inquisito, grazie ai voti di Grillo, tolti al centrosinistra“. Queste parole, sature di lucidità e autocritica, le ha dette un leader carismatico, ficcante e geniale: Dario Franceschini. A cui, ovviamente, non è venuto in mente che: a) se candidi un ex Forza Italia improponibile, a sinistra non ti votano; b) il voto non è qualcosa che si esige, ma che si conquista; c) il Pd perde perché è il Pd. E ha leader come Franceschini.
Ci risiamo. Si è rifatta viva, in tutta la sua arroganza sdentata e spuntata, la pretesa superiorità morale dei gerarchi piddini. I quali, non paghi di sbagliare tutto da quando sono nati, e di fare più danni di Muntari nell’immortale Catania-Inter 2009/10, hanno pure questa bizzarra ambizione: quando si va al voto bisogna votarli. E se non li voti sei colpevole di lesa maestà.
E’ il Teorema Bresso, divenuto poi Teorema Pisapia e ora Teorema Molise. O più in generale, Teorema Pd. Se vincono, è merito loro. Se perdono, è colpa degli altri. E’ un assioma che va bene se lo usa Massimo Moratti, o un inter triste qualsiasi (demandare sempre ad altri – gli arbitri, i complotti, la Stasi, il Kgb, la Spectre, gli Ufo – i propri fallimenti). E’ cosa che fa ridere, nel calcio. Mentre crea disastri, e tanti, in politica. Cioè nella vita dei cittadini.
Il Pd, nonostante un Berlusconi ormai a livelli più fantozziani che da Repubblica di Arcore-Salò, ha vinto soltanto quando ha giocato da solo (Torino), quando non si è comportato da Pd (Milano) o quando – pur non avendo vinto – ha festeggiato per primo e con odiosa sicumera (ultimi referendum).
Il vizio di dare la colpa a Grillo, o più in generale al Movimento 5 Stelle, è antico. E tradisce tutta la smisurata volgarità di chi ragiona in maniera simile. La pretesa del voto a scatola chiusa, in nome di un imprecisato “menopeggismo”, sarebbe sgradevole già se avessimo un centrosinistra italiano convincente. Figurarsi poi se il consesso politico di cui si parla coincide con la peggiore Armata Brancaleone d’Europa.
A prescindere dal M5S, che qui rimane sullo sfondo, il punto è ribadire il diritto che ha ogni elettore nello scegliersi il movimento che ritiene più vicino (o meno lontano). Iorio, il sindaco rieletto per la terza volta in Molise, è certo improponibile. Non amare (eufemismo) un candidato rivale non può però essere sempre – e solo – l‘unica molla per votare l’altra parte della (stessa) barricata.
Bersani ha dato la colpa a Grillo. Rutelli ha dato la colpa a Grillo (e il fatto che Rutelli la pensi così dà la misura della profondità di una tale analisi elettorale). E’ ora di finirla: la colpa era e rimane solo del Pd. Se mi piaci, ti voto. Se non mi piaci, non ti voto. Non è difficile – nel caso, Bersani se lo faccia spiegare da chi gli scrive i testi migliori, Maurizio Crozza.
Basta con questi sillogismi pietosi – e insultanti – secondo cui il credere, ingenuamente o meno, in una politica “diversa” significa fiancheggiare il berlusconismo. Qua gli unici fiancheggiatori di Priapino sono i gerontocrati del Pd. E i suoi tre o quattro polli di allevamento che ne tessono le lodi.
Il miraggio della superiorità genetica del centrosinistra potevamo permettercelo con Enrico Berlinguer o Sandro Pertini: con Veltroni (grazie per i radicali, a proposito) o Renzi no. Non sono migliori degli altri, o perlomeno non sempre lo sembrano.
Basta con i capri espiatori. Che, peraltro, aumentano voti. Mentre il Pd non riesce neanche a beneficiare dell’agonia berlusconiana, a conferma della “guittezza” della immodificabile nomenklatura.
Se il Pd non viene votato, è solo colpa del Pd. E’ inimmaginabile che un uomo intelligente per postulato come Massimo D’Alema, si presume prossimo all’orgasmo ripensando al Modello Macerata, non conosca una regola base: se nessuno viene a letto con me, non me la prendo con il letto.


Andrea Scanzi

Tonino Reale

Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro e il ministro dell'Interno Roberto Maroni si sono ritrovati d'accordo sulla necessità di una legge “Reale bis” dopo i disordini di piazza avvenuti a Roma sabato scorso. La legge “Reale” permetteva, tra l’altro, l’estensione della custodia preventiva anche in assenza della flagranza di reato.
Io penso che uno Stato serio applica fino in fondo le leggi che sono in vigore. Se invece il primo pensiero corre alle leggi speciali, siamo sulla strada sbagliata. Dal momento che non è accettabile che la capitale venga messa in scacco, il Governo deve capire cosa non ha funzionato e preoccuparsi di mettere in atto i dispositivi che già esistono per prevenire e circoscrivere la violenza dei black bloc.
Nel quadro del sistema legislativo vigente, le forze dell'ordine e l'intelligence hanno gli strumenti necessari per far fronte alla minaccia rappresentata da squadracce come quelle che abbiamo visto all'opera a Roma. Ma dall'esecutivo devono venire indicazioni estremamente chiare e devono essere fornite le risorse indispensabili, mentre da certe parti dell'opposizione dovrebbe venire meno demagogia.
Debora Serracchiani

mercoledì 12 ottobre 2011

Il nostro tempo



Né destri né sinistri, né rottamatori né carrozzieri, a Bologna si ritrova il Pd. Non pensavo bisognasse spiegarlo, ma a quanto pare è opportuno sgombrare il campo da incertezze.
Prima però voglio dire che mi sembra assai un buon segno se si moltiplicano gli appuntamenti di approfondimento politico dentro il Pd, perché vuol dire che nel partito c’è voglia di agire; e che è un ottimo segno se l’iniziativa parte dai cosiddetti giovani, perché vuol dire che stanno cominciando a camminare con le loro gambe. Insomma, i pessimisti e i detrattori per professione o a tempo perso possono prendere atto che sul pianeta Pd la vita non manca.Non sarebbe poi neanche male se riuscissimo a liberarci da quell’ossessione complottista per cui quando qualcuno organizza qualcosa nel Pd, come minimo sta prendendo di mira il segretario nazionale. Perché confesso di stupirmi quando leggo i titoli dei giornali e scopro che sto “isolando” Bersani, o che magari mi preparo a “fargli la festa”. Vorrei invece che non ci fossero dubbi sul fatto che, prima di tutto, siamo assai preoccupati per la piega che stanno prendendo le cose nel Paese, dove in piena crisi l’avvicinarsi della resa dei conti nel centrodestra sta paralizzando uno dei Governi peggiori della storia italiana. E che in questo frangente la responsabilità del Partito democratico di fronte al Paese è forse più grande che in altri momenti, e quindi il nostro impegno non è davvero quello di smontarne i pezzi, ma quello di portargli energie fresche. Quando cadrà Berlusconi, perché cadrà, toccherà al Partito democratico tenere salda la barra e impedire che le macerie travolgano tutto indistintamente. E il Partito democratico avrà bisogno che tutti remino dalla stessa parte, senza che nessuno faccia il furbo pensando alla convenienza di questo o quel posizionamento. Mi pare che abbiamo abbastanza da fare, e che quindi sia un esercizio poco utile anche quello di incasellarci come “ortodossi”, “sinistri” o… renzisti!A Bologna, per esempio, tutti sono invitati e le finestre saranno spalancate. Con l’aiuto tra gli altri di Scalfarotto e Sassoli, di Rossi ed Errani, di Emiliano e Zingaretti, di Bindi e Franceschini, penso che il dialogo del Partito democratico con la società civile sarà un costruttivo momento di buona politica.Penso pure che a questo punto non occorra sottolineare che Bersani è da sempre il benvenuto.
Debora Serracchiani

lunedì 10 ottobre 2011

Finanziarie

LE FINANZIARIE 2011: 
RICADUTE SUL BILANCIO DI REGIONE E COMUNI
I Circoli PD di
Artegna-Montenars, Gemona, Osoppo e  Venzone
organizzano un incontro con iscritti e simpatizzanti
per discutere gli effetti prodotti dalle Finanziarie
varate dal Governo nel corso del 2011
sulla specialità del F.V.G.,
sui bilanci della Regione e dei Comuni 

La S.V. è invitata all’incontro che si terrà
giovedì 20 ottobre 2011
alle ore 19.00
presso il Ristorante “Da Copet” 
via Guarnerio 21, Artegna (UD)

INTERVENGONO:
On. Alessandro Maran
Introduzione alle Finanziarie 2011;
Sandro Della Mea Consigliere Regionale
Effetti delle Finanziarie per la Regione Autonoma FVG;
Aldo Daici Sindaco del Comune di Artegna
Ricadute delle Finanziarie sui bilanci comunali e sui servizi ai cittadini.


al termine dell'incontro è prevista una pastasciutta:
iscrizione in loco con contributo 10 € a testa

NO TAV

La vera storia dell'Alta Velocità è la chiave di lettura indispensabile per caratterizzare quello che è diventato un modello, il modello TAV, replicato negli Enti locali dai mariuoli  postmoderni, non più affaccendati a celebrare il rito a rischio della tangente ma trasformati in sanguisughe delle Istituzioni.
Lo scambio tangentizio prima celebrato da soggetti distinti e separati è diventato intreccio e compromissione, dove la corruzione diventa liquida con tavole imbandite per l'abbuffata dei partiti, tutti; delle imprese di diritto privato di proprietà pubblica, tutte; delle imprese private cooptate nel banchetto da boiardi e faccendieri o penetrate nell'affare in cambio di favori o piaceri ai tanti mariuoli che popolano i cosiddetti partiti della seconda repubblica.
Edizioni Koinè

sabato 8 ottobre 2011

Il Rating delle balle


A differenza di Moody’s, quando Giuliano Ferrara abbassa il rating del suo eloquio è un buon segno per il Paese. Torna alla memoria il glorioso biennio ‘92-‘94, la fuga dei suoi vecchi amici, traditi da quelli nuovi. E significa che oggi il suo ipnotizzatore finale sta naufragando dentro l’acquario che ha costruito e che da diciassette anni ci imprigiona.
Stavolta il suo baccanale di punti esclamativi lo conduce a imbracciare una prosa da alchimista che apparecchia banchetti di “sangue di tigre e bistecche di leone”, per restituire baldanza all’anemico declino. Fa finta di credere, come certi pagliacci dell’informazione che gli giocano tra le dita, che “l’Italia non è in ginocchio e il mondo non sta bruciando”. Immagina riscosse, privatizzazioni, liberismo, addirittura “operazioni verità”.
Come se la verità fosse auspicabile per un tipo che due soli modelli economici esibiva in pubblico, quello del colonnello libico, e l’autocrazia predatoria dello zar Putin. Vaneggiando un’Italia dei consumi, mentre fabbricava questa miserabile a sua immagine, dove nei fondali muoiono schiave da 3 euro e 90 centesimi l’ora. E in superficie danzano giovani puttane che ne incassano 5 mila a botta.
Pino Corrias - il Fatto Quotidiano

lunedì 3 ottobre 2011

Un grido di dolore

Giovedì 29 settembre, Consiglio Comunale, ultimo punto all’ordine del giorno: comunicazioni del Sindaco, il Sindaco non ha nulla da dire, il Vicesindaco sì: con grande slancio un accorato appello in difesa dei monumenti venzonesi.
Trova oltraggioso e intollerabile che vengano imbrattati con pannelli e striscioni. Si pone come baluardo contro l’inciviltà.
Non possiamo che condividere la posizione del Vicesindaco.
Il Sindaco intervenendo dice di non sapere a cosa si riferisca il Vicesindaco ma si associa all’appello, noi siamo quasi sicuri di saperlo e lo facciamo sapere anche al Sindaco: quasi certamente si riferiva allo striscione di Poste Italiane appeso sotto la loggia del municipio domenica 10 settembre, uno scandalo.
Avremmo apprezzato se quella domenica il Vicesindaco avesse, come da migliore tradizione politica “del fare” con una azione dimostrativa, abbattuto lo striscione, ma siamo sicuri che prossimamente interverrà senza indugio anche per far rimuovere le automobili perennemente in sosta sotto il Palazzo Comunale.