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martedì 28 settembre 2010

Sondaggi


Un sondaggio di Mannheimer dimostra che il 30% degli elettori del Pd vuole l’alleanza con Di Pietro e il 28% anche con la sinistra radicale, ma i vertici del partito continuano a inseguire l’Udc di Casini.
In Sicilia il PD della Finocchiaro si allea con i mafiosi.
Bisogna cacciare i D'Alema, i La Torre, i Fassino, le Finocchiaro, etc. e ripartire da gente sotto i quarant'anni, anche smettere di irridere i movimenti non sarebbe male....


venerdì 24 settembre 2010

La scuola che verrà

Quando nell’83 mi sono consegnato alla Polizia di Roma dicendo che non avevo intenzione di imparare a sparare e che quindi avessero deciso quel che volevano non avrei mai fatto il militare, stava iniziando (era già iniziato) un cammino faticoso che avrebbe portato a sostituire il servizio di leva con quello volontario. Molti dicevano che ciò non sarebbe stato un passo verso la pace e i fatti lo hanno dimostrato.
Sono moltissimi i motivi per cui esiste la guerra sia organizzata che privata e uno dei principali è che la guerra conviene a qualcuno. Ai produttori di armi, a chi non ha argomenti leciti e pacifici per far valere le proprie ragioni (o i propri tronaconti), a chi ha qualcosa di grosso da nascondere.
Perché ci sia la pace ci vuole innanzitutto una “cultura della pace“, che parta dalla conoscenza delle nostre pulsioni violente e arrivi a sublimarle attraverso pratiche non belligeranti. Esattamente il contrario della “Guerra nella scuola” che è ciò che il ministro Gelmini e il ministro La Russa vorrebbero. Il protocollo firmato di recente, che invita attraverso la scuola a imparare l’uso delle armi, a formare “pattuglie di studenti” (sic!) che competano in maniera sana, con pistole ad aria compressa e percorsi di sopravvivenza ritenendo in questo modo di “contrastare il bullismo” , è un chiaro intento di portare nelle scuole la “cultura della guerra“. Rimane da chiedersi come mai, in un’epoca in cui i genitori devono procurare la carta igienica per i propri figli e le palestre e gli impianti scolastici per la pratica sportiva, quella vera, sono a livello libico, si riescano a trovare così in fretta i fondi per far partire corsi di guerra truccati da esperienze di condivisione sociale. Il nome dato all’iniziativa “allenati per la vita” la dice lunga su come la nostra classe dirigente intenda la vita.
Dopo l’uscita sull’idea di insegnare Mike Bongiorno nelle scuole, giusto per capire come s’intende la cultura in questo Paese e questi corsi paramilitari di mussoliniana memoria, sarebbe il caso che i così detti politici di sinistra e i politici di destra che hanno a cuore il futuro dei propri figli e tutti quelli che dichiarano di credere in un Dio di Pace (che bello dirlo a parole!) facessero di tutto per defenestrare un ministro che sta creando danni che avranno un grosso peso sulle generazioni future.

Natalino Balasso

Condivisibile

La lealtà al segretario non si discute, ma il segretario discuta con noi: posso riassumere in questa frase i concetti che ho espresso partecipando alla direzione nazionale del PD di oggi.

Il documento dei 75 è stato il sintomo di un malessere trascurato, un’azione sbagliata seguita da una reazione sbagliata, e ora il segretario Bersani deve farsi carico di creare le condizioni perché il partito ritrovi armonia e fiducia in se stesso. Quello che è successo ha aperto ferite, ma non può essere sottovalutato o liquidato, perché tutti, a cominciare dal segretario, dobbiamo sapere che difficilmente avremo prove d’appello.

Da qui in avanti dobbiamo pensare solo a risalire la china, anche sotto il profilo organizzativo, ad esempio convocando e informando i segretari regionali nei momenti di crisi.

Abbiamo dato uno spettacolo triste con i dirigenti che si parlano per via di comunicati stampa e i militanti disorientati a guardare il loro partito che si sfarina; dovremmo invece sempre pensare alle ricadute sui territori, anche perché forse c’è più Pd nei nostri militanti ed elettori che nei palazzi di Roma.

Qua fuori c’è un Paese in balia di forze pericolose e disgregatrici, e non vinciamo la nostra sfida parlando solo di noi stessi ma definendo un progetto chiaro per l’alternativa.


Debora Serracchiani

giovedì 23 settembre 2010

Acqua: Risorsa comune o bene di mercato?


La lista Impegno Civico per Venzone

organizza, Venerdì 1° ottobre alle 20.00

presso la sala convegni di Palazzo Orgnani - Martina


ACQUA: RISORSA COMUNE O BENE DI MERCATO?


incontro pubblico e dibattito con gli interventi di:


Erica Gonano

già rappresentante della ZTO della Carnia

La gestione dell'acqua in Italia

dalla Legge Galli ad oggi;


Franceschino Barazzutti

Presidente Comitato Tutela Acque Bacino Montano del Tagliamento

Rischi della privatizzazione dell'acqua

dal punto di vista del cittadino/consumatore;


Renzo Petris

già Presidente di Carniacque

Carniacque, passato presente e futuro.

lunedì 20 settembre 2010

Svezia

Su tutti i giornali di oggi: shock in Svezia, entra in parlamento un partito xenofobo e razzista superando la soglia del 5%.
In Italia siede in parlamento un partito xenofobo e razzista da vent'anni, è stato ed è al governo, ha ministri e sottosegretari (e il Ministro dell'Interno) supera il 10% a livello nazionale e, in alcune regioni, è votato da un elettore su quattro, e tutti sono tranquilli.
Non siamo la Svezia...

venerdì 17 settembre 2010

giovedì 16 settembre 2010

Un paese all'incontrario

Girare per Venezia (Italia) con una bandiera Italiana in mano, durante un raduno leghista, è diventato sovversivo, si viene scortati da agenti in tenuta antisommossa e vengono richiesti i documenti ai cittadini italiani.
In Germania (un paese normale) ai partiti neonazisti e razzisti viene negata la piazza, in Italia tutto è concesso, si tratta di folclore....

martedì 7 settembre 2010

I soliti (indecenti) noti

“Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati”.

Statuto del Partito democratico. art. 21, terzo comma

Se non si azzera l’attuale gruppo dirigente del Pd non ci sarà mai la possibilità di una svolta. A cominciare da Massimo D’Alema, l’uomo dei compromessi al ribasso, della Bicamerale, del tavolo a latere Unipol-Bnl, di “Mediaset patrimonio del Paese”, della “Merchant Bank in cui non si parla inglese” a palazzo Chigi, delle due scoppole rimediate in Puglia, dello spocchioso sarcasmo contro i movimenti della società civile, dell’incapacità di intransigenza sui principi. Più bolliti di lui ce ne sono pochi in circolazione. Eppure è ancora lì, in carriera a vita a meno di terremoti politici, come un Andreotti in sedicesimo.

Il congelamento dei meccanismi del ricambio all’interno dei partiti rende possibili siffatte sventure.

Eppure lo statuto del Partito democratico prevederebbe un limite di tre mandati parlamentari. Ma vale per i peones, non per i capi. E’ la logica della Fattoria degli Animali: alcuni maiali sono più uguali degli altri. A meno di un (improbabile) cambiamento della “porcata” elettorale, ad esempio, Piero Fassino e la moglie Anna Serafini verranno ancora ricandidati in cima a liste bloccate, c’è da scommetterlo, perché “i dirigenti non nascono sotto il cavolo” (Fassino dixit). E lo stesso, a meno di una (improbabile) rinuncia volontaria, avverrà per Massimo D’Alema e compagnia brutta.

Sarebbe dunque il caso di stampare il comma 3 dell’articolo 21 dello statuto su un volantino, assieme al numero di legislature dei vari mandarini politicamente sconfitti, moralmente squalificati e inopinatamente ancora in auge, per diffonderlo alle feste del Pd e in ogni altro luogo di dibattito pubblico, a costo di incappare in tal modo nel più classico dei reati di “lesa maestà”. Dall’alto dei suoi decenni in parlamento, Giorgio Napolitano forse stigmatizzerà le “intimidatorie gazzarre”. Ma ce ne faremo una ragione: del resto, come spiegare a lui, alle guardie bianche del Corriere della Sera e a tutti coloro che in questi giorni hanno puntato l’indice contro gli “squadristi” fingendo di non capirne le ragioni, che l’impudenza di gente che arriva a trasgredire perfino le regole che si dà è una vera e propria istigazione alla contestazione?


Piero Ricca

giovedì 2 settembre 2010

Basta !


Tra gli elettori del PD non c'è praticamente nessuno che voglia allearsi con l'UDC, anzi l'ipotesi li inorridisce. Invece tra i dirigenti, spesso quelli che stanno nelle poltronissime da decenni (inutilmente tra l'altro), l'ipotesi sembra una delizia.
Sarebbe ora che i vertici del partito seguissero le indicazioni della base, altrimenti affanculo, fuori dalle balle, fondino un partito loro e lascino il PD ai giovani Renzi, Serracchiani, etc. che hanno almeno le idee chiare e saranno qui nel futuro quando i D'Alema, Fassino, Marini e compagnia squallida saranno (si spera) nella tomba.