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mercoledì 22 dicembre 2010

Politica e Cultura


Alcune considerazioni sull’intera pagina della “Consee” di ottobre che mi è stata dedicata.
L’Assessore alla Cultura Sandra Fadi si dice convinta di essere stata oggetto di una “provocazione” da parte del segretario di Circolo del Partito Democratico (l’acronimo PD ha proprio questo significato) Venzonese.
Non è minimamente sfiorata dall’idea che un cittadino di questo comune possa chiedere informazioni (in orario di ricevimento) agli assessori in carica.
L’idea che un amministratore sia al servizio dei cittadini, di tutti i cittadini, non fa parte, evidentemente, della cultura politica dell’Assessore, ma questo in realtà non sorprende:
l’idea che la politica sia una cosa dalla quale tenersi lontani è molto diffusa nell’Amministrazione Venzonese anche se un Assessore Comunale dovrebbe sapere che fare appunto l’Assessore è fare politica (è anche pagato da tutti noi per farlo). E’ quindi ancora più grave leggere tra le parole della “Consee” l’antipolitica di chi fa politica (senza saperlo).
Tornando ai fatti, l’Assessore ha sentito il bisogno di pubblicare alcune delle informazioni che le erano state chieste invano, si è inoltre informata sulla ormai famosa “commissione” di “volenterosi” facendoci sapere che ad oggi non c’è (i cittadini di questo Comune non conoscevano l’esistenza nemmeno della precedente...).
Non ha invece sentito il bisogno di pronunciarsi su altre questioni ben più importanti delle quali è sicuramente a conoscenza, mi riferisco alla dura lettera di denuncia del Presidente dell’Associazione Amici di Venzone anche a lei direttamente indirizzata; dei temi portati all’attenzione dell’Amministrazione da parte della minoranza consiliare come quelli sui preziosi materiali dei fratelli Pascolo, sul ricordare degnamente Don Pieri Beline, sulla tutela del centro storico che sta degradando ad una velocità allarmante.
Non ha sentito il bisogno di rispondere ad una mia lettera datata 3 settembre 2010, dove denunciavo le devastazioni inferte al Fortino Veneziano dai lavori di “restauro”;
Non ha visto gli effetti del “percorso vita carrabile” sugli storici muretti a secco delle aree agricole venzonesi, un territorio storico-culturale intessuto di opere umane e di testimonianze di lavoro che costituisce un patrimonio importante sia dal punto di vista estetico-percettivo sia dal punto di vista storico. (per l’Assessore si tratta di edilizia e non di Cultura?)
Ha invece voluto giustificare, come un Tremonti qualsiasi, la decurtazione dei fondi alla cultura come un “dovere morale e politico”, naturalmente a causa della crisi economica. Della serie: “con la cultura non si mangia
Chi dovrebbe difendere la Cultura se non l’Assessore preposto?
Bisognerebbe rendersi conto, con uno sforzo, che la Cultura è la principale risorsa di questo paese. Venzone possiede beni paesaggistici e culturali che sarebbero formidabili generatori di ricchezza.
Se trent’anni fa avessero avuto le idee sulla Cultura del nostro Assessore, probabilmente Venzone oggi sarebbe come Trasaghis o Osoppo (senza offesa) e chi di Venzone “mangia“,  “mangerebbe” molto ma molto meno.
Un pò di umiltà in più gioverebbero sicuramente a portare avanti un incarico così gravoso, ma confido nel futuro, siamo in buone mani.

Vittorio Fadi

sabato 18 dicembre 2010

martedì 7 dicembre 2010

Manifestazione a Roma



Treno: partirà da Trieste alle ore 22.40 di venerdì 10 dicembre e farà le seguenti fermate: a MONFALCONE alle ore 23,07
a GORIZIA alle ore 23,43 a UDINE alle ore 00,17
una corriera partirà da Tolmezzo nelle ore notturne tra il 10  e l'11 dicembre, potrebbe fare una sosta anche a Gemona.
La corriera sarà confermata in base al quantitativo delle registrazioni che verranno effettuate sul sito www.pdfriuli.it 

lunedì 6 dicembre 2010

Lo Stato vergogna

Casalecchio di Reno (BO), 6 dicembre 1990, dodici morti, più di ottanta feriti, zero colpevoli, nessuno paga, con lo Stato schierato a difesa dei militari.

martedì 30 novembre 2010

Sinistra o centro ?



Nella giornata di Wikileaks, altri due file non proprio riservati hanno agitato le acque della politica italiana causando effetti forse anche più dirompenti dei “segreti” americani sul nostro Paese. Agli appassionati non sarà certamente sfuggita l’uscita in contemporanea di Nicola Latorre e Massimo D’Alema, fino a ieri teoricamente inseparabili e perfettamente coincidenti nella linea politica.
Il tempismo e la totale divaricazione generata dalle loro interviste fa pensare, però, a una nuova stagione nei rapporti personali tra i due e, certamente, prepara nuove tribolazioni interne al Partito democratico.
Le loro opinioni su quale debba essere la strategia politica del Pd in vista delle prossime (imminenti?) elezioni sono, infatti, opposte.
Nicola Latorre ritiene che sia necessario “rifondare il Pd con un nuovo socio, Nichi Vendola”.
Massimo D’Alema, invece, afferma che “in caso di elezioni politiche (e se non ci sarà governo di transizione) il Pd andrà all’accordo elettorale con l’Udc e Futuro e libertà”.
Le posizioni sono così inconciliabili da apparire mutualmente esclusive. E non è un caso che il dibattito politico interno al Pd si sia concentrato sul “voto” a favore di una o dell’altra posizione, senza particolari elementi di mediazione possibili né suggeriti da alcuno. Nell’assordante silenzio diPier Luigi Bersani sull’argomento, si sono avvicendati i teorici dello sfondamento al centro (destra) e i sostenitori della necessità delle primarie come metodo di coinvolgimento dei cittadini e, dunque fatalmente orientati a esaltare la rivendicazione delle ragioni del “popolo della sinistra”.
L’unico elemento che tiene insieme queste due uscite è il sostanziale “no, grazie” degli attori politici a cui è stata offerta l’apertura del partito. Fa specie assistere alla riproduzione quasi speculare delle reazioni. Vendola dice di essere pronto a fare il socio fondatore del centrosinistra (e dunque, niente Pd), Urso e Della Vedova si dicono impegnati nel fondare un nuovo centrodestra. Tutti i presunti alleati vogliono costruire politica, ma mettersi al lavoro nel Partito democratico o nei suoi pressi èl’ultimo dei loro pensieri.
Non dico nulla di nuovo esprimendo smarrimento nell’assistere all’incapacità di una forza politica di avere un’idea propria, originale, che attragga forze e che non le ricerchi all’esterno di sé. Questo è ancor più incredibile se pensiamo che il Partito democratico rappresenta, ancora oggi, almeno un italiano su quattro e che 30 mesi fa si parlava del fallimento di Veltroni che però ne aveva convinti uno su tre, in una campagna elettorale in cui si insisteva sulla necessità che il Pd ne rappresentasse almeno uno su due (la cosiddetta vocazione maggioritaria).
Ma ciò che, a mio avviso, non è ancora emerso con forza dall’inattesa piroetta doppia Latorre-D’Alema è che, comunque vada, sarà il Pd a rimetterci perché questa discussione appare senza un punto di contatto possibile, senza ritorno.
Se vincerà la linea delle primarie e dell’accordo con Sel e Idv, si ripeterà l’effetto Milano, non tanto nel risultato che è ancora abbastanza imprevedibile (anche se secondo alcuni, in caso di primarie il Pd vincerebbe solo se Bersani stravincesse, un’ipotesi attualmente remota), quanto nell’atteggiamento con cui il partito e forse anche gli elettori vivrebbero la sfida: non come un momento di costruzione, comunque vadano le cose ma come un referendum sulla leadership del Pd, con automatiche dimissioni in massa in casa di sconfitta. O, addirittura, con una diaspora verso il centro di tutta quella componente del partito che già oggi vive con sofferenza la possibilità di accordi con la sinistra, prima ancora che le primarie siano celebrate.
Se invece vincerà la linea “di responsabilità nazionale”, con un grosso assemblato di centro e senza primarie, il Pd rischia di perdere gli elettori, più che i dirigenti. Sarà difficile dimostrare alla base del partito che queste scelte sono state adottate nell’interesse loro e del Paese (anche perché non discusse con la base, mai) e che non sono figlie del terrore da confronto con Vendola.
Nel giorno che qualcuno ricorderà come “l’11 settembre della diplomazia mondiale” e in un momento storico in cui gli elettori del partito appaiono visibilmente stanchi, anche se ancora legati allabellissima intuizione che ha originato il Pd, ossia all’idea di una forza post-ideologica, che sia di sinistra senza essere radicale, che sia cattolica e laica allo stesso tempo senza che questo ne diventi un connotato identitario, che non ragioni seguendo ricette figlie di dottrine del secolo scorso ma che offra nuovi terreni di sintesi, non è da escludere che siano stati proprio le Torri Gemelle Latorre e D’Alema, piuttosto inconsapevolmente, ad affondare insieme al partito da loro fondato.
Dino Amenduni - il Fatto Quotidiano

venerdì 26 novembre 2010

Padroni a casa nostra!


I cittadini del Comune di Sappada a stragrande maggioranza (dopo un referendum) desiderano passare sotto l'amministrazione della Regione Friuli-Venezia Giulia, il Consiglio Regionale friulano ha votato all'unanimità l'assenso a questa richiesta.
Naturalmente non solo per questioni ideali ma anche strettamente economiche, ma tant'è.
Il Veneto invece non ci stà, il leghista Zaia dice che è inaccettabile.
Ma la Lega non è la stessa di "padroni a casa nostra", "qui comandiamo noi", etc? i Sappadini non lo sono?

venerdì 19 novembre 2010

Ci ha lasciato Adriana Zarri



L'epigrafe che si è scritta:
Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.


lunedì 15 novembre 2010

Sveglia!


Per l’ennesima volta le consultazioni delle base elettorale del centrosinistra premiano il candidato considerato di “movimento” su quello ritenuto di “apparato”. Dopo la Puglia, dopo Firenze, dopo Milano, il Pd dovrebbe decidersi a fare molto meno casino all’interno e un tantino più di movimento all’esterno.
da "per chi suona la primaria" di Marco Bracconi

domenica 14 novembre 2010

Friuli - l'Aquila


Massimo Cialente, Sindaco dell'Aquila, in visita a Venzone con il PD regionale e i circoli di Venzone e Gemona del Friuli, grazie all'iniziativa del Consigliere Regionale PD Sandro Della Mea.

lunedì 8 novembre 2010

L'omofobia degli onesti

Per un Welfare che non escluda


In queste ultime settimane abbiamo assistito a una serie di prese di posizione da parte di esponenti del centrodestra regionale, in particolare della Lega Nord, che lasciano sgomenti.
In pochi giorni il capogruppo regionale del Carroccio si è vantato dell’esclusione dei cittadini stranieri dagli alloggi Ater, in particolare a Udine, mentre il Presidente della Provincia di Udine ha proposto di costituire classi separate per gli alunni disabili.
Il 15 novembre il Consiglio provinciale discuterà la mozione di censura presentata dai consiglieri di centro sinistra a condanna delle frasi pronunciate dal Presidente della Provincia.
Noi vogliamo manifestare a sostegno di questa iniziativa affinché sia chiara l’indignazione di tutti i friulani che non si sentono rappresentati da un Presidente che esprime posizioni così incivili, offensive e lesive dei diritti costituzionali.
Chiediamo alla società civile, alle coscienze libere di questo Friuli, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di essere con noi il giorno 15 dalle ore 09,30 davanti la sede della Provincia durante il Consiglio per affermare con forza la contrarietà a ghetti di ogni tipo e la necessità che ogni persona sia rispettata.
Vogliamo che quel giorno diventi, simbolicamente, la giornata in cui la società civile,  partiti,  sindacati,  associazioni, uomini, donne che sentono come un offesa l’attacco quotidiano ai diritti e ai più deboli, prendono la parola.
Hosam Aziz
Vicesegretario vicario del partito democratico unione comunale di Udine

sabato 6 novembre 2010

4 Novembre, poco da festeggiare



Introduzione di programmi militari nella scuola pubblica, istituzione di 'mini-naje' per ''rafforzare la conoscenza e la condivisione dei valori promananti dalle forze armate'' tra i giovani, coinvolgimento sempre maggiore sul fronte di guerra afgano con crescenti costi umani (34 caduti) e finanziari (65 milioni di euro al mese) e con il previsto impiego attivo dei nostri bombardieri, spese militari sempre più ingenti per l'acquisto di bombe aeree (24 milioni di euro per 500 bombe Boeing a gennaio) e nuovi cacciabombardieri (13 miliardi di euro per l'acquisto di 131 caccia F-35). Cosa c'è da festeggiare? A far festa è solo l'industria bellica italiana.

giovedì 4 novembre 2010

Consigliato

“La libertà dei servi” di Maurizio Viroli è un libro brillante e tragico
che descrive la situazione italiana dei nostri giorni.

martedì 2 novembre 2010

Manca tantissimo

Scuola Democratica


Il Circolo di Buja organizza un viaggio a Rufina con una visita a Barbiana per il 13 e il 14 novembre 2010.
Rufina è un Comune in Provincia di Firenze, della zona del Mugello, è legato a Buja da un rapporto di solidarietà come tanti nati nell'immediato dopo terremoto.
Barbiana, che si trova a una ventina di km da Rufina, è una piccola e isolata località resa celebre dalla scuola lì allestita tra gli anni '50 e '60 da Don Lorenzo Milani.
Sarà un'occasione per incontrare gli amici del PD di Rufina e confrontarci con loro che vivono in una realtà in cui il Partito Democratico è forza largamente maggioritaria,
naturalmente nei limiti di tempo che avremo a disposizione.
La visita a Barbiana ci permetterà di conoscere più da vicino l'esperienza di scuola e di vita di Don Milani.
Se siete interessati a partecipare telefonate a Loredana Facile al numero 0432962056  
o a Rudi Fasiolo al numero 0432961768

sabato 16 ottobre 2010

Rastrellamenti


16 ottobre 1943, deportazione degli ebrei romani

Squali


Il terribile caso di Avetrana sta, da alcune settimane, eccitando i cosiddetti programmi di approfondimento. I nuovi risvolti fanno già sbavare Vespa e compagnia.
Siamo sicuri che tra breve entrerà in scena l'avvocato Taormina.

mercoledì 13 ottobre 2010

Aria nuova


Aria nuova nel PD friulano, Andrea Simone Lerussi, 26 anni, è il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico, ha ottenuto il 54,5% dei consensi contro il 45,5% del competitore Spitaleri. Anche il Circolo di Venzone con il 77% dei voti dei suoi iscritti ha dato fiducia al giovane candidato.
Con gli auguri di buon lavoro al nuovo segretario, il Circolo Venzonese auspica, come da programma, l'istituzione del coordinamento di zona per far interagire i Circoli dell'Alto Friuli.

martedì 28 settembre 2010

Sondaggi


Un sondaggio di Mannheimer dimostra che il 30% degli elettori del Pd vuole l’alleanza con Di Pietro e il 28% anche con la sinistra radicale, ma i vertici del partito continuano a inseguire l’Udc di Casini.
In Sicilia il PD della Finocchiaro si allea con i mafiosi.
Bisogna cacciare i D'Alema, i La Torre, i Fassino, le Finocchiaro, etc. e ripartire da gente sotto i quarant'anni, anche smettere di irridere i movimenti non sarebbe male....


venerdì 24 settembre 2010

La scuola che verrà

Quando nell’83 mi sono consegnato alla Polizia di Roma dicendo che non avevo intenzione di imparare a sparare e che quindi avessero deciso quel che volevano non avrei mai fatto il militare, stava iniziando (era già iniziato) un cammino faticoso che avrebbe portato a sostituire il servizio di leva con quello volontario. Molti dicevano che ciò non sarebbe stato un passo verso la pace e i fatti lo hanno dimostrato.
Sono moltissimi i motivi per cui esiste la guerra sia organizzata che privata e uno dei principali è che la guerra conviene a qualcuno. Ai produttori di armi, a chi non ha argomenti leciti e pacifici per far valere le proprie ragioni (o i propri tronaconti), a chi ha qualcosa di grosso da nascondere.
Perché ci sia la pace ci vuole innanzitutto una “cultura della pace“, che parta dalla conoscenza delle nostre pulsioni violente e arrivi a sublimarle attraverso pratiche non belligeranti. Esattamente il contrario della “Guerra nella scuola” che è ciò che il ministro Gelmini e il ministro La Russa vorrebbero. Il protocollo firmato di recente, che invita attraverso la scuola a imparare l’uso delle armi, a formare “pattuglie di studenti” (sic!) che competano in maniera sana, con pistole ad aria compressa e percorsi di sopravvivenza ritenendo in questo modo di “contrastare il bullismo” , è un chiaro intento di portare nelle scuole la “cultura della guerra“. Rimane da chiedersi come mai, in un’epoca in cui i genitori devono procurare la carta igienica per i propri figli e le palestre e gli impianti scolastici per la pratica sportiva, quella vera, sono a livello libico, si riescano a trovare così in fretta i fondi per far partire corsi di guerra truccati da esperienze di condivisione sociale. Il nome dato all’iniziativa “allenati per la vita” la dice lunga su come la nostra classe dirigente intenda la vita.
Dopo l’uscita sull’idea di insegnare Mike Bongiorno nelle scuole, giusto per capire come s’intende la cultura in questo Paese e questi corsi paramilitari di mussoliniana memoria, sarebbe il caso che i così detti politici di sinistra e i politici di destra che hanno a cuore il futuro dei propri figli e tutti quelli che dichiarano di credere in un Dio di Pace (che bello dirlo a parole!) facessero di tutto per defenestrare un ministro che sta creando danni che avranno un grosso peso sulle generazioni future.

Natalino Balasso

Condivisibile

La lealtà al segretario non si discute, ma il segretario discuta con noi: posso riassumere in questa frase i concetti che ho espresso partecipando alla direzione nazionale del PD di oggi.

Il documento dei 75 è stato il sintomo di un malessere trascurato, un’azione sbagliata seguita da una reazione sbagliata, e ora il segretario Bersani deve farsi carico di creare le condizioni perché il partito ritrovi armonia e fiducia in se stesso. Quello che è successo ha aperto ferite, ma non può essere sottovalutato o liquidato, perché tutti, a cominciare dal segretario, dobbiamo sapere che difficilmente avremo prove d’appello.

Da qui in avanti dobbiamo pensare solo a risalire la china, anche sotto il profilo organizzativo, ad esempio convocando e informando i segretari regionali nei momenti di crisi.

Abbiamo dato uno spettacolo triste con i dirigenti che si parlano per via di comunicati stampa e i militanti disorientati a guardare il loro partito che si sfarina; dovremmo invece sempre pensare alle ricadute sui territori, anche perché forse c’è più Pd nei nostri militanti ed elettori che nei palazzi di Roma.

Qua fuori c’è un Paese in balia di forze pericolose e disgregatrici, e non vinciamo la nostra sfida parlando solo di noi stessi ma definendo un progetto chiaro per l’alternativa.


Debora Serracchiani

giovedì 23 settembre 2010

Acqua: Risorsa comune o bene di mercato?


La lista Impegno Civico per Venzone

organizza, Venerdì 1° ottobre alle 20.00

presso la sala convegni di Palazzo Orgnani - Martina


ACQUA: RISORSA COMUNE O BENE DI MERCATO?


incontro pubblico e dibattito con gli interventi di:


Erica Gonano

già rappresentante della ZTO della Carnia

La gestione dell'acqua in Italia

dalla Legge Galli ad oggi;


Franceschino Barazzutti

Presidente Comitato Tutela Acque Bacino Montano del Tagliamento

Rischi della privatizzazione dell'acqua

dal punto di vista del cittadino/consumatore;


Renzo Petris

già Presidente di Carniacque

Carniacque, passato presente e futuro.

lunedì 20 settembre 2010

Svezia

Su tutti i giornali di oggi: shock in Svezia, entra in parlamento un partito xenofobo e razzista superando la soglia del 5%.
In Italia siede in parlamento un partito xenofobo e razzista da vent'anni, è stato ed è al governo, ha ministri e sottosegretari (e il Ministro dell'Interno) supera il 10% a livello nazionale e, in alcune regioni, è votato da un elettore su quattro, e tutti sono tranquilli.
Non siamo la Svezia...

venerdì 17 settembre 2010

giovedì 16 settembre 2010

Un paese all'incontrario

Girare per Venezia (Italia) con una bandiera Italiana in mano, durante un raduno leghista, è diventato sovversivo, si viene scortati da agenti in tenuta antisommossa e vengono richiesti i documenti ai cittadini italiani.
In Germania (un paese normale) ai partiti neonazisti e razzisti viene negata la piazza, in Italia tutto è concesso, si tratta di folclore....

martedì 7 settembre 2010

I soliti (indecenti) noti

“Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati”.

Statuto del Partito democratico. art. 21, terzo comma

Se non si azzera l’attuale gruppo dirigente del Pd non ci sarà mai la possibilità di una svolta. A cominciare da Massimo D’Alema, l’uomo dei compromessi al ribasso, della Bicamerale, del tavolo a latere Unipol-Bnl, di “Mediaset patrimonio del Paese”, della “Merchant Bank in cui non si parla inglese” a palazzo Chigi, delle due scoppole rimediate in Puglia, dello spocchioso sarcasmo contro i movimenti della società civile, dell’incapacità di intransigenza sui principi. Più bolliti di lui ce ne sono pochi in circolazione. Eppure è ancora lì, in carriera a vita a meno di terremoti politici, come un Andreotti in sedicesimo.

Il congelamento dei meccanismi del ricambio all’interno dei partiti rende possibili siffatte sventure.

Eppure lo statuto del Partito democratico prevederebbe un limite di tre mandati parlamentari. Ma vale per i peones, non per i capi. E’ la logica della Fattoria degli Animali: alcuni maiali sono più uguali degli altri. A meno di un (improbabile) cambiamento della “porcata” elettorale, ad esempio, Piero Fassino e la moglie Anna Serafini verranno ancora ricandidati in cima a liste bloccate, c’è da scommetterlo, perché “i dirigenti non nascono sotto il cavolo” (Fassino dixit). E lo stesso, a meno di una (improbabile) rinuncia volontaria, avverrà per Massimo D’Alema e compagnia brutta.

Sarebbe dunque il caso di stampare il comma 3 dell’articolo 21 dello statuto su un volantino, assieme al numero di legislature dei vari mandarini politicamente sconfitti, moralmente squalificati e inopinatamente ancora in auge, per diffonderlo alle feste del Pd e in ogni altro luogo di dibattito pubblico, a costo di incappare in tal modo nel più classico dei reati di “lesa maestà”. Dall’alto dei suoi decenni in parlamento, Giorgio Napolitano forse stigmatizzerà le “intimidatorie gazzarre”. Ma ce ne faremo una ragione: del resto, come spiegare a lui, alle guardie bianche del Corriere della Sera e a tutti coloro che in questi giorni hanno puntato l’indice contro gli “squadristi” fingendo di non capirne le ragioni, che l’impudenza di gente che arriva a trasgredire perfino le regole che si dà è una vera e propria istigazione alla contestazione?


Piero Ricca