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giovedì 21 gennaio 2010

Per non dimenticare

Una “Settimana della Memoria“, quella che proporranno i comuni della Conca tolmezzina in occasione della ricorrenza per le vittime dell'Olocausto fissata per il 27 gennaio di ogni anno. Un cartello di mostre, letture, teatro e cinema in programma sino al 10 febbraio.

Su tutte le iniziative, presentate in Municipio dai sindaci di Tolmezzo, Cavazzo Carnico, Amaro e Verzegnis, spiccherà la Mostra “Giulio Cargnelutti - diario di una prigionia per immagini" Buchenwald 1944/1945, realizzata dalla figlia Raffaella prendendo spunto dal diario di schizzi che il padre seppe realizzare e custodire durante la prigionia nel campo di concentramento nazista e poi riportare a casa, lasciando in un cassetto per 50 anni. Mostra che verrà inaugurata mercoledì 27 gennaio alle ore 10.30 presso l’Istituto Statale “Solari” di Tolmezzo, scuola nella quale Giulio Cargnelutti insegnò rientrato dall’atroce detenzione. Le altre iniziative, così come ha elencato l’assessore alla cultura del comune di Tolmezzo Aurelia Bubisutti, inizieranno il 20 gennaio alle 20.30 con la prima delle tre proiezioni cinematografiche a tema presso il Centro di coordinamento culturale carnico: “Senza Destino” di Lajos Koltai, “Rosenstrasse” di Margarethe von Trotta (22 gennaio) e “Notte bianca” di Alain Resnais (3 febbraio). Il teatro invece troverà spazio a Verzegnis presso la Sala consiliare la sera del 27 gennaio attraverso la rappresentazione “Canti dal lager”, a cura della compagnia della Cornovaglia del “D’Aronco” di Gemona. Le letture infine, a cura della Biblioteca civica, avverranno giovedì 28 a Tolmezzo con “Se questo è un uomo” di Primo Levi, mentre il 2 febbraio ad Amaro e Cavazzo Carnico ci saranno letture animate dedicate ai bambini delle scuole primarie. In vista invece della “Giornata del Ricordo” dedicata agli esuli fiumani e dalmati ed alle vittime delle foibe, il 10 febbraio prevista a Tolmezzo la posa di una scultura in ferro battuto realizzata dall’artista locale Alessio Florit.


di David Zanirato - AltoFriuli


Serracchiani incontra i cittadini

mercoledì 20 gennaio 2010

Gentaglia

La fulmineità con la quale si cerca di far approvare il cosiddetto processo breve dipende esclusivamente dall’intento di sottrarre il presidente del consiglio ai processi nei quali è indagato. Questa è una verità lampante. Se la Corte Costituzionale non avesse bocciato il Lodo Alfano, il processo breve non sarebbe mai stata la legge più urgente di tutte.
La più grande delle menzogne ufficiali che abbia sentito in vita mia è che questa legge, in fretta e furia, non sia stata fatta per Berlusconi ma per il popolo italiano. Questa bugia è infame proprio perché si traveste da verità: tutti gli italiani desiderano che i processi vadano a sentenza in tempi ragionevoli. Ma può il processo breve, orchestrato per salvare il presidente del consiglio, ottenere questo mirabile risultato? No. Mancano uomini, mezzi, e soldi. Manca una riforma condivisa, esaustiva, seria della giustizia.
Quand’ero piccolo si diceva che le bugie avessero le gambe corte. Il processo breve, al contrario, ha le gambe molto lunghe. Si fanno strada nelle menti devastate dalla televisione che, ogni sera, tramanda come verità rivelata questa e altre disgustose menzogne.
Quando i rappresentanti del governo intendono mettere a tacere l’opposizione, utilizzano spesso una formuletta retorica: «Ma che cosa vi credete, che il cinquanta per cento degli italiani che votano Berlusconi siano degli imbecilli?» Tutte le sante volte la risposta da vigliacchetti è un flebile «Ma no, ma che c’entra…» Credo sia giunta l’ora di rispondere sì. E non solo imbecilli quelli che lo votano, ma anche noi, il rimanente cinquanta per cento, che ingurgita e tollera, con una mesta alzata di spalle, menzogne rivoltanti come questa del processo breve, o la lettera del presidente della repubblica alla moglie di Craxi. Non per il contenuto della missiva (un ragionevole bla-bla-bla) ma per il tremendo silenzio di allora. Dov’era Napolitano quando Bettino Craxi fece la sua chiamata di correo in Parlamento? Ma si taccia, per favore! E dov’erano quegli altri codardi che oggi si inginocchiano davanti alla mummia di Hammamet? Lapidavano il faraone caduto per salvarsi la pelle. Avevano rubato più di lui. E ce ne vuole. Riabilitando Craxi si autoincensano e assolvono. Di quell’uomo, morto solo e in disgrazia, non gliene fotte assolutamente nulla. Anche perché era meglio di loro, aveva, se non altro, una cultura storica e una visione politica. Lo invidiavano con la stessa potenza con la quale oggi ne elogiano lo scheletro. Questi sono ombre, fantasmacci, gentaglia, appunto.
Ogni giorno mi domando dove sia finita la brava gente del mio Paese. Perché i ragazzi non si svegliano. Perché i vecchi stanno a guardare. E ingenuamente, lo ammetto, mi chiedo ancora come facciano, questi dominanti figuri, a vivere falsificando la verità senza neppure provare uno straccio di senso di colpa. Chi pagherà i danni prodotti da tutta questa gentaglia? Tutte le verità insabbiate, omesse, falsificate? Perché di menzogne come queste, prima o poi, la Storia presenta il conto. Non posso essere l’unico a provare questa rabbia infinita. E la rabbia, prima o poi, esplode. Se non ora, quando?

Jack Folla

giovedì 14 gennaio 2010

Dì qualcosa !

Invito alla presentazione del libro


"Come dire qualcosa di sinistra"

Da Blair a Obama, dalla Terza Via al Presidente YouTube (Franco Angeli)

di Francesco Pira, sociologo, giornalista, docente di comunicazione e relazioni pubbliche - Università degli Studi di Udine


Libreria Feltrinelli - Via Canciani 15 (Galleria Bardelli)

giovedì 21 gennaio 2010 ore 18

Ne discuteranno con l'autore:

Franco Iacop

(Consigliere Regione Friuli Venezia Giulia del Partito Democratico)

Roberto Asquini

(Consigliere Regione Friuli Venezia Giulia e Capogruppo Gruppo Misto- Indipendente Centrodestra)

e le autrici di due contributi del volume:

Nicoletta Vasta

(Presidente del Corso di Laurea in Relazioni Pubbliche, ordinario di Lingua Inglese - Università di Udine)

Antonella Pocecco

(Docente di sociologia della comunicazione di massa - Università di Udine)

Coordina:

Domenico Pecile

(Giornalista del Messaggero Veneto)


mercoledì 13 gennaio 2010

E' ancora il tempo dei partiti


a Udine il 16 gennaio
presso la Regione FVG in via Sabbadini 31
sala Pasolini
tavola rotonda promossa da "Associazione 49" su:

venerdì 8 gennaio 2010

Sudditi e Sovrani

Qualcuno ha mai incontrato un politico nostrano sui binari di qualche stazione ferroviaria, intento a salire su un treno dopo aver naturalmente acquistato ed obliterato il biglietto come un qualsiasi cittadino ?

Fare il biglietto, mettersi in fila come un passeggero normale in una stazione ferroviaria. Partenza da Kings Cross destinazione Norfolk. A bordo sale la regina d'Inghilterra Elisabetta II tra la gente abituata a vedere cose del genere in un paese dove un politico, un ministro o la regina, viaggiano con mezzi pubblici come pendolari qualsiasi.

Nè carne nè pesce

Riceviamo e pubblichiamo

Un recente avvenimento, di cui parlerò in seguito, mi ha riportato alla risposta che il sindaco Amedeo Pascolo ha dato a commento di quanto era stato pubblicato sul blog di “lista civica per venzone” relativamente alla nota indirizzata al segretario della Comunità Montana del Gemonese - Canal del Ferro - Valcanale, per l’invio di un documento programmatico da parte dei sindaci dei comuni interessati. Come veniva messo in evidenza, detta nota era firmata da tutti i sindaci ad eccezione di quello di Venzone. Prima di parlare della riflessione che ho fatto sul recente avvenimento, vorrei commentare quanto aveva scritto il sindaco Amedeo Pascolo in questa circostanza. Egli diceva, in sostanza, che l’atteggiamento che gli veniva rimproverato era motivato da un problema politico e che i consiglieri di minoranza, dopo il periodo di rodaggio, invece di perdersi in queste inutili divagazioni avrebbero dovuto preoccuparsi degli interessi della comunità.

Non so se la maggioranza aspetta il superamento del rodaggio dell’opposizione per compiere un gesto che avrebbe reso onore al sistema democratico e implicitamente curare gli interessi della comunità. Non capisco, infatti, il perché non fosse spiegabile chiaramente e semplicemente il motivo politico che aveva determinato la decisione del sindaco di non comparire in un atto pubblico con i suoi colleghi della Comunità. A questo punto credo che, se la macchina della minoranza deve superare il necessario rodaggio, la macchina della maggioranza, benchè abbia cambiato le gomme delle ruote e fatto il pieno di carburante, sia prossima alla rottamazione! Amen.

Dunque, per riprendere l’inizio di questo scritto, dirò che qualche giorno dopo il Natale ho raccolto, mi pare presso il centro commerciale di Arteni a Tavagnacco, un piccolo dèpliant che annunciava le iniziative per festeggiare il veglione di capodanno a Gemona. Il testo di introduzione, che merita essere testualmente riportato, citava:

“La Pro Glemona e le Amministrazioni Comunali di Artegna, Bordano, Buja, Gemona, Montenars, Osoppo e Trasaghis, in collaborazione con le Pro Loco ed Associazioni locali, vogliono salutare assieme l’arrivo del nuovo anno. La scelta di organizzare per la prima volta questa festa oltre che rappresentare un momento di coesione e unità territoriale fra i Comuni del Gemonese, vuole essere una occasione per dare a tutti la possibilità di trascorrere alcune ore di festa. Un momento di allegria a cui molti, per il periodo di difficoltà che stiamo attraversando, avrebbero dovuto rinunciare. Tra gastronomia, musica, divertimento e amicizia ci sarà così l’occasione di scambiarsi gli auguri in una delle nostre piazze più belle e dare assieme il benvenuto al 2010 con la speranza che sia per tutti prospero di felicità e serenità. - I Sindaci”

Seguiva poi il programma della serata nel quale era anche segnalata la degustazione di pietanze tra le più tipiche delle comunità intervenute.

Mi chiedo: a Venzone si è svolta qualche pubblica manifestazione per festeggiare l’avvenimento? Mi pare di no e allora vorrei sapere, come immagino vorrà sapere tutta la comunità venzonese, quali saranno mai le importanti ragioni politiche che anche in questa occasione hanno determinato l’esclusione di Venzone dall’insieme delle Comunità del Gemonese?

Immagino che lo stallo sia causato dalla indecisione di cui soffre Venzone, di non sapere decidere se collocarsi nell’orbita di Tolmezzo piuttosto che in quella di Gemona. Come dire che, così stando le cose, Venzone non è purtroppo né carne né pesce e con ciò rischia di perdere l’occasione dell’importante ruolo che l’essere un monumento nazionale gli consentirebbe di esercitare.


Anonimo


immagine di www.siciliartisti.it