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giovedì 31 luglio 2008

Spioni

Caso Telecom, «Non ho niente da nascondere», dice una fonte anonima.
Daniele Luttazzi

Gli ultimi sempre più ultimi


Eravamo un paese sgangherato forse, ma senza ferocia, senza razzismi, senza cattiverie. Eravamo un paese misericordioso alla fine: cattolico e con una morale fluttuante che ci salvava da certe durezze e spietatezze. Ma ora? Metto in fila poche parole, una di seguito all'altra: precari, immigrati, rom, pensioni sociali. Ne aggiungo altre, per riempire i rami di questo albero della vergogna.

La norma sul precariato è contro gli ultimi, quelli che un lavoro non riescono a trovarlo, quelli che non possono comprarsi una casa, che non hanno accesso ai mutui, che non possono progettare nulla, che non hanno la possibilità di pensare a un futuro che non sia un futuro a termine, come i loro contratti di lavoro, come i loro salari miserandi, come le loro vite sospese, in un vuoto che non possono riempire.

Le impronte digitali per i Rom, inclusi i bambini, è qualcosa di terrificante. Messo a punto senza vergogna per un paese che non ha protestato abbastanza, perché non è mai abbastanza protestare su una schedatura di adulti e bambini solo perché di etnia diversa. E che ci rende, davanti all'Europa, un paese allo stesso tempo ridicolo e inquietante. E con gli immigrati siamo allo stato di emergenza. Il ministro Maroni, che si annuncia come il peggior ministro dell'Interno di questo dopoguerra, parla di emergenza, e di stato di allerta. Ma la situazione è sempre la stessa, e questo è solo un modo per tenere buono un paese che è diventato razzista, cattivo e per nulla solidale. Un paese di pochi privilegiati, e di molti che devono subire discriminazioni sempre più forti.

Intanto ieri si è rovesciato un altro gommone a sud di Lampedusa, sembrano sei i morti, e pochi giorni fa sono morti anche due bambini. Ma tutto scivola nell'indifferenza, e ci stiamo preparando, come un paese sudamericano, come un Venezuela qualunque, a sopportare l'esercito nelle città per garantire l'ordine pubblico. A vedere i militari per strada, come li vedi a Caracas. Peccato che Caracas è la città più violenta del mondo. Ma ora la vigilanza e l'emergenza sull'immigrazione diventa un caso nazionale. Mille soldati sono destinati a controllare i centri immigrati. Metteranno il filo spinato? Faranno le ronde? Che ordini avranno? E perché questa decisione? Non sarà una bella sensazione vedere i militari per strada.

Ma cosa possiamo pretendere di più da questa classe dirigente? Andiamo avanti perché l'albero della vergogna si infittisce sempre di più. Il consiglio d'Europa ce lo ha detto chiaro. E una fredda nota di agenzia dice testualmente: «Il Commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, si dice "estremamente preoccupato" per il pacchetto sicurezza e la dichiarazione dello stato d'emergenza per l'afflusso di cittadini extracomunitari da parte del Governo italiano. È quanto si legge in un comunicato diffuso sul sito del Commissario per i diritti dell'uomo».

Il ministro leghista Maroni si indigna. Si dichiara sdegnato. Ma intanto dobbiamo incassare lo sdegno della civile Europa. E non è finita. Ieri si è consumata la sceneggiata tragica delle pensioni. Prima vogliono tagliare le pensioni sociali, poi si correggono e dicono che no, che la norma riguarda solo gli extracomunitari. E non le casalinghe e quelli che hanno meno di dieci anni di contributi. Che non si preoccupassero. Verrà corretta, che poi saranno gli estracomunitari a pagare, che cosa ce ne importa. Noi gli prendiamo le impronte digitali, schediamo i bambini, li controlliamo con l'esercito, incassiamo l'imbarazzo e il disprezzo della civile Europa, e abbiamo ancora il coraggio di protestare. Come hanno fatto gli immigrati africani nel duomo di Napoli. Una protesta dentro una chiesa, che da sempre è sempre stato un luogo di accoglienza, ma che in questo caso, ha generato l'immediata reazione dell'esercito in tenuta antisommossa. Per contrastare immigrati che dentro una chiesa chiedevano una casa.

Un paese che vuole che gli ultimi siano gli ultimi, sempre e comunque: questo siamo diventati? Sarebbe facile dire che è tutta demagogia, che è un modo del governo per fare una propaganda banale soprattutto sull'ordine pubblico, in vista del disastro sociale ed economico che ci attende in autunno. Sarebbe facile dire che la rabbia di avere dei salari che non aumentano - di fatto - da quindici anni, contro un costo della vita e un aumento dei prezzi che non ha paragoni nel resto d'Europa, può essere ingenuamente contenuta con misure roboanti, e prive di concretezza. Ma questa è una interpretazione sbagliata.

Non è questo il punto. Una parte di questo paese, quella che si riconosce nel centro destra, quella che vota Lega Nord, quella che gravita attorno ad Alleanza Nazionale, quella che vede in Berlusconi il modello di riferimento umano e politico, oltre che imprenditoriale, è cambiata. Cambiata in peggio. È in caduta libera. Senza più vincoli etici, religiosi e culturali. Immorale e ignorante. È un paese che emargina, è un paese che non ha più gli strumenti culturali per capire quello che gli succede attorno, è un paese che non sa adattarsi alla complessità. È un paese rimbecillito da valori inutili, che vede nei modelli di riferimento che lo governano, dei modelli positivi: machismo, intolleranza, razzismo, culto della ricchezza, l'idea che vincono i più ricchi, i più furbi, i più disinvolti, senza rispettare le regole. Perché sono governati da persone che non rispettano le regole. Berlusconi per primo. Bossi per secondo, e tutti gli altri a seguire. Gente che non rispetta i valori comuni su cui è stato fondato questo paese. Veri eversori dello spirito della Costituzione e della convivenza civile. 

Il razzismo era qualcosa che eravamo riusciti a non sentire sulla nostra pelle neppure, ed è tutto dire, quando furono varate le leggi razziali del 1938. In tutte le case italiane, ognuno di noi conserva un racconto, una memoria, di un parente, di un vicino, di qualcuno che si oppose, che aiutò, e soprattutto di un paese che non capiva. Eppure accadde quello che accade. Le impronte digitali ai bambini non sono una manovra diversiva per accettare sacrifici per questo autunno; precarizzare i giovani non è un modo per mantenere i privilegi di quelli che precari non sono; abolire o ridimensionare le pensioni sociali non è un modo per distrarre il ceto medio da quello che gli sarà chiesto tra qualche mese; e mandare i militari nei centri per immigrati non è una furba trovata per dire a quelli che non arrivano alla fine del mese: vedete, vi diamo la sicurezza. Sono il risultato di qualcosa che è cambiato nella testa della gente, sono il frutto di un paese irriconoscibile, di gente cattiva, ignorante, egoista, spietata. I totalitarismi iniziano sempre da dettagli marginali, da piccoli segni che nessuno voleva vedere. E non siamo immuni da nulla. L'opposizione della sinistra sarà certamente vigorosa, ma non basta la politica se manca una cultura comune, una cultura che faccia uscire questo paese da una secca di pochezza e di ignoranza. L'ignoranza di gente come Bossi che vuole professori del nord, nelle scuole del nord, per i bambini del nord, l'ignoranza che in una città come Roma, appena arrivata una giunta di centro destra, ha già spento le luci sul patrimonio culturale di questa città. Cancellando un lavoro di anni, che ha trasformato Roma nella città più importante, sotto l'aspetto culturale, d'Europa. L'ignoranza di inventarsi anziché le notti bianche, le notti futuriste. L'ignoranza di pensare che la crescita di un paese non possa che essere economica, e non per tutti, ma sempre per i più furbi e i più ricchi. Siamo caduti in basso e gli ultimi non saranno i primi dalle nostre parti, ma rimarranno ultimi, ultimissimi. Per una classe di governo che ora dovrebbe vergognarsi.

Roberto Cotroneo - L'Unità

martedì 29 luglio 2008

Festa ad Osoppo


FESTA DELL’UNITA' 

Per il Partito Democratico del Gemonese 


Dal 22 al 24 Agosto 2008 

Parco della ex-colonia ad Osoppo 

In collaborazione col Circolo PD di Argelato (BO) 


Venerdi’ 22 Agosto 

Apertura della festa e dei chioschi alle ore 17.00 

Corsa Podistica “Torneo Friuli” alle ore 19.30 

Musica Live con i Bad Memory dalle ore 21.00 

Premiazione Finale del “Torneo Friuli” alle ore 22.00 


Sabato 23 Agosto 

Raccolta firme “Salva l’Italia” dalle 09.00 

Torneo di Calcetto dalle ore 09.00 

Premiazioni del torneo di Calcetto alle ore 20.00 

Musica anni ’70-’80 con Pecos DJ dalle ore 21.00 


Domenica 24 Agosto 

Dalle ore 11.00 presentazione dei libri: 

 - “Il dio del mare” di Pierluigi Cappello 

 - “Mur a tor” storie di emigranti ed emigrazione  

Torneo di “Old Rugby” dalle ore 17.00 

International Groove Sound System presenta 

   Electro Afro and Good Vibes dalle ore 21.00 


RISTORANTE TRADIZIONALE 

CON SPECIALITA’ EMILIANE E FRIULANE


venerdì 18 luglio 2008

Puar friûl





Mi rattrista vedere come il Friuli continui a mostrare il suo aspetto provinciale e ottuso. Mi riferisco alle ultime polemiche sul festival Reggae Sunsplash, agli articoli apparsi sul Messaggero Veneto e sul Gazzettino, sui servizi apparsi sulla rete Rai Regionale dove i 10 giorni di festa, di buona musica a livello internazionale, di convegni, dibattiti, di convivenza pacifica, sono stati descritti come un grande accampamento di giovani dediti all'uso e allo spaccio di droga, tralasciando volutamente tutti gli aspetti positivi dell'evento. (conforta sapere che la stessa Rai Nazionale trasmetteva servizi di tutt'altro genere sullo stesso festival e che i giornali nazionali raccontavano l'evento sotto altra luce). Non meravigliano certo le dichiarazioni dell’assessore alle Attività produttive, Luca Ciriani (An) che, si suppone non abbia mai messo piede all’interno del Festival, non sappia nulla di cultura rasta, e che straparla di messaggio di esaltazione della droga libera” ammonendo l’assessore alla cultura Roberto Molinaro a non finanziare più il festival: “con tutte le famiglie cattoliche che l’hanno votato e che certamente non apprezzano la presenza di spacciatori e i messaggi di deresponsabilizzazione che arrivano dal festival”.  Mi rattristano invece le dichiarazioni e le “odi poetiche” di altri rappresentanti delle istituzioni, il questore di Udine, Giuseppe Padulano che parla di “sforzo immane che ha messo in sofferenza diversi uffici amministrativi che adesso si trovano in difficoltà”. Mi chiedo se lo sforzo sarebbe considerato immane se i 10 giorni avessero riguardato un campionato di calcio ! Inoltre afferma che “nel periodo precedente all'evento siamo stati sollecitati da molti genitori a controllare la manifestazione. Madri e padri si sono detti molto preoccupati per i loro figli ”. E sottolinea che durante il festival “Sono stati sequestrati un paio di chili di stupefacente, perlopiù marijuana e hascish”; parliamo di un festival della durata di 10 giorni con una presenza complessiva di 160.000 persone, un campeggio sempre al completo con 16.000 presenze e loro sequestrano un “paio di chili” di stupefacente !  Ci siamo già scordati che solo alcuni mesi fa è stata sgominata una centrale di spaccio di cocaina  - sottolineo cocaina - nel pieno centro di Udine, un centro estetico frequentato dalla meglio gioventù della città !! (in questura non si sono visti padri e madri preoccupati). Il meglio però lo dà il Procuratore di Tolmezzo Enrico Cavalieri mettendo in versi il suo pensiero (se così possiamo chiamarlo) con frasi del tipo “gli spacciatori neri” che si commentano da sole e descrivono molto bene il clima politico che si sta respirando. Mi rallegra vedere che queste opinioni non sono condivise da tanti friulani che non accettano come oro colato ciò che dichiarano le cosiddette istituzioni, hanno avuto la curiosità di oltrepassare l'ingresso del Festival e si sono resi conto di non trovarsi in un mondo perverso di esaltazione e droga libera, ma solo in un mondo multirazziale pieno di colore, di gioia, di musica, di relax, di famiglie con i loro bambini. E' vero molti giovani si fanno gli spinelli, ma perchè questa immagine dà tanto fastidio quando, tutti i sabati, si possono vedere altri giovani “perbene” distrutti dall'alcol nelle nostre sagre paesane (e l'immagine di un ragazzo sbronzo non è certo più edificante e  nemmeno rassicurante saperlo alla guida di un' auto). Si leggono quotidianamente notizie di risse, pestaggi e violenze nell'estate friulana mentre al parco del Rivellino migliaia di persone convivono pacificamente. Ma la cosa che amareggia di più è vedere che ancora una volta il Friuli non riesce a cogliere la forza culturale di un evento, rattrista sapere che un festival internazionale al quale partecipano persone da 120 paesi del mondo, rischia di lasciare per sempre la nostra Regione non perchè la gente non lo voglia ma perchè i politici e le istituzioni stravolgono l'evento stesso, e che il Friuli non colga l'importanza di poter vantarsi, come esempio di regione aperta alle diverse culture, di ospitare i migliori festival proprio nelle sue terre, eventi come il Mittelfest, il Folkest, il No Borders Festival, Onde Mediterranee, Topolò e non ultimo il Sunsplash. Tutti eventi che forse vengono conosciuti e apprezzati più dagli altri che da noi friulani. Non vorrei scrivere le righe seguenti ma se non si è interessati alla cultura e a quanto il diverso possa arricchire parliamo almeno del vil denaro e di quanto ne possano lasciare 160.000 persone di passaggio nelle nostre terre.


Carla Liva


giovedì 17 luglio 2008

PD PD PD

La situazione del Pd migliora: adesso è classificata come «senza speranza».
Daniele Luttazzi

mercoledì 16 luglio 2008

PD è ora di svegliarsi !

Stupore e amarezza. Condividiamo i sentimenti espressi da Walter Veltroni alla notizia dell’arresto del presidente della Regione Abruzzo e di altri assessori e funzionari. Stupore perché si stenta a credere che Ottaviano Del Turco, esponente del Pd, nota figura del sindacato e della sinistra italiana abbia potuto intascare fior di mazzette, soldi della sanità pubblica, come il peggiore dei tangentari. Amarezza perché la procura pescarese, a cui il ministro ombra della giustizia Tenaglia ha riconosciuto massima attenzione e rispetto per i diritti delle persone coinvolte, parla di accuse fondate su prove schiaccianti. Mentre tutti restiamo in attesa di saperne di più e di saperlo in fretta, l’unico ad avere certezze in materia è Silvio Berlusconi, pronto a scagliarsi contro i teoremi della magistratura quasi sempre, a suo dire, infondati. Il premier agisce con la evidente finalità di gettare discredito sull’azione dei giudici e di coinvolgere l’opposizione nella sua personale ossessione: la disarticolazione del potere giudiziario e la sua sottomissione agli ordini del governo. Vedete, ora le toghe se la prendono con voi, è la sua velenosa solidarietà al Pd per la comune guerra santa. Messaggio subito respinto al mittente anche se resta intatto sul terreno il problema con il quale da oggi lo stesso Pd si trova drammaticamente a fare i conti. Bisognerà infatti prendere atto che, al di là del caso Del Turco, la corruzione della politica e della pubblica amministrazione è una metastasi trasversale, un sistema che lungi dall’essere stato debellato all’epoca di Mani Pulite si è sviluppato in profondità giovandosi di nuove tecniche criminali oltre che naturalmente della martellante guerra contro la legalità. Ora che il bubbone è scoppiato bisognerà parlarne seriamente, magari sottraendo un po’ di spazio alle dispute sul sistema tedesco o spagnolo.

Antonio Padellaro - L'Unità

Festa

TAVAGNACCO

Festa del Partito Democratico 2008

presso il campo sportivo in Via Tolmezzo


programma


giovedì 17 luglio ore 21,00: TAVAGNACCO ROCK Musica con: “R.esistence in dub” “Toffo Selecta”

venerdì 18 luglio ore 18,00: visita guidata alla casa ad energia zero di Felettano

ore 21,00: TAVAGNACCO ROCK Musica con: “Pressione Parziale” “MACHEOO!!”  “Cameramia” “Lost Dogs”

sabato 19 luglio ore 18,30: discutiamo assieme “Parliamo di Lavoro e Sicurezza”

intervengono: Giovanni Forcione direttore C.N.A. di Udine  Stefano Pavan responsabile sicurezza C.N.A. (Rischi sui cantieri edili)

Segue spettacolo satirico di Bruzio Bisignano.

ore 21,00: ballo liscio con l’orchestra “Marilisa e Rita”

domenica 20 luglio ore 10,00: Il Gruppo cinofilo MATAJUR organizza:

- dimostrazione di obbedienza, utilità e difesa;

- esibizione di agilità;

- dimostrazione dei cani da catastrofe, protezione civile – ACDC;

ore 16,30: iscrizione 2° Passerella Cinofila Divulgativa (non competitiva)

ore 18,00: premiazioni

ore 18,30: spettacolo “Planet Rock Studio”

ore 21,00: ballo con l’orchestra “Lisa Maggio”

lunedì 21 luglio ore 18,30: discutiamo assieme “Parliamo di Partito Democratico: prospettive ed impegni”

intervengono:

Carlo Pegorer senatore della Repubblica del Partito Democratico

Flavio Pertoldi senatore della Repubblica del Partito Democratico

Diego Travan consigliere provinciale e coordinatore del circolo del P.D. di Tavagnacco

ore 21,00: ballo liscio con “Obbiettivo Musica”

ore 22,30: estrazione Lotteria 2008


Alla Festa del Partito Democratico che si tiene nel Campo Sportivo a Tavagnacco trovi:


ristorante aperto dalle 19,00 alle 23,00 e le domeniche anche dalle 11,00 alle 14,00;

1500 posti a sedere al coperto;

cucina friulana - pesce - birreria - chioschi - gelateria - drinks caraibici e bibite e quo/solidali

pesca di beneficenza - area giochi - ampio parcheggio


Tenda cultura e solidarietà con materiale informativo e da acquistare di 


la Libreria (il cui intero ricavato va ad Emergency al progetto di adozione dell'ospedale di Goderich in Sierra Leone);

Emergency - life support for civilian war victims;

Bottega del Mondo per un commercio equo e solidale

Libera- Associazione contro tutte le mafie con i suoi prodotti agricoli coltivati su terreni confiscati alla mafia vini, pasta, olio extravergine di oliva, ceci;

Friuli Mandi/Nepal Namaste onlus Splendid Valley School progetto per il diritto allo studio dei bimbi e bimbe nepalesi;

Italia-Cuba;

Legambiente;

Federconsumatori;


venerdì 11 luglio 2008

Chi rappresenta il PD ?*

La parabola dell’uomo che guarda il dito che indica, invece di guardare la luna, è fin troppo nota. La manifestazione di Piazza Navona è diventata il dito dello scandalo in una luna su cui le regole democratiche vengono infrante sistematicamente da una destra populista e demagogica al servizio di un solo uomo, che in qualsiasi paese fondato sulla civiltà del diritto non avrebbe i requisisti per essere eletto. Oggi il suo governo subisce una mozione di condanna per politiche giudicate dall’Europa razziste e discriminatorie.

E persino la nota biografica inserita nelle cartelle del G8, descrive il nostro presidente del consiglio come leader dalla reputazione per lo meno imbarazzante, e l’Italia come una nazione devastata dalla diffusa corruttela.

Eppure il coro delle prefiche pidielline si straccia le vesti per lo scandalo di piazza Navona. Perché? Perché il caravanserraglio del padrone, ha trovato un’occasione ghiotta per fare la vittima e i suoi cortigiani per gridare allo scandalo. Fingono di scandalizzarsi per gli eccessi del linguaggio, proprio loro che sul vero ed indegno linguaggio dell’eccesso hanno costruito l'identità di cui menano vanto. Le iperboli di Beppe Grillo e di Sabina Guzzanti, sono lazzi da commedia dell’arte rispetto ai furori e agli appelli alle armi di leghisti quali un Calderoli (irresponsabile sobillatore di rivolte che mettono in pericolo i nostri cittadini in paesi musulmani), di un Bossi, di un Borghezio o di un Gentilini, nell’esercizio di funzioni istituzionali. Sabina Guzzanti invece, è solo una straordinaria teatrante animata da una bruciante passione civile cacciata persecutoriamente dalla televisione di Stato, che dovrebbe essere il santuario della libertà di pensiero. Com’è corta e ipocrita la memoria di questa destra da polpettone mal digerito. Non ricordano neppure che da sempre è prerogativa del teatrante gridare al popolo che “il re è nudo”. 

Ha dovuto ricordarglielo uno dei loro, Paolo Guzzanti, spezzando una lancia a difesa della figlia, che il garbato cavalier Berlusconi ha dato del coglione a metà degli italiani solo per non averlo votato. Guzzanti sì che ha subito un’aggressione di inaudita volgarità da parte della ministra Carfagna, solo per essere il padre Sabina. Detto ciò, per restituire evidenza al fatto che la destra non ha titoli per rivolgere critiche a qualsivoglia volgarità, né tanto meno per dare lezioni di deontologia del linguaggio, è bene chiarire che il principale e precipuo scopo del popolo e degli organizzatori di piazza Navona è stato e rimane quello di lanciare un allarme per la mobilitazione contro lo scempio che viene fatto del nostro sistema politico e della legalità costituzionale da parte di forze politiche prone agli interessi del loro leader carismatico.

Personalmente, nel mio breve intervento, mi sono limitato a considerazioni di natura squisitamente politica, anche se il tono delle mie parole era accorato ed indignato. Perché sia chiaro, che noi si faccia o meno il mestiere dell’arte scenica, prima di tutto siamo esseri umani e cittadini pensanti che partecipano a pieno titolo alla vita sociale e politica del Paese e sempre più sono sollecitati a farlo soprattutto dalle giovani generazioni.

Ma veniamo al vero punctum dolens della questione: i rapporti fra le opposizioni - e nella fattispecie fra gli organizzatori di piazza Navona - i cittadini che hanno risposto alla chiamata, e il Pd. Alcune delle critiche rivolteci con onestà ed acume, non vanno respinte per partito preso e meritano il massimo rispetto. Non vi è dubbio che per certi aspetti la manifestazione sia caduta in una trappola ben tesa, tuttavia non prenderò pelose distanze dagli altri intervenuti perché non ritengo decoroso questo tipo di puntualizzazione. Per quanto mi riguarda, non sono salito sul palco contro il Pd e ciò vale indubbiamente anche per la stragrande maggioranza dei partecipanti. Ho sostenuto il nuovo partito con la passione e il coinvolgimento che caratterizza sempre il mio impegno: ero e rimango convinto che l’Italia abbia bisogno di un grande partito riformista. Proprio per questa ragione, da quel partito, che ha subito una severa battuta d’arresto alle elezioni, mi aspetto un’opposizione forte, adamantina, a voce alta. L’insistenza sul dialogo con forze che non vogliono e non possono dialogare senza entrare in contraddizione con se stesse, francamente è parso a molti di noi incomprensibile, soprattutto perché proposto da posizioni di debolezza. 

Inoltre, mai come in questa circostanza, si è confermato che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Uno dei pericoli più insidiosi che corre la politica istituzionale è quello dell’autoreferenzialità, lo si è inequivocabilmente constatato nell’imperdonabile débacle delle elezioni romane.

Ora, io non pretendo di avere un osservatorio infallibile, ma quando girando in ogni angolo del Paese sento ininterrottamente le voci impastate di amarezza e di umiliazione di elettori del Pd che ti guardano con espressione ferita dicendo: “tanto sono tutti uguali”, capisci che devi rialzare la testa per tentare con tutte le forze di arginare l’irrimediabile.

Moni Ovadia - L'Unità  * il titolo è dell'Amministratore

domenica 6 luglio 2008

Berlusconi: «Passo tutti i sabati con gli avvocati a parlare dei miei processi!» 
Ma Veronica non se le beve.
Daniele Luttazzi

mercoledì 2 luglio 2008

Scovacis




Cassonetti dei rifiuti pieni, si paventa ancora l'emergenza ed arrivano le lamentele, ma la Comunità Montana manda le sue rassicurazioni: il problema dovrebbe risolversi entro pochi giorni. Già da alcune settimane per le vie di Gemona è possibile osservare diversi cassonetti delle immondizie stracolmi, molti dei quali circondati da borse di rifiuti appoggiati dalla gente all'esterno, visto che dentro non ci stavano, tanto erano pieni. Il problema si è manifestato la prima volta lunedì 23 giugno, allorché gli addetti della ditta veneta Ecoverde, che ha la gestione dell'appalto, non hanno provveduto alla raccolta. Poco male, sarà un disservizio momentaneo, hanno pensato Comunità montana e famiglie delle vallate. Ma l'indomani la massa dei rifiuti è rimasta tale e quale, anzi aumentata da una nuova giornata diproduzione. Quando si stava per agire, mercoledì mattina, la raccolta è ripresa. Ma soltanto per un paio d'ore, svuotando una parte minoritaria di cassonetti nei quattordici Comuni serviti, da Gemona a Tarvisio. Poi più nulla. E il magma dei sacchetti e dei sacchi seguitava a montare, soprattutto nelle vicinanze di alberghi e ristoranti.
Sono scattati fax, mail, lettere alla Ecoverde. Fino a ieri mattina, però, nessuna risposta, come certifica il presidente della Comunità montana Ivo Del Negro. Che però è corso ai ripari, sommerso da telefonate di protesta e di richiesta informazioni a maggior ragione in questi giorni cruciali per l'avvio della stagione turistica. Tutto serve alla montagna friulana, in effetti, meno una situazione... napoletana.
Nonostante tutto, i tecnici hanno subito avviato una procedura di emergenza, affidando l'incarico alla ditta Conu, che dallo scorso fine settimana ha iniziato la raccolta. Al rallentatore, lo si può notare a Gemona dove alcune vie sono già state servite e altre no: «è una situazione di emergenza - dicono agli uffici - prima c'erano a disposizione sei mezzi, ora ne abbiamo solo tre, col risultato che dobbiamo farli correre su due turni anziché uno solo, e ciò ritarda la raccolta». Di fatto, si è intervenuti inizialmente presso l'ospedale, i ristoranti, insomma i luoghi in cui l'accumulo è maggiore, senza contare che contemporaneamente i camion in questi giorni hanno corso anche a Moggio, a Venzone, a Tarvisio e in Val Raccolana. E poi, c'è il rischio che l'emergenza di rifaccia avanti nelle prossime settimane? «No - assicura l'assessore all'ambiente della comunità Fabiano Floreani - abbiamo un accordo anche di lunga durata con la Conu. Ora bisognerà vedere come comportarsi con la ditta che aveva in mano l'appalto, che ancora non ci ha dato risposta. Ora come ora è difficile dire quali saranno le decisioni. Gli uffici dell'ente hanno comunque dato prova di grande efficienza: dobbiamo ricordare che oltre alla mancanza dei mezzi, i tecnici hanno atteso i camion della Conu alle 5 del mattino per insegnare loro i percorsi nei paesi, visto che, con l'emergenza, era la prima volta che si trovavano ad intervenire in questi territori».

Piero Cargnelutti - Il Gazzettino

martedì 1 luglio 2008

Uso del territorio



La variante al PRGC n.7 del Comune di Osoppo, adottata dalla maggioranza con l’astensione dell’assessore al Bilancio, recepisce la proposta del CIPAF di ampliamento della zona industriale di Rivoli. Il piano adottato prevede una eliminazione dell’attuale, indispensabile, fascia di rispetto dell’abitato con la riduzione  della distanza della Zona Industriale dalle abitazioni più vicine dagli attuali 1200 m a soli 400 m. ed estende l’area produttiva dagli attuali 2.316.125 mq a un totale di 3.131.659 mq. Già attualmente sarebbero edificabili ulteriori 563.616 mq di capannoni, con l’ampliamento previsto si arriverebbe alla possibilità di costruire complessivamente altri 850.000 mq a fronte degli attuali esistenti 440.000 mq, un carico insostenibile in un’area in cui il grado di inquinamento non è completamente e sistematicamente indagato e nel quale già per 10 volte nel corso di quest’anno si sono superati i limiti per le polveri sottili. Tale sviluppo troverebbe spiegazione nelle esigenze di espansione delle due grandi attività industriali già presenti e da richieste di nuovi insediamenti produttivi dei quali però non viene dato conto.  Si è rilevata la necessità che il piano infraregionale possa tener conto di ambiti insediativi presenti in comuni contermini già infrastrutturati e non completamente utilizzati considerando anche la presenza nel territorio di grandi capannoni non completati o inutilizzati. 

Il territorio contiene importanti risorse da valorizzare: la salubrità e la qualità della vita, la valorizzazione della Fortezza e del Rivellino, degli ambiti dei colli, del bosco e delle risorgive e la presenza di attività agricole. Tale ricchezza  non  va sprecata ma utilizzata a fronte di proposte e esigenze precise valutando costi e benefici. 

Lontani dal porsi come detrattori dello sviluppo economico che non può tuttavia essere ridotto all’equazione “ampliamento=posti di lavoro” sottolineando che uno sviluppo buono deve essere sostenibile e valorizzare complessivamente le risorse presenti, sono state formulate alcune proposte. 

In primis, che il piano infraregionale, partendo da un monitoraggio sistematico e continuo degli inquinamenti presenti nel territorio comunale specie nei centri abitati circostanti, sia un piano di riqualificazione e risanamento territoriale che valuti le effettive necessità, il tipo di produzione, di manodopera e di garanzie delle proposte di localizzazione;  che lo scalo merci ampliato, costituisca il limite di espansione degli insediamenti industriali verso l’abitato del capoluogo; che sull’intera area vengano previsti interventi di salvaguardia e di attenuazione ambientale appropriati ed efficaci. Il Prof. Sandro Fabbro docente di Urbanistica dell’università di Udine e membro del Comitato per l’autonomia e il rilancio del FVG ha sottolineato come in un territorio in cui le diverse attività tendono a congestionarsi e a sovrapporsi è importante la presenza di adeguate aree di separazione, ha riferito di una proposta di legge regionale per il governo delle grandi trasformazioni e ha proposto l’idea di una carta statutaria del territorio nella quale una comunità definisca i limiti e i criteri irrinunciabili per il mantenimento della propria identità. 


PD Osoppo