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giovedì 25 dicembre 2008

Auguri


Buon Natale e buon anno nuovo a tutti
il Blog fa una pausa e riprenderà a gennaio
mandi

giovedì 18 dicembre 2008

Toccato il fondo, si comincia a scavare...



Dopo i recenti fatti accaduti in Abruzzo e in Campania, ho deciso di pubblicare la lettera che un mese fa ho inviato ai vertici del PD Regionale e locale (Zvech, Della Mea, Marsilio, Shaurli, etc.)
credo che questo sia l'unico strumento che abbiamo per fare pressione sui nostri dirigenti perchè si attivino e applichino i principi che sono alla base del Partito Democratico a cui ci siamo avvicinati e al quale guardiamo con sempre maggiore perplessità e sfiducia.

Venzone, 21 novembre 2008


Dopo i recenti casi del Senatore Riccardo Villari alla commissione di vigilanza RAI e dei “pizzini” del Senatore Nicola La Torre su La7, il limite di sopportazione è ormai colmo. Parlo a nome mio come segretario del Circolo PD di Venzone e a nome di molti simpatizzanti e iscritti che, miracolosamente, fino ad oggi continuano a credere al progetto di questo nuovo partito, dico miracolosamente perchè dopo diversi mesi dal giorno delle elezioni, perse malamente, ad oggi, hanno e abbiamo assistito allibiti a una lunghissima serie di eventi (le polemiche di Chiamparino in Piemonte, di Cacciari in Veneto, l’imbarazzante situazione di Bassolino a Napoli solo per citarne alcuni).

Qualcuno potrà dire che si tratta di dialettica politica a livello nazionale e che tocca solo marginalmente la realtà locale, ma non è così, casi come questi vogliono dire la perdita secca di migliaia di elettori e, cosa ancora più grave, si insinua nelle persone la logica che centrodestra e centrosinistra siano la stessa cosa (si fa sempre più fatica a distinguere).

Mi rivolgo soprattutto alla dirigenza Regionale del PD perchè si attivi e prenda una posizione chiara a sostegno di Veltroni contro D’Alema (perchè è di questo che si tratta), faccia sentire la sua voce senza rimanere alla finestra e, dopo il positivo esperimento di Riccardo Illy, cominci a pensare ad un PD che sappia rapportarsi alla realtà del nord del paese e alla specificità della nostra Regione (non si pùò pensare di governare qui da noi se non ci distinguiamo dai vari La Torre, D’Alema, Bassolino etc. dalla loro cultura politica e dal loro sistema di valori)

Credo ancora alla novità del Partito Democratico ma guardando quello che avviene non posso non essere sfiduciato e invidiare gli Stati Uniti che hanno appena eletto un Presidente di 47 anni, di colore e sostenuto da tutto il Partito Democratico.



Vittorio Fadi - segretario del PD di Venzone

mercoledì 17 dicembre 2008

Nonostante la cloaca Abruzzese


Quando uno legge che Silvio Berlusconi - recordman italiano delle prescrizioni e primatista mondiale delle leggi ad personam - denuncia “ l’esistenza di una questione morale ” nell’opposizione, quando uno sente che Fabrizio Cicchitto - scaricato da Lombadi, tesserato da Gelli, ripescato da Craxi e promosso da Berlusconi - definisce il PD “ il partito degli indagati ”, capisce che siamo passati alla fase due.

Quella in cui i vincitori non si accontentano di bastonare gli sconfitti, ma li spogliano delle insegne e li derubano delle trombe, lasciando che la nebbia del caos inghiotta persino i ricordi delle loro colpe. Finirà che dovremo chiedere scusa a Vanna Marchi, a Cesare Previti e al mago Do Nascimiento, supplicandoli di accettare come risarcimento una cattedra di filosofia morale alla Sapienza.


Da Patrizia Angileri, di Sebastiano Messina - La Repubblica

domenica 14 dicembre 2008

NO Telethon



Perchè chiedere l'elemosina ai cittadini per finanziare la ricerca ?
I venti milioni di euro che raccoglie Telethon dalle tasche degli Italiani ogni anno sono una piccolissima parte del buco nero degli sprechi di denaro pubblico che abbiamo in Italia;
Perchè l'anziano con la pensione di 400 euro al mese deve donare come il commerciante di via Condotti ?
La ricerca in Italia devono finanziarla lo Stato e le grandi aziende.
Basta con lo Stato accattone e raggiragonzi !

Vittorio Fadi

sabato 6 dicembre 2008

Il punto sugli elettrodotti in Carnia

«Ribadiamo la nostra contrarietà alla soluzione aerea. Non abbiamo ancora la certezza che la Regione abbia la potestà di favorire l'elettrodotto aereo rispetto a quello interrato, per questo come amministrazioni comunali nel marasma totale che si è venuto a creare sull'intera vertenza, dobbiamo assumere tutte le decisioni più consone e cautelanti per continuare a difendere, qualsiasi sia la scelta che verrà, i nostri comuni». È il sindaco di Cavazzo Carnico Dario Iuri con a ruota i colleghi primi cittadini ricompattati di Zuglio, Sutrio, Cercivento, Paluzza, Arta Terme, la Comunità Montana della Carnia con Not (mancava all'appello solo il Comune di Tolmezzo), ad aggiornare sulle ultime vicende relative alla vertenza elettrodotti in Carnia e sulle posizioni dei rispettivi comuni. Si tornano così a far sentire le posizioni contrarie della montagna friulana nei confronti delle proposte di interconnessioni energetiche transfrontaliere che dovranno insistere lungo la Valle del But dalla carinziana Wurmlach a Somplago. Dopo il periodo di stand-by successivo al voto regionale di aprile, il comitato Carniainmovimento guidato da Renato Garibaldi ritorna ad affrontare l'annosa questione, con una serata informativa nella sala San Giacomo di Paluzza, cui hanno ieri aderito vari amministratori locali ed oltre un centinaio di cittadini. Con l'iniziale contestualizzazione ed aggiornamento dell'iter procedurale dei tre progetti in campo relativamente al territorio carnico (aereo Pittini-Fantoni, interrato Burgo, mini-interrato Secab) tenuta dall'ingegner Hans Puntel è stata posta soprattutto l'attenzione sull'ipotesi aerea, quella verso la quale la Regione, attraverso l'assessore all'energia Riccardo Riccardi a ottobre ha manifestato la propensione all'autorizzazione. «Rispetto alla prima predisposizione del tracciato da parte del Gruppo Pittini-Fantoni, la nuova alternativa è sicuramente meno impattante della precedente, ha preso in considerazione i vari spostamenti e varianti da noi segnalate - hanno ribadito i sindaci ma non potremo mai dire di sì ad un elettrodotto che non rispetta l'ambiente. Non siamo pregiudizialmente avversi allo sviluppo, siamo disponibili ancora a cercare di trovare la più ampia convergenza possibile, ma per il momento rimaniamo fermi su quelle delibere di propensione eventuale solo all'interrato, espresse dai nostri consigli comunali a suo tempo». Dopo, il dibattito con i rappresentanti di vari comitati regionali del No: da loro l'invito a continuare la battaglia attraverso la richiesta alla Regione dello strumento della Vas, la Valutazione ambientale strategica.

David Zanirato - il Gazzettino

venerdì 5 dicembre 2008

Elettrodotto Wurmlach - Somplago


Questa storia ha avuto inizio quattro anni fa, e siamo ormai vicini alla decisione definitiva.

Nell 2005 sono stati presentati i progetti relativi alla costruzione di un elettrodotto aereo di interconnessione transfrontaliera che da Wurmlach, in Austria, attraversando la valle del But dovrebbe raggiungere Somplago.La società Alpe Adria Energia s.p.a., che ha presentato il progetto, si approvvigionerebbe così di energia elettrica a basso costo onde fornire detta energia al gruppo Ferriere Nord. L’elettrodotto, con tralicci di 30-60 metri, campate di 300 metri ed una fascia disboscata media di 60 metri, una tensione di 220Kvolt interesserebbe l’intera valle del But e precisamente i comuni di Cavazzo Carnico, Tolmezzo, Zuglio, Arta Terme, Sutrio, Cercivento e Paluzza.

L'energia è indispensabile.

Gli elettrodotti sono indispensabili.

Questo non lo è.

Nella primo progetto di elettrodotto aereo, la Carnia era descritta come una "terra spopolata e selvaggia".

Le nostre contestazioni hanno dimostrato il contrario, ma sono servite a poco.

Infatti i proponenti non hanno mollato, e nel nuovo progetto siamo stati descritti come i barbari che si opposero alla costruzione dell'acquedotto romano ai tempi di Julium Carnicum!


Venerdì 5 dicembre

presso la sala San Giacomo di Paluzza alle 20:30


leggeremo assieme le varianti apportate al tracciato ( e le altre genialate che hanno scritto oltre al paragonare l'utilità di un acquedotto e una merchant line...). 

Abbiamo invitato i sindaci dei comuni interessati al passaggio della linea. Purtroppo stanno cedendo alla più subdola delle persuasioni: quella del tempo che passa e che distrugge l'entusiasmo e la fermezza di una decisione.

Per questo è importante essere PRESENTI, anche per una sola mezz'ora! I primi cittadini devono ricordarsi a chi devono il proprio voto, e noi del comitato abbiamo bisogno di vedere TANTA, ma TANTA gente perché andare avanti è sempre più difficile... 


Daniela Radina

mercoledì 26 novembre 2008

Lingue proprie del Friuli - Venezia Giulia: no ad ulteriori discriminazioni



La contrarietà espressa dai gruppi di opposizione avrebbe dovuto bloccare sul nascere la proposta, avanzata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman, di sostituire il servizio di interpretariato attualmente in uso presso l´Aula consiliare con un servizio "a chiamata" subordinato alla dichiarazione anticipata da parte dei consiglieri che avessero deciso di avvalersi del loro diritto di intervenire in friulano, sloveno o tedesco. Il presidente Ballaman, infatti, aveva previsto che questa misura non sarebbe passata se non ci fosse stato l'assenso di tutti i gruppi consiliari. Tale vicenda, tuttavia, ci offre anche lo spunto per proporre alcune riflessioni che vanno oltre l´episodio specifico.
Anche se l´intento che ha mosso il presidente Ballaman ad avanzare tale proposta risulta condivisibile, ridurre cioè le spese di funzionamento del Consiglio, la soluzione suggerita ci trova contrari. Innanzi tutto chiedere solamente a quanti intendono parlare in friulano, sloveno o tedesco di dichiararlo anticipatamente, è palesemente discriminatorio. Se si riconosce alle lingue e, a quanti le parlano, pari dignità, infatti, tale proposta risulta inaccettabile poiché porrebbe dei vincoli solo a quanti utilizzano alcune lingue. Tanto più se si considera che il servizio di interpretariato, in realtà non serve a quanti si esprimono in friulano, sloveno o tedesco, bensì agli altri, cioè a quanti non comprendono queste lingue. Toccherebbe piuttosto a loro, dunque, farsene carico e non a quanti hanno il sacrosanto diritto di esprimersi nella propria lingua nativa.
Ciò che, tuttavia, lascia maggiormente perplessi è che, ogni qual volta si rende necessario operare dei tagli, l´attenzione tende sempre a cadere sui fondi dedicati alle minoranze linguistiche. In questo caso reputiamo in buona fede, ma spesso non è affatto così. Si tratta, tra l´altro, di interventi il cui intento è più demagogico che concreto, considerata la risibile entità di tali risorse. Basti pensare che i fondi regionali per friulano, sloveno e tedesco (lingue parlate dalla maggioranza della popolazione regionale) non raggiungono nemmeno lo 0,1% del bilancio della Regione Friuli - Venezia Giulia. Si tratta davvero di cifre irrisorie, tanto più se pensiamo che la specialità della nostra regione dipende, ora più ancora che in passato, proprio dalla presenza di comunità di lingua diversa da quella italiana. Una specialità che permette al Friuli - Venezia Giulia di godere, in proporzione, di risorse decisamente maggiori di quelle amministrate dalle Regioni a Statuto ordinario.
Per quanto ci riguarda, siamo convinti che, in tempi di difficoltà economica, sia importante cercare di razionalizzare la spesa pubblica. Crediamo, tuttavia, che tale razionalizzazione non possa minare diritti garantiti costituzionalmente. Tanto più quando, in realtà, nonostante quanto previsto dalla Costituzione e dalle specifiche leggi statali e regionali, tali diritti sono già sottoposti a continue violazioni e alla progressiva riduzione dei fondi che dovrebbero servire per garantirli.
Siamo stufi di essere vittime di una demagogia che vede nei diritti linguistici solo una spesa da tagliare. Siamo stufi di essere sempre i primi ad essere chiamati quando si tratta di fare dei sacrifici e gli ultimi quando si tratta di godere dei benefici. Anche noi siamo capaci di fare demagogia e proponiamo una soluzione, non per ridurre, per eliminare del tutto le spese di interpretariato: basta che i consiglieri che non capiscono una o più lingue proprie della nostra regione frequentino un corso che gli permetta almeno di comprenderle. Così ogni consigliere potrà parlare nella lingua che preferisce, senza che gli altri per capirlo abbiano bisogno di un interprete.

I coordinatori del Comitato 482
Giovanni Pietro Biasatti - Luigi Geromet - Jole Namor - Carlo Puppo
*ricevuto da Francesco Segatto

venerdì 21 novembre 2008

Notizie fresche


Mi è capitato, per caso, di vedere su Al jazeera english, la versione in lingua inglese della famosa televisione araba, una intervista relativa alla drammatica crisi del Kivu, regione orientale del Congo sconvolta dagli scontri tra l’esercito governativo e i ribelli (National Congress for the Defence of the People).

I ribelli del CNDP occupano vaste zone della regione e gli scontri hanno provocato la fuga di intere popolazioni provocando un vero e proprio esodo umanitario.

L’inviata di Al jazeera english ha intervistato il leader dei ribelli Laurent Nkunda nel suo campo da dove dirige le operazioni militari.

Questa premessa per fare solo un esempio dello stato in cui si trova l’informazione pubblica in Italia, infatti, gli accenni e le notizie date dalla RAI sulla vicenda, venivano da un inviato (sic) che stava a Nairobi - Kenia cioè a 1000 chilometri di distanza in linea d’aria dai luoghi in cui si svolgono gli accadimenti, come se un giornalista da Londra parlasse di quello che accade a Milano ! Possiamo ben immaginare come possano essere aggiornate e attendibili le notizie...


Vittorio Fadi


giovedì 20 novembre 2008

Ultima spiaggia


C'è da sperare che qualcuno riesca a far dimettere il senatore Nicola Latorrealmeno dall'incarico di vice-capogruppo dei democratici al Senato. Pensare infatti che i probiviri del Pd espellano, o quantomeno sospendano, il braccio destro di Massimo D'Alema dal partito, così come farebbe qualsiasi partito in qualsiasi democrazia occidentale, è velleitario. Ormai è chiaro che di occidentale il nostro paese conserva solo la collocazione sulla carta geografica: tutto il resto, dalle classi dirigenti fino a buona parte dei media, è levantino. O, se preferite, latino americano.

Ma persino in Sud America un parlamentare di opposizione smascherato in tv mentre consiglia per iscritto a un esponente della maggioranza le frasi e i ragionamenti da utilizzare per tentare di levarsi dall'impaccio in cui lo ha cacciato un avversario politico, verrebbe immediatamente fatto scomparire dalla scena. Ovviamente non per senso etico o morale, ma per convenienza. Con quale residua credibilità Latorre potrà nel futuro opporsi, o fingere di opporsi, a prese di posizione, leggi e interventi avanzate dalla maggioranza? D'ora in poi la sua faccia rotonda, il suo cranio pelato, saranno solo e semplicemente il simbolo del'inciucio. Saranno un inno al qualunquismo di chi dice «intanto sono tutti uguali». Saranno la pietra tombale sulle già scarse possibilità del centro-sinistra di tornare un giorno alla guida del paese.  

Eppure tra gli oligarchi nostrani Latorre resta popolarissimo. Ieri i suoi amici, per fronteggiare l'ondata di sconcerto montante anche dall'interno del Pd, hanno straparlato rievocando i processi staliniani. Il pugliese Francesco Boccia, dimostrando di non aver ricevuto nessun beneficio dagli anni trascorsi in gioventù studiando a Londra, è arrivato a dire: «Siamo passati da Obama a Stalin». L'ex prodiano Paolo De Castro ha definito «grottesche le critiche» per il pizzino allungato da Latorre. E tutti hanno catalogato l'episodio tra le scaramucce in atto tra i dalemiani e i veltroniani per il controllo del partito democratico.

Ora, è evidente che tra i due gruppi sia in corso una guerra. Ed è altrettanto ovvio che Veltroni e i suoi, mentre premono per le dimissioni di Latorre, sotto sotto si fregano le mani pensando di aver segnato un punto in loro favore. Ma tutto questo non basta per evitare di discutere del nocciolo della questione: Latorre con il suo comportamento ha danneggiato gravemente il partito, se non se ne va lo danneggerà ancor di più. Per il Pd, insomma, è arrivato all'improvviso l'ultimo treno. Sarebbe il caso che da quelle parti ci si desse da fare per non perderlo. 

Peter Gomez

mercoledì 19 novembre 2008

Sud del mondo

Elettrosmog


Venerdi’ 21 novembre ore 20.30
 presso il centro “Glemonensis” di Gemona del Friuli
 il “Comitato spontaneo contro l’elettrosmog” di Gemona
 assieme all’Associazione “Borc di Plovie” 
invita alla serata informativa :
 “Telefonini… antenne… connessioni wireless… possono veramente nuocere alla salute?”
Relatori :
Prof. Angelo Gino Levis già ordinario di mutagenesi ambientale presso l’Università di Padova Vice presidente A.P.P.L.E. (Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog)
Arch. Laura Masiero Presidente A.P.P.L.E.
con il patrocinio della Comunità Montana del Gemonese

giovedì 13 novembre 2008

I cento passi

Domenica 16 novembre 2008 alle ore 17.00 a Codroipo (UD), presso il Teatro Comunale Benois De Cecco, all’interno della rassegna di eventi "Arcipelago - geo grafìe nell'anima" giunta ormai alla sua settima edizione

“Mafia, legalità e globalizzazione”

interverranno Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato; Umberto Santino, Centro di Documentazione Siciliano “Giuseppe Impastato” Palermo. Introduce Pierluigi Di Piazza, Centro di Accoglienza “Ernesto Balducci” Zugliano. 

A seguire, proiezione del film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana (2000).

immagine di Ciekawe zdjecie

Singars


L’università di Verona ha appena concluso una ricerca assai istruttiva: mai e poi mai in Italia negli ultimi vent’anni (1986-2007) è stato provato il rapimento di un bambino da parte di uno zingaro. E’ una cattiva leggenda. Un’invenzione fomentata dalla paura. Il Dipartimento universitario è quello di Antropologia culturale. E la ricerca non riguarda tanto i Rom, ma noi, italiani brava gente. 
Pino Corrias (foto di Carla Liva)

mercoledì 12 novembre 2008

Info 2

SABATO 15 NOVEMBRE ORE 20.30
PAULARO - BAR ITALIA

incontro sul tema "LA MONTAGNA ENERGETICA"
prospettive, opportunità e risorse per lo sviluppo
 e lo sfruttamento sostenibile delle fonti di energia in Montagna.
interverranno:
LUIGI CORTOLEZZIS - Assessore Comunità Montana della Carnia
"Fonti energetiche rinnovabili"
ISAIA DEREANI - Assessore comunale di Paularo
"Iniziative locali a Paularo"
ENZO MARSILIO - Consigliere regionale
"Politiche regionali per la montagna"

Info

VENERDI' 14 NOVEMBRE ORE 17.00
TARVISIO - HOTEL NEVADA

INCONTRO SU RIFORMA SCOLASTICA MINISTRO GELMINI

interverranno:
MARIA LETIZIA BURTULO - Consigliere provinciale
PASQUALE D'AVOLIO - già dirigente scolastico
SANDRO DELLA MEA - consigliere regionale

martedì 11 novembre 2008

Invito



Sabato 29 novembre 2008, ore 16.00 

Palazzo Orgnani-Martina 


Presentazione del libro 


"VENEZIA GIULIA. LA REGIONE INVENTATA" 


Dopo il saluto delle autorità, 

il libro verrà presentato dalla prof. Silvana Fachin Schiavi 

(Università di Udine) 

Saranno presenti i curatori ed alcuni autori.

domenica 9 novembre 2008

Ko⚡⚡iga 2



"Per il consenso serve la paura". Il ragionamento dell'ex presidente è affidato a una lettera aperta: "Un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti". Per Cossiga, che pensa alle tensioni che hanno segnato le manifestazioni degli studenti di questi giorni, è stato "un grave errore strategico" reagire con "cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante". 
La "tattica cossighiana". In pratica si tratta di disporre "che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino". A questo punto, continua Cossiga, "l'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita". 
"La gente deve odiare i manifestanti". Una situazione che farebbe crescere fra la gente "la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft, o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge". Tra i danneggiamenti invocati, Cossiga si augura che possano accadere alla sede dell'arcivecovo di Milano o a qualche sede della Caritas o di Pax Christi. 
I tempi dell'intervento. "Io aspetterei ancora un po' - continua Cossiga - e solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti". 

martedì 4 novembre 2008

680 mila morti


Più che di celebrazione, bisognerebbe parlare di commemorazione, visto che la Grande guerra fu una inutile strage, nella quale morirono 680 mila soldati italiani.

Commemorare, anzichè celebrare, un lutto nazionale, a seguito del quale l'Italia, dopo il voltafaccia con gli alleati della Triplice, fu ridicolizzata anche dai nuovi alleati (Francia, Inghilterra e Russia) con i quali firmò segretamente un accordo (il Patto di Londra del 1915) che avrebbe dovuto concedere al nostro Paese il Trentino, l'Alto Adige, l'Istria, Trieste, la Dalmazia e Fiume, oltre a eventuali 'aggiustamenti' delle colonie tedesche in Africa. 

Alla Conferenza di Versailles del 1919 le rivendicazioni di Orlando, Sonnino e Salandra, rimasero inascoltate. Gli italiani, considerati 'utili traditori' nel momento del bisogno, erano adesso considerati dai veri vincitori della guerra un peso, un agnello da sacrificare all'altare dell'autodeterminazione dei popoli sancito dal presidente Usa Wilson, che stabilè che Fiume e la Dalmazia sarebbero rimaste fuori dai confini nazionali. Le colonie tedesche furono invece spartite tra Francia e Inghilterra. La 'vittoria mutilata' offrì poi terreno fertile per la nascita di un nazionalismo radicale e bellicista desideroso di rivalsa, che degenerò nel fascismo e in una nuova, scellerata scelta interventista a fianco di Hitler.

Da "La festa della Vittoria" di Luca Galasso - Peacereporter

venerdì 31 ottobre 2008

Candidati alle Europee

Il no del Cainano alla preferenza per le europee ha motivazioni alte e nobili: “Voglio che in Europa vada gente altamente qualificata e, nelle commissioni, professionisti di ogni materia. Solo scegliendo noi chi va in lista, siamo sicuri di una rappresentanza che difenda i nostri interessi”. A parte qualche imprecisione nell’uso dei pronomi (“scegliendo noi” al posto di “io”) e degli aggettivi (“nostri interessi” in luogo di “miei”), resta da capire il ruolo che Al Tappone riserva, nella nostra (anzi sua) democrazia, all’elettore. Se vuole avere a Bruxelles “gente qualificata”, basta candidare gente qualificata, poi i cittadini scelgono i migliori. Invece l’ami du peuple, quello che “il popolo sovrano”, “la gente è con noi”, “abbiamo preso i voti”, “siamo al 70%”, considera gli elettori un branco di decerebrati da tener lontani dalle decisioni, sennò votano gente sbagliata. Solo lui sceglie i “professionisti”. Infatti vuole la Carfagna, nota professionista, portavoce del governo. Ma è all’Europa che riserva i pezzi più pregiati della collezione. Commissario ai Trasporti: Antonio Tajani, un ex giornalista che di trasporti s’intende perché guida l’auto e prende l’aereo. Ex commissario alla Libertà e Giustizia: Rocco Buttiglione, purtroppo rimpatriato non appena aprì bocca. Anche le eurodeputate più qualificate le ha scelte lui: Iva Zanicchi ed Elisabetta Gardini. Dovreste vederle, nell’apposita commissione “Ok il prezzo è giusto”. Due così gli elettori non le avrebbero mai scelte. Meno male che c’è lui.

Marco Travaglio - L'Unità (vignetta di Natangelo)

martedì 21 ottobre 2008

L'acqua è un bene primario ? ... fino a quando ?


La bolletta dell'acqua in provincia di Udine subirà aumenti compresi tra il 10 e il 40 per cento, a partire dal 2009. Il salasso, però, sarà probabilmente spalmato su due-tre anni, grazie ad un Fondo che la Regione dovrebbe attivare nella prossima Finanziaria. Obiettivo, attenuare l'impatto sulle tasche dei cittadini e consentire contemporaneamente agli enti gestori l'avvio degli investimenti su acquedotti, rete fognaria e depuratori. Le ultime due voci, attualmente, un problema drammatico.

È quanto emerso dal summit svoltosi ieri nella sede della Regione a Udine fra l'assessore all'Ambiente Vanni Lenna, il presidente dell'Ato Centrale Friuli, Andrea Zuliani, e i rappresentanti di tutti gli enti gestori attivi in provincia: Cafc, Amga, Carniacque, Aquedotto Poiana, Consorzio depurazione laguna e Conduzione impianti di depurazione.

Sul tavolo il punto della situazione alla vigilia dell'avvio del Piano stralcio per gli interventi urgenti, che prevede investimenti per 50 milioni di euro, a servizio dei comuni dell'Ato, e i presupposti per il Piano d'ambito pluriennale (30 anni), che dovrebbe prevedere interventi per una cifra prossima al miliardo di euro.

Bollette in aumento, dunque, per far fronte ad investimenti che non si possono più dilazionare e che negli ultimi anni sono stati azzerati perché le tariffe sono bloccate al 2002, a fronte di costi di gestione (energia e smaltimento fanghi da depurazione) che nello stesso arco temporale sono aumentati fino a raggiungere un +60\% del conto energia.

Ancora difficile dire dove si registrerà il picco degli aumenti e dove, invece, questi saranno più contenuti. «L'articolazione tariffaria spetta ai singoli gestori ha puntualizzato Zuliani -. In linea generale, si può dire che per ora pagheranno di meno le aree dove si sono fatti minori investimenti», perché gli aumenti dovranno rimpinguare le casse per poter rilanciare.

Un rilancio d'investimenti che, stando le normative, non prevede fondi pubblici, a meno di una scelta precisa in tal senso della Regione. Che intanto, ha assicurato l'assessore Lenna, costituirà un Fondo, a valere sulla Finanziaria 2009, affinché i costi dei primi interventi non ricadano interamente sulle tariffe e dunque a carico dei cittadini.E così, per fare solo un esempio, se ad una famiglia media (due adulti e due bambini) di un comune dell'area collinare l'acqua costa circa 120 euro all'anno, a fronte del costo di 1,02 euro a metro cubo, le prossime bollette potrebbero essere comprese tra i 132 e i 168 euro. Negli anni successivi, dopo la prima impennata, le tariffe non potranno aumentare più del 5\% l'anno.

A preoccupare maggiormente, ha spiegato per tutti il presidente dell'Ato e sindaco di Campoformido, Andrea Zuliani, è la condizione dei depuratori: «In regione ce ne sono ben 500, che complessivamente depurano poco e male. Dovremo arrivare ad averne pochi, una decina, secondo una logica di bacino e non amministrativa, collocati a valle e in punti strategici. Ciò consentirà migliore qualità, meno spreco e risparmio di energia».

Alla prossima Assemblea Ato, in programma non appena la Regione avrà predisposto gli strumenti normativi che consentono di spalmare l'aumento delle tariffe su più anni, il compito di approvare il Piano stralcio' che ha già ottenuto il favore della maggior parte dei sindaci. È stata inoltre già fatta la gara d'appalto per la ricognizione delle infrastrutture esistenti, l'attività preliminare e fondamentale per la redazione del Piano d'Ambito.

Oltre agli investimenti, però, c'è un'altra sfida che attende il territorio, ha evidenziato Zuliani, ovvero che almeno la gestione dell'acqua resti in mano pubblica. Dal 2010, infatti, la legge impone che le concessioni siano rilasciate con gara ad evidenza pubblica. «Da qui ha sottolineato l'atto di indirizzo già approvato dai sindaci per stimolare l'aggregazione dei gestori e prospettare così una multiutility pubblica dell'acqua».

Antonella Lanfrit il Gazzettino

giovedì 16 ottobre 2008

In un paese normale....

In un paese normale un direttore di TG (faccio fatica a chiamarlo TG) che si esprimesse in questi termini vedi il video verrebbe licenziato in tronco un minuto dopo, purtroppo l'Italia non è un paese normale.


Vittorio Fadi

Incontro pubblico a Venzone


i delegati del PD di Venzone


 invitano


tutti i simpatizzanti e i gli elettori all’incontro che si terrà il giorno 18 ottobre alle ore 18.00 presso la sala convegni del Palazzo Orgnani - Martina a Venzone



ordine del giorno:


1- presentazione Circolo PD Venzone

2- linee programmatiche

3- adesioni

4- proposte e discussione

5- brindisi di saluto