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martedì 21 ottobre 2008

L'acqua è un bene primario ? ... fino a quando ?


La bolletta dell'acqua in provincia di Udine subirà aumenti compresi tra il 10 e il 40 per cento, a partire dal 2009. Il salasso, però, sarà probabilmente spalmato su due-tre anni, grazie ad un Fondo che la Regione dovrebbe attivare nella prossima Finanziaria. Obiettivo, attenuare l'impatto sulle tasche dei cittadini e consentire contemporaneamente agli enti gestori l'avvio degli investimenti su acquedotti, rete fognaria e depuratori. Le ultime due voci, attualmente, un problema drammatico.

È quanto emerso dal summit svoltosi ieri nella sede della Regione a Udine fra l'assessore all'Ambiente Vanni Lenna, il presidente dell'Ato Centrale Friuli, Andrea Zuliani, e i rappresentanti di tutti gli enti gestori attivi in provincia: Cafc, Amga, Carniacque, Aquedotto Poiana, Consorzio depurazione laguna e Conduzione impianti di depurazione.

Sul tavolo il punto della situazione alla vigilia dell'avvio del Piano stralcio per gli interventi urgenti, che prevede investimenti per 50 milioni di euro, a servizio dei comuni dell'Ato, e i presupposti per il Piano d'ambito pluriennale (30 anni), che dovrebbe prevedere interventi per una cifra prossima al miliardo di euro.

Bollette in aumento, dunque, per far fronte ad investimenti che non si possono più dilazionare e che negli ultimi anni sono stati azzerati perché le tariffe sono bloccate al 2002, a fronte di costi di gestione (energia e smaltimento fanghi da depurazione) che nello stesso arco temporale sono aumentati fino a raggiungere un +60\% del conto energia.

Ancora difficile dire dove si registrerà il picco degli aumenti e dove, invece, questi saranno più contenuti. «L'articolazione tariffaria spetta ai singoli gestori ha puntualizzato Zuliani -. In linea generale, si può dire che per ora pagheranno di meno le aree dove si sono fatti minori investimenti», perché gli aumenti dovranno rimpinguare le casse per poter rilanciare.

Un rilancio d'investimenti che, stando le normative, non prevede fondi pubblici, a meno di una scelta precisa in tal senso della Regione. Che intanto, ha assicurato l'assessore Lenna, costituirà un Fondo, a valere sulla Finanziaria 2009, affinché i costi dei primi interventi non ricadano interamente sulle tariffe e dunque a carico dei cittadini.E così, per fare solo un esempio, se ad una famiglia media (due adulti e due bambini) di un comune dell'area collinare l'acqua costa circa 120 euro all'anno, a fronte del costo di 1,02 euro a metro cubo, le prossime bollette potrebbero essere comprese tra i 132 e i 168 euro. Negli anni successivi, dopo la prima impennata, le tariffe non potranno aumentare più del 5\% l'anno.

A preoccupare maggiormente, ha spiegato per tutti il presidente dell'Ato e sindaco di Campoformido, Andrea Zuliani, è la condizione dei depuratori: «In regione ce ne sono ben 500, che complessivamente depurano poco e male. Dovremo arrivare ad averne pochi, una decina, secondo una logica di bacino e non amministrativa, collocati a valle e in punti strategici. Ciò consentirà migliore qualità, meno spreco e risparmio di energia».

Alla prossima Assemblea Ato, in programma non appena la Regione avrà predisposto gli strumenti normativi che consentono di spalmare l'aumento delle tariffe su più anni, il compito di approvare il Piano stralcio' che ha già ottenuto il favore della maggior parte dei sindaci. È stata inoltre già fatta la gara d'appalto per la ricognizione delle infrastrutture esistenti, l'attività preliminare e fondamentale per la redazione del Piano d'Ambito.

Oltre agli investimenti, però, c'è un'altra sfida che attende il territorio, ha evidenziato Zuliani, ovvero che almeno la gestione dell'acqua resti in mano pubblica. Dal 2010, infatti, la legge impone che le concessioni siano rilasciate con gara ad evidenza pubblica. «Da qui ha sottolineato l'atto di indirizzo già approvato dai sindaci per stimolare l'aggregazione dei gestori e prospettare così una multiutility pubblica dell'acqua».

Antonella Lanfrit il Gazzettino

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