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martedì 30 novembre 2010

Sinistra o centro ?



Nella giornata di Wikileaks, altri due file non proprio riservati hanno agitato le acque della politica italiana causando effetti forse anche più dirompenti dei “segreti” americani sul nostro Paese. Agli appassionati non sarà certamente sfuggita l’uscita in contemporanea di Nicola Latorre e Massimo D’Alema, fino a ieri teoricamente inseparabili e perfettamente coincidenti nella linea politica.
Il tempismo e la totale divaricazione generata dalle loro interviste fa pensare, però, a una nuova stagione nei rapporti personali tra i due e, certamente, prepara nuove tribolazioni interne al Partito democratico.
Le loro opinioni su quale debba essere la strategia politica del Pd in vista delle prossime (imminenti?) elezioni sono, infatti, opposte.
Nicola Latorre ritiene che sia necessario “rifondare il Pd con un nuovo socio, Nichi Vendola”.
Massimo D’Alema, invece, afferma che “in caso di elezioni politiche (e se non ci sarà governo di transizione) il Pd andrà all’accordo elettorale con l’Udc e Futuro e libertà”.
Le posizioni sono così inconciliabili da apparire mutualmente esclusive. E non è un caso che il dibattito politico interno al Pd si sia concentrato sul “voto” a favore di una o dell’altra posizione, senza particolari elementi di mediazione possibili né suggeriti da alcuno. Nell’assordante silenzio diPier Luigi Bersani sull’argomento, si sono avvicendati i teorici dello sfondamento al centro (destra) e i sostenitori della necessità delle primarie come metodo di coinvolgimento dei cittadini e, dunque fatalmente orientati a esaltare la rivendicazione delle ragioni del “popolo della sinistra”.
L’unico elemento che tiene insieme queste due uscite è il sostanziale “no, grazie” degli attori politici a cui è stata offerta l’apertura del partito. Fa specie assistere alla riproduzione quasi speculare delle reazioni. Vendola dice di essere pronto a fare il socio fondatore del centrosinistra (e dunque, niente Pd), Urso e Della Vedova si dicono impegnati nel fondare un nuovo centrodestra. Tutti i presunti alleati vogliono costruire politica, ma mettersi al lavoro nel Partito democratico o nei suoi pressi èl’ultimo dei loro pensieri.
Non dico nulla di nuovo esprimendo smarrimento nell’assistere all’incapacità di una forza politica di avere un’idea propria, originale, che attragga forze e che non le ricerchi all’esterno di sé. Questo è ancor più incredibile se pensiamo che il Partito democratico rappresenta, ancora oggi, almeno un italiano su quattro e che 30 mesi fa si parlava del fallimento di Veltroni che però ne aveva convinti uno su tre, in una campagna elettorale in cui si insisteva sulla necessità che il Pd ne rappresentasse almeno uno su due (la cosiddetta vocazione maggioritaria).
Ma ciò che, a mio avviso, non è ancora emerso con forza dall’inattesa piroetta doppia Latorre-D’Alema è che, comunque vada, sarà il Pd a rimetterci perché questa discussione appare senza un punto di contatto possibile, senza ritorno.
Se vincerà la linea delle primarie e dell’accordo con Sel e Idv, si ripeterà l’effetto Milano, non tanto nel risultato che è ancora abbastanza imprevedibile (anche se secondo alcuni, in caso di primarie il Pd vincerebbe solo se Bersani stravincesse, un’ipotesi attualmente remota), quanto nell’atteggiamento con cui il partito e forse anche gli elettori vivrebbero la sfida: non come un momento di costruzione, comunque vadano le cose ma come un referendum sulla leadership del Pd, con automatiche dimissioni in massa in casa di sconfitta. O, addirittura, con una diaspora verso il centro di tutta quella componente del partito che già oggi vive con sofferenza la possibilità di accordi con la sinistra, prima ancora che le primarie siano celebrate.
Se invece vincerà la linea “di responsabilità nazionale”, con un grosso assemblato di centro e senza primarie, il Pd rischia di perdere gli elettori, più che i dirigenti. Sarà difficile dimostrare alla base del partito che queste scelte sono state adottate nell’interesse loro e del Paese (anche perché non discusse con la base, mai) e che non sono figlie del terrore da confronto con Vendola.
Nel giorno che qualcuno ricorderà come “l’11 settembre della diplomazia mondiale” e in un momento storico in cui gli elettori del partito appaiono visibilmente stanchi, anche se ancora legati allabellissima intuizione che ha originato il Pd, ossia all’idea di una forza post-ideologica, che sia di sinistra senza essere radicale, che sia cattolica e laica allo stesso tempo senza che questo ne diventi un connotato identitario, che non ragioni seguendo ricette figlie di dottrine del secolo scorso ma che offra nuovi terreni di sintesi, non è da escludere che siano stati proprio le Torri Gemelle Latorre e D’Alema, piuttosto inconsapevolmente, ad affondare insieme al partito da loro fondato.
Dino Amenduni - il Fatto Quotidiano

venerdì 26 novembre 2010

Padroni a casa nostra!


I cittadini del Comune di Sappada a stragrande maggioranza (dopo un referendum) desiderano passare sotto l'amministrazione della Regione Friuli-Venezia Giulia, il Consiglio Regionale friulano ha votato all'unanimità l'assenso a questa richiesta.
Naturalmente non solo per questioni ideali ma anche strettamente economiche, ma tant'è.
Il Veneto invece non ci stà, il leghista Zaia dice che è inaccettabile.
Ma la Lega non è la stessa di "padroni a casa nostra", "qui comandiamo noi", etc? i Sappadini non lo sono?

venerdì 19 novembre 2010

Ci ha lasciato Adriana Zarri



L'epigrafe che si è scritta:
Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.


lunedì 15 novembre 2010

Sveglia!


Per l’ennesima volta le consultazioni delle base elettorale del centrosinistra premiano il candidato considerato di “movimento” su quello ritenuto di “apparato”. Dopo la Puglia, dopo Firenze, dopo Milano, il Pd dovrebbe decidersi a fare molto meno casino all’interno e un tantino più di movimento all’esterno.
da "per chi suona la primaria" di Marco Bracconi

domenica 14 novembre 2010

Friuli - l'Aquila


Massimo Cialente, Sindaco dell'Aquila, in visita a Venzone con il PD regionale e i circoli di Venzone e Gemona del Friuli, grazie all'iniziativa del Consigliere Regionale PD Sandro Della Mea.

lunedì 8 novembre 2010

L'omofobia degli onesti

Per un Welfare che non escluda


In queste ultime settimane abbiamo assistito a una serie di prese di posizione da parte di esponenti del centrodestra regionale, in particolare della Lega Nord, che lasciano sgomenti.
In pochi giorni il capogruppo regionale del Carroccio si è vantato dell’esclusione dei cittadini stranieri dagli alloggi Ater, in particolare a Udine, mentre il Presidente della Provincia di Udine ha proposto di costituire classi separate per gli alunni disabili.
Il 15 novembre il Consiglio provinciale discuterà la mozione di censura presentata dai consiglieri di centro sinistra a condanna delle frasi pronunciate dal Presidente della Provincia.
Noi vogliamo manifestare a sostegno di questa iniziativa affinché sia chiara l’indignazione di tutti i friulani che non si sentono rappresentati da un Presidente che esprime posizioni così incivili, offensive e lesive dei diritti costituzionali.
Chiediamo alla società civile, alle coscienze libere di questo Friuli, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di essere con noi il giorno 15 dalle ore 09,30 davanti la sede della Provincia durante il Consiglio per affermare con forza la contrarietà a ghetti di ogni tipo e la necessità che ogni persona sia rispettata.
Vogliamo che quel giorno diventi, simbolicamente, la giornata in cui la società civile,  partiti,  sindacati,  associazioni, uomini, donne che sentono come un offesa l’attacco quotidiano ai diritti e ai più deboli, prendono la parola.
Hosam Aziz
Vicesegretario vicario del partito democratico unione comunale di Udine

sabato 6 novembre 2010

4 Novembre, poco da festeggiare



Introduzione di programmi militari nella scuola pubblica, istituzione di 'mini-naje' per ''rafforzare la conoscenza e la condivisione dei valori promananti dalle forze armate'' tra i giovani, coinvolgimento sempre maggiore sul fronte di guerra afgano con crescenti costi umani (34 caduti) e finanziari (65 milioni di euro al mese) e con il previsto impiego attivo dei nostri bombardieri, spese militari sempre più ingenti per l'acquisto di bombe aeree (24 milioni di euro per 500 bombe Boeing a gennaio) e nuovi cacciabombardieri (13 miliardi di euro per l'acquisto di 131 caccia F-35). Cosa c'è da festeggiare? A far festa è solo l'industria bellica italiana.

giovedì 4 novembre 2010

Consigliato

“La libertà dei servi” di Maurizio Viroli è un libro brillante e tragico
che descrive la situazione italiana dei nostri giorni.

martedì 2 novembre 2010

Manca tantissimo

Scuola Democratica


Il Circolo di Buja organizza un viaggio a Rufina con una visita a Barbiana per il 13 e il 14 novembre 2010.
Rufina è un Comune in Provincia di Firenze, della zona del Mugello, è legato a Buja da un rapporto di solidarietà come tanti nati nell'immediato dopo terremoto.
Barbiana, che si trova a una ventina di km da Rufina, è una piccola e isolata località resa celebre dalla scuola lì allestita tra gli anni '50 e '60 da Don Lorenzo Milani.
Sarà un'occasione per incontrare gli amici del PD di Rufina e confrontarci con loro che vivono in una realtà in cui il Partito Democratico è forza largamente maggioritaria,
naturalmente nei limiti di tempo che avremo a disposizione.
La visita a Barbiana ci permetterà di conoscere più da vicino l'esperienza di scuola e di vita di Don Milani.
Se siete interessati a partecipare telefonate a Loredana Facile al numero 0432962056  
o a Rudi Fasiolo al numero 0432961768