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venerdì 22 luglio 2011

Fugare ogni dubbio

Ho pubblicato sul sito de “Il fatto quotidiano” questo intervento in merito alla vicenda del senatore Tedesco e del voto di ieri in Senato.
I voti di ieri sulle autorizzazioni all’arresto dell’onorevole Papa e del senatore Tedesco hanno avuto un esito discordante, nonostante i gruppi politici presenti alla Camera e al Senato avessero dato indicazioni identiche. I due gruppi del Pd hanno indicato il voto favorevole all’arresto per i due parlamentari seguendo una linea politica chiara: nessun cittadino è più uguale degli altri.
Registriamo la spaccatura della Lega. Rimangono infatti pochi dubbi sul fatto che dentro alla Lega si è consumata una “conta” i cui preliminari sono cominciati sul palco di Pontida e che sta andando verso lo showdown: è la prova di forza per la leadership tra Bossi e Maroni, in cui quest’ultimo ieri ha avuto la meglio.
Ma dubbi sono stati insinuati anche sulle posizioni del Pd e sulla sua compattezza nel seguire le indicazioni di voto al Senato. I numeri danno adito a cattivi pensieri, e le affermazioni del senatore Lucio D’Ubaldo hanno – diciamo così per non infierire – lasciato di stucco tanti di noi. Mentre stiamo mettendo un grande impegno per recuperare il terreno sul centrodestra, mentre stiamo ottenendo risultati tangibili sui territori e proprio mentre tanti militanti stanno ritrovando l’orgoglio dell’appartenenza, questa brutta ombra di sospetto bisognava evitarla. Non possiamo permetterci che il Pdl abbia la più piccola scusa per risucchiarci nel perverso gioco del “sono tutti uguali”.
Bisogna fugare ogni dubbio, sgombrare il campo dai sospetti, rassicurare i nostri militanti ed elettori. C’è una persona che può fare tutto ciò, e per questo gli chiedo se non ritenga giusto fare un grande sacrificio per il suo partito, per la fiducia di milioni di persone nella politica, per la saldezza delle istituzioni democratiche in questo momento pericolosamente corrose nella credibilità.
Chiedo al senatore Tedesco se la sua coscienza non gli imponga di dimettersi. Ha pronunciato nella solenne aula di Palazzo Madama alte parole che chiedono sia dato loro seguito, e sia fatto in modo che il permanere nel seggio parlamentare non “adombri il dubbio che in favore di qualcuno si assuma un atteggiamento che non sia assolutamente fondato su ragioni nobili”. So che il sacrificio è grande, ma la causa della democrazia non è forse più grande?
Debora Serracchiani

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